Vista e prevenzione: nel 2030 raddoppierà il numero di non vedenti

Vista e prevenzione: nel 2030 raddoppierà il numero di non vedenti

Parlare di vista e prevenzione può sembrare non essenziale.

La vista o si ha buona, o se la si perde è tardi. Questo potrebbero pensare alcune persone. Ma non è proprio così.

Tuttavia, non tutti sanno che la vista modula l’84% delle nostre azioni quotidiane ed è, per questo motivo, il senso principale attraverso il quale conosciamo il mondo che ci circonda.

Inoltre, molti problemi alla vista si possono risolvere o, quantomeno, limitare, se presi per tempo.

Vista e prevenzione: il 50% della popolazione mondiale potrebbe essere miope entro il 2050

Parlando di vista e prevenzione, tutti noi abbiamo letto almeno una volta che l’esposizione prolungata a schermi di vario tipo sia dannosa per la nostra vista.

Per quale motivo?

Gli schermi di smartphone, tablet, PC e TV emettono la cosiddetta ‘luce blu‘, una forma di radiazione elettromagnetica dello spettro visibile che è particolarmente dannosa per la nostra vista entro una frequenza che oscilla tra i 390 e i 455 nm.

Infatti, le lentianti luce blu‘ sono dotate di un apposito filtro per mitigarne l’effetto, e sono generalmente da preferire a quelle che, invece, ne sono sprovviste.

Non va dimenticato, inoltre, che passare tante ore davanti al PC può essere causa di problemi posturali, alla cervicale e molti altri ancora.

Vista e prevenzione: nel 2030 raddoppierà il numero di non vedenti
Claudio Valter Tonetto

Ma non è tutto.

“Il cellulare è peggiore rispetto al PC in quanto, tendenzialmente, si guarda lo schermo più da vicino. L’accomodazione e, di conseguenza, la messa a fuoco dell’oggetto, è sotto sforzo e, dopo un po’ tempo, può causare problemi di miopia“, commenta Claudio Valter Tonetto, oculista presso la Clinica Cellini di Torino e l’Istituto IRM di Pianezza (To).

Questo è uno dei motivi per cui un numero sempre maggiore di giovani potrebbe soffrire di miopia nei prossimi anni. Un valido motivo per parlare di vista e prevenzione.

Parlando di problemi legati alla vista, non si può non citare la degenerazione maculare senile. Questa malattia è associata all’invecchiamento e colpisce la macula, ossia la porzione più centrale della retina. È la principale causa di perdita grave della visione centrale dopo i 55 anni.

I fattori di rischio principali sono rappresentati dall’ipertensione arteriosa, da una alimentazione poco sana e dal fumo di sigaretta. Inoltre, le donne sembrano essere più predisposte a questa patologia.

“Una donna con la pressione alta e fumatrice da molti anni corre un rischio 9 volte maggiore di contrarre tale patologia”, afferma Tonetto.

Vista e prevenzione: quando fare una visita di controllo?

Considerando l’importanza della vista per una persona, e facendo tesoro degli spunti riguardanti la sua prevenzione, quando dovremmo recarci dall’oculista per una visita di controllo?

  • Visita alla nascita. “Entro i primi 3-4 giorni di vita sarebbe importante che il neonato facesse una visita oculistica”, spiega Tonetto. Infatti, un semplice esame morfologico, che esamina la struttura dell’occhio, può rilevare la presenza, o meno, di cataratte e tumori congeniti.
  • Primi anni di vita. In questo caso è importante l’osservazione di anomalie da parte dei genitori, in quanto il bambino comunica ancora poco. Per esempio, se il bimbo gira la testa in modo strano per guardare qualcosa o se ha difficoltà a vedere da vicino o lontano. “Questa età è fondamentale per prevenire l’ambliopia, vale a dire la condizione da occhio pigro“, continua Tonetto. Ciò che conta, nei primi anni di vita, è che il bambino non sviluppi una differenza di più di 3 decimi tra i due occhi. Infatti, il cervello non può elaborare immagini così differenti che arrivano dai due occhi e, per ovvi motivi, l’occhio che vede meno bene sarà sempre meno utilizzato. Anche perchè il bambino non ha esperienza di cosa voglia dire ‘vedere bene’, e la condizione in cui si trova è ritenuta la normalità. I dieci decimi, che costituiscono una vista ottimale, possono arrivare, invece, anche intorno ai 6 anni.
  • Dai 6 ai 18 anni. Se le visite oculistiche negli anni precedenti sono state effettuate scrupolosamente, non dovrebbero esserci grandi problemi. Tuttavia, ci sono due casi principali da segnalare. Il primo è la miopia, che tende a svilupparsi proprio in questa età. Il secondo è rappresentato dai traumi da sport, come per esempio una pallonata, che possono alterare la funzione visiva.
  • Vista e prevenzione: nel 2030 raddoppierà il numero di non vedenti
    Griglia di Amsler

    40-45 anni. Quello che si potrebbe definire come ‘ l’inizio della fine della giovinezza’ è un periodo in cui le persone sono più predisposte al glaucoma, una malattia del nervo ottico che, fino a pochi decenni fa, era la principale causa di perdita della vista. “Le cause principali del glaucoma hanno spesso caratteristiche ereditarie“, continua Tonetto.

  • Dopo i 60 anni. Arrivati a questa età le visite dovrebbero essere più frequenti in quanto molte patologie si sviluppano proprio con l’invecchiamento, come nel caso della degenerazione maculare senile. “Uno strumento utile è rappresentato dalla Griglia di Amsler“, aggiunge Tonetto. Si tratta di un reticolo con al centro un puntino scuro, da osservare prima coprendo un occhio e poi l’altro. Se una qualsiasi zona della griglia appare ondulata, sfocata o scura, bisogna contattare immediatamente l’oculista.

Mancanza di personale e lunghe liste d’attesa

Sono principalmente due le problematiche che attanagliano il settore oculistico: la mancanza di personale e le liste d’attesa.

I dati parlano di 3000 oculisti nel pubblico e 4000 nel privato.

Vista e prevenzione: nel 2030 raddoppierà il numero di non vedenti
Matteo Piovella

“Nel 2030 il 40% dei medici oculisti che lavorano per il Sistema Sanitario Nazionale raggiungerà l’età pensionabile. In molte regioni del Sud Italia, inoltre, ci sono liste d’attesa di più di 2 anni per curare una cataratta“, spiega Matteo Piovella, presidente della Società Oftalmologica Italiana dal 2010. Sono dati che, arrivati a questo punto, risultano allarmanti.

La situazione, quindi, è destinata a peggiorare?

“La maggior parte degli oculisti di vecchio stampo è abituata a fare visite complete. Viene profilata un’anamnesi dei problemi alla vista del paziente e della sua famiglia e, successivamente, l’oculista effettua una visita dettagliata e, se necessario, prescrive ulteriori esami. Questo sistema funziona ma, per accelerare i tempi, si potrebbe fare di più“, commenta Tonetto.

“Una serie di operazioni di base potrebbero essere svolte dagli optometristi che sono qualificati per questo e permetterebbero agli oculisti di risparmiare tempo prezioso da dedicare a più pazienti per controlli più dettagliati”, continua Tonetto.

Per riassumere, una valida opzione per mantenere la qualità, quasi raddoppiando il numero di persone visitate.

Il 20° Congresso Internazionale SOI

Lo scorso 18 maggio si è tenuta la presentazione del 20° Congresso Internazionale SOI (Società Oftalmologica Italiana).

Durante la conferenza sono stati molti i temi trattati, e tra i principali possiamo citare l’accesso alle cure necessarie per prevenire e curare i problemi alla vista, le lunghe liste d’attesa per gli interventi chirurgici, la necessità di finanziamenti per l’intero settore oculistico.

“Un Servizio sanitario nazionale equo è, sulla carta, ancora una priorità per l’Italia. Infatti, in base alla legge nr. 833 del 1978, sono chiari i principi di uguaglianza, universalità ed equità per ciò che concerne l’estensione delle prestazioni sanitarie a tutta la popolazione”, commenta Nino Cartabellotta, medico e presidente della Fondazione GIMBE.

Tuttavia, i finanziamenti alla sanità pubblica non sono più sufficienti.

Cartabellotta ha parlato di una ‘coperta corta‘ sulle regioni che, inevitabilmente, le porta a effettuare tagli sul personale medico-sanitario. Inoltre, questo problema impedisce, soprattutto nel pubblico, di garantire alle strutture statali di avere accesso a macchinari di ultima generazione.

Tuttavia oggi, in ambito oculistico come in molti altri settori, il progresso scientifico ha migliorato notevolmente la qualità del servizio offerto. “Il problema, spesso, è legato a una mancanza di informazione. I pazienti devono sapere che alcuni dei loro problemi sarebbero risolvibili in strutture adeguate. Pur curando 2 milioni di persone all’anno, non stiamo facendo abbastanza”, continua Piovella.

Infatti, secondo alcune stime, sembra che nel 2030 il numero delle persone non vedenti in Italia potrebbe raddoppiare.

La carovana della vista 

“Per ottenere una qualità della visione ottimale è necessario avere lenti di ultima generazione, ma con la certezza che i nostri occhi siano perfettamente in salute. Ambliopia, cataratta, distacco di retina, maculopatie sono tra i principali obiettivi del nostro virtuoso impegno a salvaguardia della vista”, afferma Piovella.

Tuttavia, è necessario che le persone siano informate e che comprendano l’importanza della prevenzione.

Per questo motivo SOI ha organizzato la “Carovana della vista“, un evento che farà tappa in tre snodi principali della Penisola: Milano, Roma e Lecce.

La partenza dell’iniziativa, e relative date, sono ancora da definire, ma una cosa è certa: diffondere informazione è il primo passo per curare la vista e poterla preservare al meglio.

Un gap tra innovazione ed erogazione dei servizi

“Noi oculisti siamo un po’ come una Ferrari ai box. Quando piove ci montano delle gomme da asciutto, e quando c’è il sole delle gomme ideali per l’asfalto bagnato“, commenta con ironia Piovella.

La metafora è semplice. Il mondo degli oculisti, per il presidente SOI, ha un grandissimo potenziale. Alcune stime, da lui stesso riportate, vedono i pazienti sottoposti a chirurgia oculistica più soddisfatti rispetto a operazioni chirurgiche in altri settori, con un riscontro positivo da parte dei pazienti, post intervento, che si aggira intorno al 97%.

Tuttavia, affinchè in tutta Italia si possa beneficiare del progresso scientifico e tecnologico di questo settore, è necessario che i macchinari di ultima generazione non siano un’esclusiva delle strutture private o di eccellenza (in ambito pubblico).

Dalla politica arrivano, forse, i primi segnali di un maggiore interesse riguardante vista e prevenzione. Fino al 31 dicembre 2023, ogni membro di un nucleo familiare con ISEE non superiore a 10 mila euro, p accedere al ‘Bonus vista.

In cosa consiste questo bonus? Si tratta di un contributo di 50 euro che può essere utilizzato per l’acquisto o il rimborso di occhiali da vista o lenti a contatto correttive. Qui trovate maggiori informazioni per richiederlo.

 

 

 

 

Foto Griglia di Amsler: Fondazione Macula

Copertina foto di Andrea Piacquadio: https://www.pexels.com/it-it/foto/ragazza-in-camicia-blu-che-indossa-occhiali-da-lettura-libro-di-lettura-3755716/

About Umberto Urbano Ferrero

Umberto Urbano Ferrero, collaboratore Torinese d’origine, cittadino del mondo per credo. Laureato in Lettere moderne, ama l’arte in tutte le sue forme e viaggia per conoscere il mondo, oltre che se stesso. Umberto è appassionato di sport e Urbano, al contrario di ciò che l’etimologia suggerisce, apprezza la vita a contatto con la natura. Ritiene la curiosità una delle principali qualità in una persona, caratteristica essenziale per guardare il mondo da più angolazioni.

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