La buona nutrizione ci preserva e ci aiuta durante la cura del cancro: dà un’ulteriore chance. E’ importante, infatti, che il malato di tumore mantenga il proprio peso. E ancora: nutrirsi adeguatamente ha effetti positivi anche sul resto delle malattie croniche. E’ dunque fondamentale che i comportamenti dei malati (e non soltanto) cambino di conseguenza.
La buona nutrizione: previene danni irreversibili
La malnutrizione nei pazienti oncologici ha come conseguenze danni irreversibili agli organi. E ancora: può compromettere il sistema immunitario, aumentare i danni chirurgici e portare inevitabilmente a morte.
La malnutrizione è la malattia nella malattia
“Nei malati oncologici – ha dichiarato il professor Francesco De Lorenzo, presidente Favo – la malnutrizione, che viene non a caso definita come ‘malattia nella malattia’, è ancora più grave, poiché spesso non diagnosticata, e può seriamente compromettere il buon esito e il proseguimento delle terapie antitumorali, come anche la vita stessa dei pazienti. È quindi di vitale importanza che la malnutrizione sia riconosciuta sin dall’inizio del percorso di cura. Ciò perché la malnutrizione è prevenibile e reversibile, attraverso un adeguato supporto nutrizionale. È pertanto necessario che i malati ne siano ben consapevoli, attraverso l’accesso a strumenti informativi, validati dal punto di vista scientifico, ma chiari e semplici”.
Malnutrizione: che cosa accade nella pratica
Purtroppo è sovente che un paziente arrivi in fase di cura in un grave stato di malnutrizione, dovuto ad aspetti psicologici, disinformazione o semplicemente dal tipo di tumore: basti pensare alle neoplasie del sistema gastrointestinale, che vedono compromettere le funzioni metabolico-digestive. In questo caso entra in campo la nutrizione medica assistita, prevista nell’accordo Stato-Regioni (del quale parleremo in seguito) e messa in atto dalle varie strutture sanitarie locali, che garantiscono al paziente la fornitura delle attrezzature, degli alimenti e la consulenza del personale paramedico a domicilio.
La buona nutrizione: quando il paziente ne sa più del medico
Talvolta invece, il paziente ne sa più del medico (oppure così crede). La grande disponibilità di informazioni in rete e anche mezzi più tradizionali, come televisione e radio, ormai parlano e divulgano informazioni riguardo all’alimentazione sana, al giusto stile di vita e a come affrontare il problema del cancro nel caso si manifesti. Bisogna però prestare attenzione: la bufala è sempre dietro l’angolo e gli sciacalli disposti a giocare sulla vita delle persone per scopi poco nobili non sono rare. Si sente parlare di digiuno per combattere il cancro o del fatto che la carne ne sia la causa; e ancora: di diete ormai famose, come le diete chetogeniche, di integratori miracolosi o infinite altre fantasiose teorie. E’ bene dunque che il professionista della nutrizione sia a disposizione sempre: sia del malato, sia delle famiglie, per un’informazione giusta e consapevole.
Come muore il paziente oncologico
Purtroppo il 20% dei pazienti oncologici muore di cachessia oncologica (perdita considerevole in peso di massa muscolare e scheletrica) e non di stadio terminale della malattia.
C’è da prendere in considerazione un problema non marginale: il numero di pazienti sul territorio è ben maggiore rispetto alla capacità delle strutture sanitarie. Qui entra in gioco la rete di intercomunicazione tra istituzioni, ospedali, strutture sanitarie, privati e pazienti, per avere una capillarità che possa raggiungere più persone possibili. In questo contesto, sono molte le domande ancora da porre.
La buona nutrizione e le strutture sanitarie: le domande
A che punto è l’accordo Stato-Regioni sulla nutrizione clinica e il diritto alla nutrizione nei pazienti oncologici? Come queste istituzioni si stanno organizzando, per far fronte all’innovativo approccio multidisciplinare della cura del cancro? Quanto i medici e quanto i pazienti sono consapevoli del ruolo della nutrizione nella cura al cancro?
La buona nutrizione: un accordo Stato-Regioni
Tali quesiti sono stati al centro del convegno dal titolo ‘’Accordo Stato-Regioni sulla nutrizione clinica’’, tenutosi nella biblioteca del Senato Giovanni Spadolini, il 7 marzo, alla presenza di istituzioni, società scientifiche e associazioni dei malati: era promosso dalla Favo, la Federazione italiana delle associazioni di volontariato in oncologia.
Da subito è apparso chiaro come l’accordo Stato-Regioni datato 14 dicembre 2017 abbia dato la possibilità alle regioni di attuare piani per la gestione della nutrizione dei malati oncologici, come chiaro purtroppo è apparso il dislivello tra regioni virtuose – come la ben nota Lombardia, il Piemonte, la Toscana e a sorpresa la Campania e la Puglia – contro altre regioni molto meno dinamiche nell’attuazione dello stesso.
La buona nutrizione: chiedere il peso del paziente oncologico
Dall’approfondimento è emerso come le regioni più virtuose siano state in grado finora di mettere in piedi una rete di intercomunicazione tra aziende sanitarie, ospedali, professionisti privati e pazienti. Dallo studio fatto dai vari gruppi di lavoro istituiti a riguardo ci si è spaventosamente resi conto di come ancora oggi, il 37% degli oncologi, alla prima visita di un paziente affetto da cancro, non chieda il peso e le abitudini alimentari del paziente stesso e che solo il 50% di essi affronti l’argomento soltanto dopo richiesta del paziente. E’ fondamentale invece che il medico informi il paziente riguardo all’importanza della nutrizione durante la malattia. Un paziente malnutrito risponderà alle cure e ad eventuali interventi in maniera meno positiva rispetto a un paziente normopeso e ben nutrito, compromettendo il risultato delle cure, la qualità della vita e pregiudicando le aspettative di vita.
Fortunatamente la politica nazionale (e anche europea) ha cambiato l’approccio alla nutrizione legata alle patologie oncologiche, cercando di istituire un corretto percorso nutrizionale che cammini di pari passo alle cure mediche tradizionali.
La buona nutrizione non costa nulla
Inoltre la terapia nutrizionale è facile da attuare e non costa praticamente nulla. L’obiettivo del convegno, della Favo, delle istituzioni e della comunità scientifica tutta è quello di portare la terapia nutrizionale al pari di quella oncologica, cercando di fare pressione su tutte le regioni italiane affinché ciò avvenga.
Un valido aiuto al paziente è dato da un libretto “La nutrizione nel malato oncologico’’, fortemente voluto da Favo e pubblicato dall’Associazione italiana malati di cancro parenti e amici (Aimac), disponibile nei reparti di oncologia e presso i professionisti. Lo si può richiedere gratuitamente ad Aimac, presente in rete e sui social.