Professioni sanitarie: valorizzare la loro identità (e autonomia)

Professioni sanitarie: valorizzare la loro identità (e autonomia)

Professioni sanitarie: per essere valorizzate, devono essere autonome. Grazie alla legge 42/99, (Disposizioni in materia di professioni sanitarie) si è riusciti ad affermarlo. Con essa gli infermieri, per esempio, non sono più una professione sanitaria ausiliaria, ma una professione sanitaria a tutti gli effetti. Poiché si è compreso di quanto aiuto potessero essere gli ausiliari. Stiamo parlando di tutte le professioni sanitarie tecniche, della riabilitazione e della prevenzione.

Professioni sanitarie: valorizzare la loro identità (e autonomia)Un professionista che veda riconosciuto il suo agire lavorerà meglio a favore del paziente. Perché l’agire di un professionista sia riconosciuto, è necessario tuttavia che questi abbia titoli adeguati e sia in grado di esercitare la professione stessa.

Il dialogo tra i soggetti, del resto, è importante.

“È percorrendo questa strada che, recentemente, i rappresentanti delle professioni sanitarie hanno elaborato e reso pubblico un manifesto nel quale si ribadisce che in tutte le decisioni politiche e in tutte le norme che riguardano il sistema socio-sanitario ci dev’essere concertazione”, ha affermato Fernando Capuano, anche presidente nazionale della Società italiana di Medicina diagnostica e terapeutica (Simedet). Il Sistema sanitario nazionale esiste da 40 anni, mentre la legge 42/99 ormai da venti.

Professioni sanitarie: gli elenchi speciali

Devono iscriversi agli elenchi speciali i soggetti che non esercitano la professione sanitaria? Capuano ha aggiunto: “Alcuni recenti interventi legislativi avrebbero potuto essere migliori. Lo sarebbero stati, se si fosse dato da subito ascolto a quanto suggerito dalle rappresentanze istituzionali delle professioni interessate: per esempio nel caso di alcuni commi della legge di bilancio di previsione 2019, che se non rafforzati dal decreto ministeriale di prossima emanazione rischiano di consentire che agli elenchi speciali si iscrivano soggetti che non esercitano una professione sanitaria”.

Professioni sanitarie: investire sul capitale umano

Sempre secondo Capuano, “I professionisti sanitari sono oggi 1,5 milioni di persone, cioè circa il 3% della popolazione italiana, e rendono conto di una spesa di dimensioni rilevanti, quindi è assolutamente prioritario investire sul capitale umano, in termini sia di formazione sia di valorizzazione. Ciò significa non solo che si deve arrivare al rinnovo contrattuale, ma anche che tutte le figure professionali della sanità (tecnici di laboratorio, tecnici di radiologia, fisioterapisti, tecnici ortopedici, podologi, etc…) devono essere coinvolti nelle fasi decisionali”. Si delinea in questo modo il futuro.

Professioni sanitarie: rivendicazioni corporative?

Si tratta di mere rivendicazioni corporative? Forse no, poiché avere professionisti motivati e coinvolti ha Professioni sanitarie: valorizzare la loro identità (e autonomia)una dimostrata importante ricaduta positiva sulla sicurezza e sulla qualità delle prestazioni erogate. Sottolinea Capuano: “La nostra intenzione è quella di lanciare alla politica la proposta di un’alleanza positiva, di collaborazione”.

Professioni sanitarie: tutelare la cittadinanza

Le professioni, tramite i loro Ordini, vogliono anche aprirsi alla popolazione. Così conclude Capuano: “Vogliamo spiegare come un Ordine professionale possa non essere una mera struttura burocratica, bensì un soggetto che, attraverso il costante controllo e la costante promozione della qualità dei professionisti iscritti, può contribuire a tutelare la cittadinanza”.

Legge 42/99: guardiamola da vicino

“La legge 42/99 è il germe legislativo della recente legge 3/2018 sugli Ordini delle professioni che erano regolamentate, ma non anche ordinate. Sin dalla prima metà degli anni ’90, 17 delle 19 professioni oggi afferenti all’Ordine Tsrm Pstrp avevano il profilo professionale, ma mancava un ultimo passaggio normativo: la 42/99 è stata una pietra miliare per tutta la legislazione delle professioni sanitarie, superando l’ausiliarietà e il relativo mansionario”.

Professioni sanitarie: valorizzare la loro identità (e autonomia)Questa legge è stata proposta e portata avanti dal deputato del Partito Democratico Augusto Battaglia, ma è stata poi accolta favorevolmente da tutto l’arco costituzionale. Queste le parole di Capuano: “La legge è stata sostenuta sia dal centrodestra sia dal centrosinistra, e si può ricordare anche l’impegno per la sua approvazione e attuazione delle donne che si sono succedute al Ministero della Sanità: Maria Pia Garavaglia, Rosy Bindi, Livia Turco e Beatrice Lorenzin”.

Un convegno è stato organizzato il 26 febbraio di quest’anno dalla Federazione nazionale Ordini dei Tecnici sanitari di Radiologia medica e delle Professioni sanitarie tecniche, della riabilitazione e della prevenzione (Fno Tsrm Pstrp): il tema era “I primi 20 anni della Legge 42/99” (Aula dei Gruppi Parlamentari, Via di Campo Marzo 78, Roma). L’iniziativa è stata realizzata in collaborazione con la Federazione Nazionale Ordini Professioni infermieristiche (Fnopi) e con la Federazione nazionale Ordini professioni ostetriche (Fnopo).

About Giorgio Maggioni

È dal 1993 che studia, analizza e sfrutta il WEB. Dicono sia intelligente, ma che non si applichi se non sotto stress, in quel caso escono le sue migliori idee creative. Celebre la sua frase: “è inutile girarci in giro, chi non usa il web è destinato a fallire”. È docente di webmarketing per l’internazionalizzazione d’impresa, dove incredibilmente, per ora, è riuscito a non rovinare alcuno studente. In WMM si occupa di sviluppare modelli di business utilizzando logiche non convenzionali.

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