Andropausa: scoperta molecola per prevenire sintomi dell’invecchiamento
Ad Abano Terme è stato presentato un peptide inedito, un piccolo frammento di osteocalcina, che interesserà gli ultrasessantenni.
Infatti, quattro milioni di maschi italiani è colpito da bassa produzione di testosterone associata a un quadro clinico caratterizzato da osteoporosi, sindrome metabolica e disturbi della sessualità.
“Gli autori della ricerca sostengono che questa molecola possa essere una nuova possibilità farmacologica per migliorare la sintomatologia associata all’andropausa“, dice il professor Carlo Foresta.
I problemi legati alla bassa produzione di testosterone
La funzione del testicolo si riduce progressivamente con l’età e le stime internazionali indicano che circa un terzo degli uomini con più di 65 anni ha una bassa produzione di testosterone, condizione nota come ipogonadismo.
Tra i segni e i sintomi più frequenti troviamo le alterazioni metaboliche, l’osteoporosi, la depressione, la riduzione della muscolatura, la diminuzione del desiderio sessuale e i disturbi del sonno.
La riduzione del testosterone che si determina nel soggetto anziano può avere un ruolo nelle manifestazioni cliniche.
Il gruppo di ricerca dell’Università di Padova, coordinato dal professor Carlo Foresta, ha dimostrato che la ridotta funzione del testicolo nell’anziano, oltre a ridurre il testosterone, influenza negativamente la produzione di osteocalcina.
Una proteina prodotta dall’osso in grado di controllare i normali meccanismi che regolano il metabolismo, la massa muscolare e la funzionalità testicolare stessa.
“In particolare stimola la produzione di testosterone ma anche l’attivazione della vitamina D, aumenta il rilascio di insulina e persino la sensibilità periferica all’insulina stessa, concorrendo a limitare e a curare gli effetti della sindrome metabolica”, spiega Carlo Foresta.
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L’osteocalcina si lega a un recettore specifico ampiamente studiato per il suo ruolo di regolatore metabolico e ormonale.
I ricercatori di Padova hanno isolato e sintetizzato un piccolo frammento di osteocalcina che interagisce e attiva i meccanismi recettoriali.
Questo peptide è risultato essere in grado di determinare gli stessi effetti dell’osteocalcina sull’osso, sulla secrezione di insulina, sulle cellule adipose e sulla produzione di testosterone.
“Gli autori della ricerca sostengono che questa molecola possa essere una nuova possibilità farmacologica per migliorare la sintomatologia associata all’andropausa.
Ricordiamo che nell’uomo dopo i quarant’anni si assiste a una lenta caduta della funzionalità testicolare che può associarsi a un quadro clinico caratterizzato da osteoporosi, obesità, sindrome metabolica, disfunzioni erettili e altre alterazioni della sessualità, oltre alla riduzione della massa muscolare”, conclude Carlo Foresta.