Maculopatia: sapevate che porta alla cecità? Qualche dettaglio.

Maculopatia: sapevate che porta alla cecità? Qualche dettaglio.

Maculopatia: non si tratta, come si crederebbe dal nome, di una macchia che si forma sull’occhio. Parliamo, invece, di qualsiasi patologia che colpisce la macula, zona della retina che permette la visione centrale distinta. E’ grazie alla macula che riconosciamo i volti, leggiamo, guidiamo. Perdere le funzionalità della macula, come appare chiaro, è molto grave per la nostra vista. Grave: fino a che punto?

Maculopatia: un sondaggio

E’ stato posto in essere un sondaggio in argomento: il primo, in Italia, riguardante la degenerazione maculare. E’ stata rilevata l’opinione di un campione rappresentativo della popolazione italiana: in particolare, i soggetti che superavano i cinquant’anni. Ha condotto la ricerca l’istituto Lorien consulting, che ha collaborato con il Centro ambrosiano oftalmico (Camo). Ecco un’opportunità, per ascoltare le parole di chi è colpito dalla malattia, che avendo superato i cinquant’anni riguarda il 5,3% dei soggetti. Il totale è pari, secondo le stime, a 1.400.000 sofferenti in Italia: un dato più che rilevante.

Maculopatia: colpisce più le donne che gli uomini

I soggetti che soffrono di questa patologia sono risultati in prevalenza donne, rispetto al totale del campione: il 69%, contro il 54% del totale. Una volta rilevati i dati, essi sono stati posti in correlazione con la percezione che se ne ha in generale: secondo la comune opinione, la patologia colpisce più donne che uomini.

Maculopatia: provenienza geografica

Gli individui con maculopatia, nel 40% dei casi, contro il 27%, provengono dal Nordovest.

Maculopatia: età

Maculopatia: sapevate che porta alla cecità? Qualche dettaglio.Abbiamo proposto in glossa a questo articolo immagini di occhi, a prescindere dall’età dei soggetti. L’età, tuttavia, come appare chiaro dal sondaggio, è distribuita in maniera diametralmente opposta rispetto alla popolazione e con una maggiore concentrazione di ultraottantenni: parliamo del 54% dei casi, contro il 14% nel totale del campione. I soggetti intervistati, come abbiamo detto, erano tutti ultra-cinquantenni.

Maculopatia e abitudini di vita scorrette

Secondo l’indagine condotta, è inoltre presente un collegamento tra la Degenerazione maculare (maculopatia) e altre patologie, o abitudini di vita scorrette. Rispetto al resto della popolazione, i soggetti con maculopatia hanno più facilmente il diabete (25%) rispetto al resto della popolazione ultracinquantenne (11%). E ancora: hanno subito o devono subire interventi di cataratta (35%, contro 13%) o soffrono di ipertensione (46% contro 35%). Tra gli individui con maculopatia, inoltre, ci sono più fumatori (31%) che nel resto del campione (23%).

Chi conosce la maculopatia?

Nonostante le apparenze, la maculopatia è diffusa. Nonostante le apparenze: perché? Perché il 32% dei non sofferenti afferma di conoscerla, ma solamente l’11% riesce a darne spontaneamente una definizione più precisa e a ricordarne alcuni degli effetti principali.

Maculopatia: effetti principali

Tra gli effetti principali della maculopatia, ricordiamo la percezione di scotomi e di distorsioni (metamorfopsie). Si può arrivare, quasi quasi, alla perdita della vista.

Per quanto concerne gli scotomi, parliamo di scotomi positivi, cioè perdite di visione al centro del campo visivo, e non di scotomi negativi, cioè macchie nere nella zona centrale del campo visivo.

Maculopatia: le opinioni di chi è colpito (e di chi non lo è)

Tra chi è colpito, naturalmente, la conoscenza degli effetti principali è più radicata. Ma non di molto: parliamo appena del 29% dei soggetti. Quando, poi, viene indicata la corretta definizione della patologia, coloro che riferiscono di esserne a conoscenza salgono, nell’ambito dell’intera popolazione, al 41% nella popolazione. Ma… attenzione! Siamo ancora al di sotto della metà degli intervistati. Fra coloro che ne soffrono, naturalmente, la percentuale raggiunge il 100%.

Maculopatia: comunicare in argomento

Coloro che non soffrono di maculopatia, ma che la conoscono, è il passaparola (10%) il principale canale di comunicazione. La percentuale di coloro che ne hanno sentito parlare tramite i media tradizionali, del resto, è ancora molto bassa.

Maculopatia: chi conosce i sintomi e le cause

Degenerazione maculare: non tutti conoscono i sintomi e le cause. Soltanto il 25% del totale campione Maculopatia: sapevate che porta alla cecità? Qualche dettaglio.ricorda le corrette cause, fra cui diabete, un’età superiore ai 50 anni e l’ipertensione. Il 20% del medesimo campione cita almeno un sintomo corretto, in primis la perdita della capacità visiva. Per gli affetti dalla patologia, naturalmente, tali percentuali salgono rispettivamente all’81% e al 75%.

Maculopatia: tutti attenti all’esame che salva dalla cecità

La percezione della gravità della malattia è la maggiore differenza tra i soggetti intervistati.

Se i soggetti nei quali si riscontra la patologia, in una scala da 1 a 10, la giudicano in media all’8,7, con un 54% che indica un voto tra 9 e 10, per gli ultracinquantenni italiani il punteggio medio è pari a 7. In quest’ultimo caso, più
della metà del campione non sa indicare nessun voto.

C’è di più. In tantissimi (il 74%) non è a conoscenza di un fatto: è sufficiente un semplice esame oculistico, chiamato Oct, oltre agli esami più specifici, al fine di ottenere una diagnosi della malattia.

Maculopatia: la parola agli esperti

Secondo il professor Francesco Bandello, ordinario di Oftalmologia dell’università Vita e salute del San Raffaele, “Una diagnosi precoce, ottenibile con un semplice esame non invasivo che dura pochi minuti – è fondamentale per anticipare la terapia nei tempi giusti”.

Maculopatia: novembre è stato il mese della prevenzione

Novembre, quasi al termine, è ed è stato il mese della prevenzione della maculopatia: l’iniziativa, promossa da Camo, in collaborazione l’Ospedale San Raffaele di Milano, ha avuto il patrocinio del ministero della Salute.

Visite gratuite si sono svolte e si svolgono presso 15 centri di eccellenza su tutto il territorio, al fine di diagnosticare questa patologia.

Così si è espresso il dottor Lucio Buratto, direttore scientifico del Centro ambrosiano oftalmico (Camo): “Proprio perché siamo consapevoli che la popolazione ignora la gravità della maculopatia abbiamo deciso di attuare questo grande screening con una task force di specialisti. Vogliamo fermare questa epidemia che porta grave compromissione della vista”.

E’ ancora presto per trarre le somme di questa interessante iniziativa. Tutto quello che sappiamo al momento è che la maculopatia mina la qualità della vita dei soggetti: non distinguono più altro che le sagome delle persone; non vedono più il colore degli occhi; hanno bisogno di specchi a dieci ingrandimenti per intuire il proprio volto. Se sono fortunati.

Devono sottrarsi, come già affermato, al desiderio di leggere un libro in versione cartacea, perché i caratteri sono troppo piccoli; perdono il piacere della tv, se non a distanza molto ravvicinata. Se sono fortunati. A meno che non svolgano un mestiere che non prevede l’uso della vista, non possono lavorare.

Le immagini risultano distorte (metamorfopsie). Le righe di congiunzione delle piastrelle sembrano avere delle storture. E’ anche possibile la percezione errata della dimensione degli oggetti osservati, anche se con minor frequenza.

Quindi deve risaltare l’azione di prevenzione svolta questo mese ad alto livello, affinché il problema riguardi il minor numero possibile di soggetti.

Ecco le parole del dottor Paolo Rossi, presidente di Lorien consulting e direttore della ricerca: “L’indagine ha fatto emergere un alto numero di sofferenti di questa patologia. Eppure sono ancora in pochissimi a conoscerla e a ricordare dettagli correlati a essa. Chi la vive ne conosce certamente il livello di gravità, ma fra gli altri la conoscenza è talmente esigua da non sapere che basterebbe una visita medica oculistica per averne una prima diagnosi”.

Maculopatia: la metodologia d’indagine

Ma qual è stata la metodologia di raccolta quantitativa dei dati scelta per condurre l’indagine? La Cati, Computer aided telephonic interview, intervista telefonica con l’ausilio del computer. Si è lavorato su un campione di 600 persone, rappresentativo per sesso, età, area geografica e ampiezza del centro abitato, nell’ambito della popolazione italiana over 50.
Il sondaggio è stato realizzato tra il 11 e il 16 settembre di quest’anno. Siamo certi che servirà a qualcosa.

About Giorgio Maggioni

È dal 1993 che studia, analizza e sfrutta il WEB. Dicono sia intelligente, ma che non si applichi se non sotto stress, in quel caso escono le sue migliori idee creative. Celebre la sua frase: “è inutile girarci in giro, chi non usa il web è destinato a fallire”. È docente di webmarketing per l’internazionalizzazione d’impresa, dove incredibilmente, per ora, è riuscito a non rovinare alcuno studente. In WMM si occupa di sviluppare modelli di business utilizzando logiche non convenzionali.

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