Aver ragione a tutti i costi: un’esigenza della quale alcuni non riescono a fare a meno. A chi non è capitato di avere a che fare con persone che pretendono di averla vinta in ogni caso, trovando le cause degli accadimenti negativi negli altri, oppure in fattori esterni? Ci sono persone che, se dimenticano le chiavi in casa, lo imputano al gatto, che è uscito mentre entravano e le ha distratte; se sbagliano ad imboccare una via mentre sono alla guida, si irritano con il passeggero che, con le sue chiacchiere, le ha confuse; se sbagliano un lavoro in ufficio, lo attribuiscono del capo che si è spiegato male. Si potrebbe continuare all’infinito. E’ capitato anche a chi scrive, o a chi legge: bisogna ammetterlo. A nessuno piace avere torto o sbagliarsi, soprattutto in una società che esalta il perfezionismo in ogni ambito della vita.
Aver ragione: il bisogno di controllo
Per alcune personalità (la maggior parte di noi ne conosce almeno una), il bisogno di avere ragione nasce da un altro bisogno, quello del controllo.
Queste persone credono e agiscono come se sapessero che cosa è meglio, indipendentemente dalla situazione, e così, tutte le prospettive divergenti, le idee, i suggerimenti e le azioni, per loro sono per forza “sbagliati”.
Quando questa dinamica è attuata in ogni situazione, purtroppo crea sofferenza a chi è “catturato” in questa scia.
Il più delle volte, si tratta di partner e familiari, compresi i bambini.
Tuttavia la sofferenza, causata da questo comportamento, non risparmia chi lo mette in atto.
Agire sulla spinta incessante di aver ragione e tenere tutto sotto controllo richiede un grande dispendio di energia e può essere davvero estenuante.
Il bisogno di avere ragione: una schiavitù mentale ed emotiva
C’è uno stress tremendo collegato al voler essere sempre giusti e perfetti. Poiché questa dinamica, di solito, si determina in maniera quasi automatica, la chiave per cambiarla è diventare consciamente consapevoli del bisogno di avere ragione e del proprio attaccamento a esso. È nel lasciare andare l’attaccamento che possiamo liberarci dal bisogno di avere ragione.
Molti anni fa, a un corso di formazione sul pensiero positivo, mi ritrovai a domandare al docente come gestire una dinamica di coppia in cui il partner vive nella dicotomia torto/ragione – giusto/sbagliato. La risposta che ricevetti e che mi spiazzò fu “Vuoi avere ragione o vuoi essere felice?” (una nota citazione di Louise Hay).
L’elegante semplicità e la notevole profondità di questa domanda sono stupefacenti: aprono la porta alla consapevolezza che possiamo sempre scegliere nella vita.
Mentre l’essere nel giusto può essere collegato alla felicità, è anche vero che, in tanti scenari, gli obiettivi di essere giusti e di essere felici si escludono a vicenda. Il bisogno di aver ragione e, per estensione, di controllare le persone, le situazioni e i risultati, ostacola regolarmente la capacità di essere felici, nella misura in cui la felicità è una funzione di appagamento e di pace della mente.”
Come il Tao Te Ching (Libro della Via e della Virtù) descrive nel verso 74: “Cercare di controllare le cose/è come cercare di prendere il posto del maestro falegname./Quando gestisci gli strumenti del maestro falegname/è probabile che ti taglierai la mano”.
Io credo che il voler essere sempre nel giusto sia sopravvalutato, specialmente quando va a scapito delle fondamentali bontà umane quali la gentilezza, l’umiltà, l’accoglienza, il perdono. Che cos’è il bisogno di avere ragione se non il desiderio – consapevole o meno – di metterci al di sopra degli altri, di renderli sbagliati, per placare le nostre insicurezze e il bisogno del nostro ego di essere perfetto? Dov’è il divertimento in questo? Dov’è l’amore in questo? Ci sono così tante scelte più sane che è possibile fare, a prescindere dal bisogno di aver ragione. E’ una buona idea iniziare a realizzarle. “Nessuno è perfetto… E’ per questo che le matite hanno la gomma”.