I love pizza, ma quanto è compatibile con la dieta?

I love pizza, ma quanto è compatibile con la dieta?

Pizza sì o no?

E’ un piatto che possiamo ritenere valido per la nostra salute o si tratta di junk food come tutti pensano?

La domanda è legittima, ma la risposta, in realtà, non è per nulla scontata.

Analizziamo insieme un piatto che sta alla base delle nostre abitudini alimentari, che amiamo profondamente e che difendiamo a spada tratta.

Vediamo quali sono gli ingredienti della pizza

  • Acqua
  • Farina (generalmente di tipo 00)
  • Lievito di birra (quantità inversamente proporzionale al tempo di lievitazione)
  • Sale e olio
  • Malto
  • Pomodoro
  • Mozzarella
  • Eventuale aggiunta di origano e olio a crudo (generalmente extravergine)

Valutazione qualitativa

L’acqua rappresenta, mediamente, il 60% del totale nell’impasto a crudo.

  • La farina è l’ingrediente invece più rilevante. La scelta del tipo 00, ovvero quella maggiormente raffinata, è in effetti una nota dolente. Sarebbe di gran lunga preferibile l’integrale ma la verità è che in pochi sanno davvero fare la pizza usando solo l’integrale. Purtroppo, ciò che la maggior parte dei ristoratori non dice, è che le versioni integrali non contengono quasi mai più del 20/30% di farina integrale sul totale. Il resto è 00.
  • Il lievito di birra è quello maggiormente utilizzato. Più i tempi di lievitazione si accorciano, più è necessario abbondare con questo ingrediente. Essendo spesso mal tollerato a livello digestivo da molte persone, soprattutto quando gli impasti non vengono cotti a sufficienza, va da sé che pizze a lievitazione rapida non sono mai una buona scelta.
  • L’uso del lievito madre e di lunghe lievitazioni, al contrario, sono scelte decisamente migliori.
  • Il sale e l’olio all’interno dell’impasto rappresentano quote di solito poco rilevanti.
  • Il malto è uno zucchero utilizzato come nutrimento per la moltiplicazione dei lieviti.
  • Per quanto riguarda il pomodoro e la mozzarella, infine, sono ovviamente la componente che maggiormente può farci optare per una votazione positiva o negativa. Qui l’ago della bilancia penderà da una parte o dall’altra in base ai nostri gusti personali, certo, ma in primis dalla qualità delle materie prime, che dovrebbero assolutamente essere italiani.

Valutazione nutrizionale della pizza margherita

Una margherita media apporta un quantitativo calorico generalmente attorno alle mille chilocalorie.

Con una stima approssimativa possiamo affermare che la ripartizione è la seguente:

  • Impasto 700 Kcal
  • Pomodoro 70/80
  • Mozzarella 250

Questi dati possono essere, ovviamente, molto variabili, ma possiamo tranquillamente prendere come veritiera una simile media.

Queste calorie deriveranno principalmente da carboidrati e grassi, soprattutto saturi (contenuti nella mozzarella), e poche proteine.

Possiamo tutti facilmente dedurre che, in quest’ottica, non possiamo definire la pizza come un piatto meritevole del primo posto dal punto di vista salutistico e, soprattutto, ipocalorico.

Già, perché se ci aggiungiamo una birra media e magari anche un dolce e un limoncello, ecco come una serata in pizzeria può facilmente rappresentare l’apporto nutrizionale di un’intera giornata.

La pizza: i dietologi la permettono solo ogni tantoI love pizza, ma quanto è compatibile con la dieta?

La pizza è per molti considerata uno sgarro alla dieta, proprio in virtù delle considerazioni fatte in precenza.

E in generale non è possibile affermare il contrario, perché i valori forniti possono addirittura raddoppiare se, alla tradizionale margherita, preferiamo invece pizze più complesse e golose.

Aggiungere, ad esempio, insaccati o affettati, prodotti sott’olio e, soprattutto, formaggi grassi e filanti come, ad esempio, gorgonzola e fontina, può far letteralmente schizzare i valori nutrizionali alle stelle. Stiamo parlando tranquillamente di 500 chilocalorie extra, e anche qui derivante da grassi prevalentemente saturi e poco sani, oltre ai grandi quantitativi di sale che tutti questi ingredienti contengono. Ma deve per forza essere così?

Piccole accortezze per limitare i danni

La prima regola per ridurre l’apporto calorico rimane quella di ridurre le porzioni. Se siamo a dieta possiamo concederci comunque una pizza ogni tanto utilizzando però alcuni accorgimenti che ci aiutano a tagliare le calorie.

Se scegliamo di arricchire il nostro piatto, cerchiamo di puntare a qualcosa di non troppo calorico, preferendo ad esempio i funghi, la bresaola o il prosciutto cotto.

Se amiamo i sapori forti, le acciughe, il tonno, l’aglio o la cipolla possono essere valide alternative alle aggiunte più caloriche e lavorate.

Anche il peperoncino in polvere, o macinato, lo possiamo considerare migliore rispetto all’uso dell’olio piccante

Ma non è nemmeno impossibile trasformare la pizza in un vero e proprio piatto salutisticamente migliore.

L’aggiunta di verdure come peperoni, zucchini e melanzane, possono aggiungere gusto al nostro piatto con davvero poche calorie. In tal caso, il piacevole effetto collaterale sarà invece di vederlo arricchito di fibre e micronutrienti interessanti. Se, poi, andremo contemporaneamente a eliminare la mozzarella, come anche nel caso dell’ancor più classica pizza marinara, riusciremo addirittura a ottenere un piatto ancor meno calorico.

Un’altra buona idea per migliorare notevolmente il profilo nutrizionale della nostra pizza è la scelta di varianti a base di pesce. Una frutti di mare, ad esempio, contiene anche questa mediamente meno calorie di una margherita, ma con un quantitativo di proteine nobili molto maggiori, e senza tutti i grassi saturi della mozzarella.

Questi sono solo alcune delle accortezze che possiamo adottare per poter finalmente dire addio ai sensi di colpa e, magari, concederci più spesso questi amabili momenti, nati italiani, ma che siamo stati capaci di esportare con successo in tutto il mondo.

About Raffaello Pessione

Raffaello Pessione, esperto di benessere naturale Classe 1989, studioso appassionato di nutrizione e benessere, amante dello sport e del movimento, grande fan dello stile di vita minimalista. Dopo aver lavorato per anni nel settore della produzione alimentare, oltre che come pasticciere, ha deciso di dare una svolta alla sua vita, aprendo una piccola bottega di sfuso nel centro storico di Alba, in provincia di Cuneo e di specializzarsi nella vendita e nella consulenza di prodotti naturali e biologici.

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