Intolleranza al lattosio: sintomi, diagnosi e terapia

Intolleranza al lattosio: sintomi, diagnosi e terapia

Il lattosio è lo zucchero contenuto nel latte, costituto da due monosaccaridi, il galattosio e il glucosio.

L’enzima prodotto dal nostro organismo chiamato lattasi determina la digestione del lattosio nelle sue due componenti più semplici, rendendolo assorbibile dalla mucosa intestinale.

Per intolleranza si intende l’incapacità di digerire il lattosio a causa di un deficit dell’enzima intestinale lattasi.

La lattasi

Già nell’ottava settimana di gestazione la lattasi è presente nel feto sulla mucosa del piccolo intestino.

La sua attività cresce fino alla trentaquattresima settimana e raggiunge il massimo dell’espressione alla nascita.

Dopo i primi mesi di vita l’attività decresce fino a scomparire.

Nell’uomo circa il 30% della popolazione mantiene l’attività della lattasi per tutta l’età adulta, soprattutto nel Nord Europa.

Quando l’attività lattasica intestinale non è sufficiente a digerire il lattosio si parla di ipolattasia o deficit di lattasi, condizione che determina il malassorbimento di lattosio.

Il lattosio non assorbito rimane nel lume intestinale, e nell’intestino crasso viene fermentato dalla flora batterica intestinale con conseguente richiamo di acqua e produzione di gas.

L’intolleranza al lattosio si trova nel 75% della popolazione mondiale.

In Italia il deficit di lattasi interessa in media il 40/50% della popolazione, con punte di prevalenza particolarmente elevate nel Sud Italia.

Non vi sono particolari differenze tra uomini e donne.

Tipi di ipolattasie

L’ipolattasia primaria è la non-persistenza della lattasi nell’età adulta ed è la forma più comune.

L’ipolattasia congenita è una rara condizione genetica, caratterizzata da grave manifestazione diarroica, con feci acquose sin dalla prima assunzione di latte da parte del neonato.

Persiste per tutta la vita e impone la completa esclusione delle fonti di lattosio dall’alimentazione.

L’ipolattasia secondaria si ha in seguito a un danno della mucosa dell’intestino tenue che provoca un temporaneo deficit di lattasi.

In genere tutte le malattie dell’intestino, come la celiachia o il morbo di Crohn, inducono un deficit secondario di lattasi, ma anche le infezioni batteriche o virali, parassiti o trattamenti farmacologici inducono una transitoria perdita dell’enzima.

È una condizione reversibile che impone l’esclusione delle fonti di lattosio finché non si è ripristinata la normale struttura e funzionalità della mucosa intestinale.

Intolleranza al lattosio: i sintomi

La comparsa di sintomi, detta sindrome da intolleranza al lattosio, si distingue con la presenza di dolore per acidificazione del contenuto delle viscere e per un diretto effetto irritante sulla mucosa, con accelerazione della motilità del colon, minor assorbimento di acqua e conseguente diarrea.

L’eccessiva produzione di gas provoca meteorismo, flatulenza e distensione addominale che può provocare dolore.

Possono essere presenti sia sintomi intestinali che extraintestinali.

Tra i sintomi intestinali più frequenti troviamo:

  • Dolori addominali
  • Stipsi
  • Nausea
  • Gonfiore addominale
  • Diarrea
  • Meteorismo
  • Flatulenza

I sintomi extraintestinali includono:

Diagnosi

Il numero di persone che ritengono di essere intolleranti al lattosio è sicuramente più elevato rispetto a coloro che lo sono realmente.

È una sindrome che ha sintomi spesso aspecifici e comuni ad altre patologie.

La diagnosi si basa principalmente su due metodiche:

  • Breath Test

Il test è positivo quando i livelli di idrogeno nell’espirato aumentano significativamente.

La negatività del test esclude qualsiasi responsabilità del malassorbimento di lattosio sui sintomi del paziente.

Il test si effettua dopo la somministrazione di 20/50g di lattosio, prelevando almeno 6 campioni di aria ottenuti facendo soffiare il paziente in una sacca a intervalli regolari di 30 minuti, per 3/4 ore minimo.

Prima del test bisogna evitare di assumere antibiotici, procinetici, probiotici, lassativi nelle 3/4 settimane precedenti.

In caso di malassorbimento di lattosio, la fermentazione nell’intestino produce l’idrogeno che verrà eliminato tramite il respiro.

Il test positivo accerta la presenza di malassorbimento ma non discrimina tra deficit primario o secondario.

  • Il test genetico

Si effettua attraverso prelievo con tampone buccale e può discriminare tra la forma primaria e la forma secondaria di intolleranza al lattosio.

È semplice e non invasivo.

Intolleranza al lattosio: la terapia

Sicuramente dietoterapia, con esclusione di alimenti contenenti lattosio.

La forma primaria prevede l’eliminazione permanente degli alimenti con lattosio.

È importante leggere attentamente la composizione di tutti gli alimenti in scatola e surgelati, per evitare l’introduzione accidentale di quote di lattosio.

Il lattosio non si trova solo nel latte e nei prodotti lattiero-caseari.

Alcuni integratori e farmaci possono contenerlo negli eccipienti.

Vanno evitati i formaggi freschi, mentre quelli stagionati e lo yogurt sono consentiti.

Info utili

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About Daniele Sciotti

Daniele Sciotti, biologo nutrizionista, dott. in Scienze della nutrizione umana Origini contadine e un amore incondizionato per la dieta mediterranea. Nato a Velletri, in provincia di Roma, da sempre a contatto con il verde e la natura di quei meravigliosi luoghi ricchi di tanta storia e soprattutto di tradizioni, inizia lo studio della scienza dell’alimentazione dopo aver sofferto di obesità. Una laurea magistrale in scienze della nutrizione umana conseguita presso l'Università San Raffaele di Roma Una laurea in scienze dell’alimentazione e gastronomia presso l’Università San Raffaele di Roma. Iscritto all’ordine nazionale dei biologi a seguito del superamento dell’esame si stato presso l’università di Tor Vergata Roma. "100 Alimenti 10 e lode" è la sua prima opera letteraria pubblicata ad agosto 2020.

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