Yoga e oli essenziali: è un accoppiamento vincente. Esiste infatti una relazione “tra lo yoga, il sistema dei Chakra e gli oli essenziali. Un sapiente impiego di questi ultimi può supportare la pratica, potenziandone i benefici”. Lo yoga, dunque, come realizzazione dell’unità di corpo, mente, spirito e respiro, sarà valorizzato dalle sensazioni di benessere che derivano dall’inalazione degli oli essenziali durante la pratica.
Se si può dire che pensare di apprendere lo yoga dai libri sia come illudersi di conoscere i segreti dell’oceano studiandone la superficie, è comunque utile il testo Yoga con gli oli essenziali (quali scegliere e come usarli per potenziare gli effetti della pratica), edito da red!, che conta 160 pagine, per un prezzo pari a 16 euro.
Yoga e oli essenziali: l’intervista
L’autore è Maurizio Morelli, fondatore e responsabile della Libera scuola di Hatha Yoga Hamsa di Milano, nonché ideatore del metodo Pranayoga: si tratta di una maniera di insegnare precisa e al tempo stesso morbida, rispettosa dei limiti individuali e capace di valorizzare le potenzialità di ognuno. Lo scrittore pratica lo yoga fin dalla prima giovinezza, ha studiato con un gran numero di maestri, in Italia e in India. Ha iniziato a insegnare Hatha Yoga verso la fine degli anni Settanta, pubblicando nel tempo diversi libri e dvd sullo yoga, circa quaranta, e scrivendo decine di articoli e saggi per riviste specializzate.
Lo abbiamo raggiunto e intervistato. Queste le sue parole.
In che modo gli oli essenziali supportano la pratica dello yoga? Come funziona questa sinergia?
“L’impiego di oli essenziali o miscele calibrate degli stessi durante una lezione di yoga permette di creare un’atmosfera magica e di includere nella pratica un senso poco utilizzato e negletto, l’olfatto, il più antico e fondamentale dei nostri sensi. Stimolare la percezione olfattiva significa espandere e approfondire il nostro campo di consapevolezza, incontrare sensazioni dimenticate, aprire nuovi circuiti neuronali, risvegliare memorie e conoscenze sopite, recuperando alla coscienza le nostre radici più ataviche e remote memorie biologiche, implementare la rotondità della nostra Shadana.
Significa anche sviluppare, attraverso il contatto profondo con gli oli essenziali, che sono lo spirito delle piante, un rapporto intenso e privilegiato con il mondo vegetale: alberi, erbe, fiori e frutti da cui dipende la vita di ognuno di noi e in cui sono riposti equilibrio, bellezza e infinite potenzialità di cui possiamo divenire partecipi.
L’aroma degli oli essenziali viene diffuso tramite diffusori di vario genere, dalla classica vaschetta con sotto la candelina ai più moderni apparecchi a ultrasuoni”.
Yoga e oli essenziali: il segreto
“Il segreto degli oli essenziali è che sono pura luce allo stato fluido. Rinnovano la nostra energia, regolano le vibrazioni dei Chakra, intensificano la luminosità della nostra aura.
Gli oli essenziali sono soprattutto vibrazione luminosa e olfattiva e questo permette un rapporto diretto e immediato tanto con la psiche che con il corpo. Non ci sono praticamente barriere, l’azione è immediata, le controindicazioni e gli effetti collaterali poco probabili purché si rispettino le dosi, le modalità e alcune semplici regole nel loro utilizzo. Sono molto gradevoli, hanno una funzione altamente protettiva oltre che direttamente equilibrante, possono essere usati per un tempo relativamente prolungato dando così al complesso sistema psicofisico il tempo e i modi per accordarsi in armonia con l’ambiente esterno”.
Yoga e oli essenziali: la frequenza vibratoria
“Da un punto di vista energetico ciò che distingue un olio essenziale da un altro è la frequenza vibratoria, l’essere cioè in relazione con le vibrazioni di un Chakra anziché di un altro.
Ognuno degli oli essenziali trattati ha uno spettro vibrazionale che sta all’interno della frequenza di un determinato Chakra, e in alcuni casi ha anche relazioni secondarie con altri. Relazione secondaria significa che quella vibrazione è in grado di mantenere aperti e sgombri i canali di comunicazione tra energie diverse, cioè favorire sinergie. Porsi attraverso l’olfatto in contatto vibrazionale con una specifica essenza non richiede particolare esperienza: facendo un attimo di vuoto mentale siamo in grado di sentire con precisione in quale zona del corpo si genera la reazione e quali caratterizzazioni psichiche vengono stimolate. È bene tenere presente che questa classificazione non può essere mai considerata assolutamente esatta per il semplice motivo che, nella stessa tipologia d’olio essenziale ma con provenienza, lavorazione e grado di purezza differente, si possono registrare variazioni anche sensibili di frequenza. La prima regola è scegliere prodotti di qualità garantita, ma l’esperienza diretta e la prova empirica sono insostituibili e anche un modo piacevole di incrementare la propria sensibilità e ricettività, di entrare in contatto diretto con il mondo delle vibrazioni”.
Yoga e oli essenziali: la vibrazione simpatica
“Il potere benefico degli oli essenziali è da porre in relazione a quello che è uno dei principi fondamentali dell’universo: la legge della vibrazione simpatica. Questa legge può essere riassunta nel seguente concetto: entità vibrazionali distinte ma simili tendono a entrare in simpatia, cioè ad accordarsi e a creare un’armonia.
La legge universale della vibrazione simpatica ha in sé un principio ordinante e unificante, è la migliore espressione di ciò che noi chiamiamo salute (quando tutti gli organi vibrano in armonia), comunicazione, civiltà e anche amore, perché l’amore è prima di tutto unità nell’armonia. La vibrazione simpatica è un atto di connessione ordinata e armonica, e ci mantiene partecipi del mondo al più alto livello possibile. Quando la vibrazione simpatica si spezza, si interrompe, la quantità di realtà di cui siamo partecipi si riduce e scade la qualità, ovvero si riduce e scade la qualità e la quantità del percepito.
Se un Chakra perde la sua armonia, cioè entra in dissonanza, tende a influenzare negativamente l’intero sistema e ciò è causa di malessere e afflizione. Gli oli essenziali, singolarmente o sapientemente miscelati, sono in grado di ricreare sulla persona e nell’ambiente le frequenze vibratorie danneggiate, favorendo per risonanza il recupero dell’equilibrio, l’allineamento dei Chakra e l’instaurarsi di un circuito positivo”.
Qual è il ruolo dell’ambiente e del contesto nella pratica yoga associata all’uso degli oli essenziali?
“L’ambiente dovrà essere protetto, cioè un ambiente chiuso, una sala arredata correttamente, con sottofondo di musica soffice e i giusti oggetti e colori sul perimetro”.
Yoga e oli essenziali: può indicarci un esempio di sequenza yoga e olio essenziale adatto ad accompagnarla?
“Generalmente conviene impiegare miscele composte con più oli essenziali ma, per fare un esempio molto semplice, l’olio essenziale di sandalo può andare bene anche da solo per una meditazione o per una breve sequenza come Posizione Gatto, Tigre, Torsione spinale semplice e Ostrica”.
A che cosa, in particolare, risulta utile la sequenza e cosa l’ha portata a sceglierla tra tante opzioni disponibili?
“Si tratta di una sequenza molto breve, ma completa, mirata sull’energia del Chakra Svadhisthana e quindi utile per tutte le problematiche del sistema uro-genitale, ma anche per agitazione psichica e per elasticizzare la colonna vertebrale. La sua semplicità la rende adatta anche ai praticanti non esperti”.