National Biodiversity Future Center: 7 consigli per proteggere la biodiversità
È nato il National Biodiversity Future Center, il primo centro italiano per la ricerca e la salvaguardia della biodiversità.
Un tema molto delicato, quello della biodiversità, che deve essere protetta dalla minaccia dell‘inquinamento ambientale.
Sapevate che ci sono alcune semplici azioni che ognuno di noi può mettere in atto per dare il suo contributo?
Il National Biodiversity Future Center
Il 22 maggio, in occasione della Giornata mondiale della biodiversità, è stato presentato il National Biodiversity Future Center (NBFC). Il primo centro di ricerca italiano dedicato alla biodiversità, con sede a Palermo, che sarà coordinato dal Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr).
L’Italia, aprendo questo centro, lancia un messaggio concreto per promuovere la gestione sostenibile della biodiversità. Infatti, questa svolge un ruolo cruciale nel funzionamento di tutti gli ecosistemi del Pianeta ed è alla base della vita sulla Terra, con un impatto diretto sul benessere della collettività e del singolo.
La varietà biologica in tutte le sue forme, microbi, piante, animali, persone e culture, è un patrimonio ricchissimo in Italia. Basti pensare che, nel nostro Paese, è concentrata una diversità biologica tra le più significative di tutta l’Europa: 60.000 specie animali, 10.000 varietà di piante e oltre 130 ecosistemi ( secondo i dati Ispra, Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale).
“Il National Biodiversity Future Center contribuisce a monitorare, preservare e ripristinare gli ecosistemi terrestri, marini e urbani della Penisola e del Mediterraneo, aiutando a valorizzare la biodiversità rendendola un elemento centrale su cui fondare lo sviluppo sostenibile”, dichiara Maria Chiara Carrozza, Presidente del Consiglio nazionale delle ricerche.
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La biodiversità, tradotta dall’inglese biodiversity ( a sua volta abbreviazione di biological diversity) può essere definita come la ricchezza di vita sulla Terra.
Piante, animali, microrganismi, persone, gli ecosistemi che costituiscono e che vivono in precario equilibrio.
Questa varietà non si riferisce solo alla forma e alla struttura degli esseri viventi ma, bensì, anche la diversità intesa come abbondanza, distribuzione e interazione tra le diverse componenti del sistema stesso.
Un ecosistema sano e con buone prospettive di vita è ricco di specie che interagiscono tra loro.
Come possiamo proteggere la biodiversità?
L’uomo attraverso la deforestazione, l‘inquinamento, gli allevamenti e le coltivazioni intensive, può turbare i delicati meccanismi naturali.
È bene sapere che ci sono semplici azioni quotidiane, o accorgimenti, che ognuno di noi può mettere in pratica per contribuire alla salvaguardia della biodiversità, semplicemente vivendo in maniera sostenibile per l’ambiente.
7 semplici accorgimenti
- Acqua. Proteggere la risorsa idrica, il cosiddetto oro blu, è di primaria importanza. Per questo motivo dobbiamo evitare di sprecarla e inquinarla. Per esempio, dovremmo limitare il consumo di acqua in bottiglie di plastica, utilizzando borracce e favorendo il consumo di quella del rubinetto filtrata con semplici depuratori casalinghi. Inoltre, evitare sprechi di acqua quando ci laviamo, ricordandoci di spegnere il rubinetto quando ci insaponiamo sotto la doccia o mentre ci laviamo i denti.
- Sapone. Sarebbero da preferire i saponi convenzionali rispetto a quelli antibatterici. Infatti, questi ultimi, contengono triclosano e triclocarbano, dei composti chimici che possono causare danni all’ambiente.
- Ridurre il consumo di carne. Gli allevamenti intensivi, specialmente di bovini, giocano un ruolo importante se si parla di inquinamento ambientale.
- Prediligere prodotti locali e stagionali. È importante tenere a mente che tutto ciò che compriamo nei nostri supermercati, per arrivare sugli scaffali, ha fatto viaggi più o meno lunghi. Pertanto, sarebbero da prediligere prodotti di stagione, per limitare l’importazione da Paesi che sfruttano il territorio per le coltivazioni intensive, e prodotti locali per ridurre l’impronta di carbonio che segue i mezzi per il trasporto alimentare.
- Spreco energetico. Altro aspetto fondamentale riguarda lo spreco di energia che, anche in questo caso può avere gravi effetti negativi sull’ambiente. Pertanto potremmo valutare di rendere la nostra abitazione più green attraverso nuove tecnologie ecosostenibili. Ma, se non vogliamo spendere, possiamo ricordarci di spegnere gli interruttori e diminuire le ore di riscaldamento nelle nostre case o uffici.
- Rifiuti. La raccolta differenziata, alla quale un po’ tutti siamo abituati, permette di riciclare e smistare con efficacia molti prodotti che, in caso contrario, potrebbero inquinare l’ambiente.
- Muoversi in maniera sostenibile. Diminuire l’utilizzo di automobili è un buon punto di partenza per salvaguardare l’ambiente. Si può valutare di camminare di più, utilizzare la bici o i mezzi pubblici o, semplicemente, ricordarci che molte volte, per brevi tragitti, utilizzare la macchina è davvero una comodità superflua.
Come sarà suddiviso il lavoro nel National Biodiversity Future Center?
Oltre ai nostri ‘doveri‘ di cittadini, ci sarà chi si occuperà di studiare e preservare la biodiversità con nuove ricerche e tecnologie volte alla sua salvaguardia. Come si organizzerà il National Biodiversity Future Center, e quali saranno le sue aree di ricerca?
“Il National Biodiversity Future Center è stato concepito seguendo il modello Hub & Spoke, un sistema di gestione e sviluppo delle reti nel quale le connessioni si realizzano, usando per analogia un’espressione riferita alla ruota della bicicletta, dallo spoke (raggio) verso l’hub (perno centrale) e viceversa”, spiega Luigi Fiorentino, Presidente di NBFC.
Gli 8 spoke (raggi) dedicati allo studio delle varie tematiche, saranno supportati da diversi partner affiliati: università, enti pubblici di ricerca e società private.
Vediamo più nel dettaglio quali sono e di cosa si occuperanno.
Spoke 1 e 2: mare
Lo spoke numero 1, diretto da Gianluca Sarà, professore di Ecologia all’Università di Palermo, e Simonetta Fraschetti, professoressa di Ecologia all’Università di Napoli Federico II. Questa sezione si occuperà di azioni di mappatura e monitoraggio per preservare la biodiversità e il funzionamento dei sistemi marini.
Invece, lo spoke numero 2, coordinato da Gian Marco Luna, direttore dell’Istituto per le risorse biologiche e le biotecnologie marine del Cnr, e Mariachiara Cantore, professoressa di Ecologia presso l’Università di Genova, ha il compito di studiare soluzioni per invertire la perdita di biodiversità marina e gestire le risorse marine in modo sostenibile.
Spoke 3 e 4: terra
Della biodiversità terrestre e d’acqua dolce, per lo spoke 3, se ne occuperanno Francesco Frati, professore di Zoologia dell’Università di Siena, e Lorena Rebecchi, professoressa di Zoologia dell’Università di Modena e Reggio Emilia.
Il 4° spoke è dedicato alle funzioni dell’ecosistema terrestre, ai servizi e alle soluzioni ed è diretto da Carlo Calfapietra, direttore dell’Istituto di ricerca sugli ecosistemi terrestri del Cnr, e Donatella Spano, professoressa di Scienze e tecnologie dei sistemi arborei e forestali dell’Università di Sassari.
Spoke 5 e 6: ambienti urbanizzati e Salute
Lo spoke numero 5 è pensato per protezione della biodiversità urbana, e sarà gestito da Massimo Labra, professore di Biologia Vegetale dell’Università degli studi di Milano-Bicocca, e Maria Chiara Pastore, direttrice scientifica di ‘Forestami’ del Politecnico di Milano.
Inoltre, la biodiversità in relazione al benessere urbano sarà oggetto di studio del 6° spoke, diretto da Danilo Porro, direttore dell’Istituto di bioimmagini e fisiologia molecolare del Cnr, e Hellas Cena, prorettore alla Terza Missione dell’Università di Pavia.
Spoke 7 e 8: comunicazione e impatto
Il 7° spoke è dedicato a comunicazione, educazione, impatto sociale e musei naturalistici. La sua gestione è in mano a Telmo Pievani, professore di Filosofia delle Scienze biologiche dell’Università di Padova, e a Isabella Saggio, professoressa di Terapia Genetica all’Università La Sapienza di Roma.
L’8° e ultimo spoke è indirizzato all’innovazione aperta sulla biodiversità, e sarà coordinato da Riccardo Coratella, responsabile dell’Unità di Valorizzazione della ricerca del Cnr, e Alberto Di Minin, professore di Economia e Gestione delle imprese della Scuola Superiore Sant’Anna.
Copertina: foto di Min An: https://www.pexels.com/it-it/foto/persona-in-possesso-di-grani-verdi-1230157/