fertilità e malattie sessuali
Salute

Malattie sessuali e fertilità: è necessaria una prevenzione al maschile?

18/12/2023
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Un argomento di tendenza, non solo inerente alle malattie sessuali, è quello dell’approccio medico ‘di genere’.

Con questo termine si intende la prevenzione e la cura di patologie caratteristiche degli individui di sesso biologico femminile e maschile.

“Le donne sono, tendenzialmente, più attente alle trasformazioni del loro corpo. Inoltre, c’è una sproporzione in Italia tra l’attenzione che si dedica agli esami femminili (pensiamo a mammografia, pap test ecc) e le visite andrologiche per gli uomini, che solitamente iniziano a occuparsi di possibili alterazioni, malformazioni, e patologie dell’apparato sessuale solamente in età avanzata”, spiega Andrea Isidori, Presidente Società Italiana Andrologia e Medicina della Sessualità (SIAMS).

Questo ovviamente non significa che dovremmo ridurre l’attenzione nei confronti della medicina ‘al femminile’, ma che dovremmo prenderla come esempio per una medicina ‘al maschile’.

Malattie sessuali: un gap tra uomini e donne e la figura dei consultori

malattie sessuali screening“Nel sesso femminile – commenta Luigi Godi, M3 Research Consulting – la ragazza, con la comparsa del menarca, usualmente accompagnata dalla mamma, frequenta un professionista della sanità (ginecologo) e inizia un percorso di conoscenza del proprio apparato sessuale e di prevenzione delle malattie sessuali. L’adolescente di sesso maschile, invece, è un po’ abbandonato a se stesso ad affrontare l’argomento: questo è infatti ancora un argomento tabù se affrontato con un genitore. Inoltre, il rapporto con gli altri adolescenti può essere di scherno e non collaborativo e lo scambio di informazioni e di esperienze addirittura negative”.

Tuttavia, qualche anno fa, veniva eseguito uno screening di massa della popolazione maschile: è il caso della visita di leva militare.

La soppressione della visita di leva, che veniva effettuata verso il 17-18° anno di età del giovane adolescente, ha portato a incrementare questo gap, poiché non c’è più un momento clinico preventivo per il proprio apparato sessuale, se non in casi sporadici.

Quello che si domandano gli esperti, senza dover ristabilire la leva militare, è come riuscire a intercettare tutti questi adolescenti prima che sia troppo tardi.

“È necessario un team di professionisti e una struttura sanitaria (forse il Consultorio Famigliare, che attualmente vede il 98% delle proprie presenze dedicate a individui di sesso femminile), che si renda disponibile per intraprendere un percorso di conoscenza dell’apparato sessuale e di prevenzione delle malattie sessuali per l’adolescente maschio e anche di educazione sessuale“, aggiunge Godi.

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Oltre un terzo delle infertilità di coppia dipendono da lui

“Il maschio è responsabile di oltre un terzo delle infertilità di coppia che arrivano alla nostra attenzione. La maggior parte delle problematiche maschili originano durante la fase di sviluppo puberale, intorno ai 12-14 anni. Significa che, quando una coppia giunge alla nostra attenzione perché non riesce a concepire, in genere dopo i 30-35 anni, in realtà scopriamo queste problematiche con un ritardo di oltre 10 anni. Purtroppo questo è un retaggio culturale di cui soffre il nostro Paese, e in generale la cultura occidentale, che non investe sugli interventi di prevenzione per garantire il normale sviluppo psicofisico, andrologico e riproduttivo del maschio”, commenta Isidori.

Ciò che è certo, è che il nostro sistema educativo non spinge i ragazzi a fare i controlli, né a fare prevenzione su queste tematiche.

Un esempio viene dal tumore del testicolo, che è il tumore più frequente nel maschio tra i 20 e i 40 anni e ha un’incidenza di nuovi casi pari a 10 su 100mila abitanti per anno, un’incidenza che è solo la metà del tumore al seno.

Riflettiamo però quanto di più parliamo di tumore al seno e quanto meno di tumore al testicolo. Ma non è solo una questione di patologia tumorale. Pensiamo al varicocele e alle infezioni a trasmissione sessuale.

“Una possibile soluzione al problema è rappresentata dalle Campagne di sensibilizzazione che, anche grazie al Centro di Controllo delle Malattie del Ministero stiamo facendo, in particolare la campagna Amicoandrologo che si rivolge agli studenti nelle scuole“, aggiunge Isidori.

Sul sito di Amicoandrologo è possibile trovare alcuni opuscoli, di facile lettura anche per i più giovani, che forniscono spunti interessanti circa questi argomenti. Si parla, per esempio, di fertilità, di malattie sessualmente trasmesse, della figura dell’andrologo, dei falsi miti e molto altro ancora.

Malattie sessuali: è necessario un cambiamento culturale

Alla luce della disinformazione che dilaga tra i giovani circa le malattie sessuali, l’educazione sessuale e sentimentale, e i tristi fatti di cronaca nera, anche Emmanuele Jannini, Presidente Accademia Italiana della Salute della Coppia (AISC), pone l’accento sul bisogno di una corretta informazione.

Chi è contro l’educazione sessuale nelle scuole di ogni ordine e grado lavora consciamente o inconsciamente per la pornografia in rete. Senza se e senza ma. Chi è contro l’educazione sentimentale che cambi il passo alla mentalità patriarcale, centrata sul maschio e sul suo potere rispetto alle donne e alle differenze di genere, è a favore dei violentatori e degli abusatori. Coloro che non favoriscono l’insegnamento della sessualità nelle facoltà di medicina e di psicologia, sono totalmente disinteressati a qualsiasi livello di miglioramento del sapere medico. Se c’è interesse al miglioramento della salute sessuale e riproduttiva della gente, quindi, deve essere resa ovviamente obbligatoria, la medicina della sessualità, come la cardiologia, la neurologia, la medicina legale o l’anatomia, nelle scuole di medicina di tutta l’Italia.

Malattie sessuali: perché partire dalle scuole

Internet, senza dubbio, è stata una rivoluzione nella vita di tutti noi.

Tuttavia, avere a disposizione qualsiasi tipo di informazione può generare, al contrario, disinformazione.

malattie sessuali adolescentiE se pensiamo al fatto che i giovani sono tra i più attivi online, allo stesso tempo corrispondono a una delle categorie maggiormente esposte.

“Per quanto riguarda l’educazione sessuale è fondamentale che la scuola arrivi ai ragazzi prima di altre fonti come, per esempio, la pornografia, la quale offre una visione distorta della realtà sotto svariati punti di vista. Il primo che arriva, per fare una metafora, mette la bandierina e diventa il modello per i giovani“, commenta Daniele Grassucci, Giornalista e Co-Founder di Skuola.Net.

I programmi scolastici, in materia di educazione sessuale e sentimentale, dovrebbero essere chiari e accattivanti, per non rischiare che, seppur presenti, siano considerati simili alla ‘ramanzina’ dei genitori.

“D’altro canto, è quasi totalmente assente una campagna informativa adeguata. Per esempio, tra i giovani sessualmente attivi solo il 44% dichiara di utilizzare il preservativo. Le generazioni passate, forse terrorizzate dagli spot pubblicitari che mettevano in guardia sui rischi di contrarre l’HIV, erano molto più attente. Infatti, stiamo assistendo a un’impennata delle infezioni sessualmente trasmesse, molte delle quali non sono quasi conosciute da parte dei giovani”, conclude Grassucci.

Possibili alternative alla visita di leva

Per praticare uno sport a livello agonistico è necessario il rilascio di un certificato medico adeguato.

Oltre ai classici esami quali spirometria, elettrocardiogramma ecc, viene effettuata dagli specialisti una visita di controllo generale che può evidenziare per tempo alcune problematiche come il varicocele, patologia che può portare all’infertilità maschile.

Quindi, in un certo senso, potremmo dire che lo sport diventa un ‘filtro’ di controllo per molti giovani.

Come controllare, invece, tutti gli altri?

Le case di comunità, per esempio, potrebbero servire a questo scopo, ma sono ancora poco diffuse sul territorio.

“Al compimento del 14° anno di età i giovani vengono depennati dalle liste dei pediatri e devono passare al medico di base. Tuttavia, molti di questi non si presentano al medico di base se non anni dopo per la comparsa di patologie di varia natura. E molte delle cartelle cliniche, contenenti diagnosi, patologie e cure pregresse dei giovani, non migrano correttamente dal pediatra al medico di base”, spiega Gaetano Piccinocchi, Tesoriere S.I.M.G. Società Italiana di Medicina Generale.

“Un modo per intercettarli – continua Piccinocchi – è rappresentato dal rilascio del certificato anamnestico, in seguito a visita medica, che anticipa la visita oculistica per la patente. È necessario porre l’attenzione su questo elemento, perchè è uno degli unici ‘filtri’ utili ai fini di una prevenzione, se non precoce, almeno presente”, conclude Piccinocchi.

Copertina Foto di Andrea Piacquadio: https://www.pexels.com/it-it/foto/uomo-che-indossa-una-felpa-rossa-e-pantaloni-neri-appoggiato-al-muro-845434/

Foto di cottonbro studio: https://www.pexels.com/it-it/foto/uomo-persone-ufficio-relazione-4100420/

Foto di Max Fischer: https://www.pexels.com/it-it/foto/gruppo-di-persone-in-piedi-sul-pavimento-di-cemento-grigio-5212363/

Umberto Urbano Ferrero, collaboratore -Torinese d’origine, cittadino del mondo per credo. Laureato in Lettere moderne, ama l’arte in tutte le sue forme e viaggia per conoscere il mondo, oltre che se stesso. Umberto è appassionato di sport e Urbano, al contrario di ciò che l’etimologia suggerisce, apprezza la vita a contatto con la natura. Ritiene la curiosità una delle principali qualità in una persona, caratteristica essenziale per guardare il mondo da più angolazioni.

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