Contraccezione: ogni donna dovrebbe essere informata.
Incomincia un’ampia campagna educazionale sul tema, relativamente al quale tutte, a partire dalle più giovani, dovrebbero essere sensibilizzate: bisognerebbe avere a disposizione tutti gli strumenti per prendere decisioni consapevoli e responsabili. La donna dovrebbe essere posta nelle condizioni di scegliere, insieme al medico, l’opzione più adatta alle proprie esigenze, nell’ambito della contraccezione. Al fine di chiarire questa tematica è stata coinvolta, in qualità di opinion leader, la dottoressa Manuela Farris, specialista in ginecologia e ostetricia, consigliere della Società italiana di ginecologia dell’infanzia e dell’adolescenza (Sigia), nonché membro della Società italiana di contraccezione.
Contraccezione nel mondo e in Italia
Leggiamo i dati ufficiali della World health organization. Emerge che, in tutto il mondo, il 41% delle gravidanze sono indesiderate e che ben il 50% si conclude con un’interruzione volontaria.
Secondo la Who, se tutte le donne utilizzassero contraccettivi affidabili, il numero di gravidanze inattese crollerebbe di ben il 70%. Sulla base dei dati pubblicati, in Italia, dal Ministero della Salute, il ricorso alla contraccezione di emergenza, la cosiddetta “pillola del giorno dopo”, cresce vertiginosamente: è passato da 16mila unità vendute nel 2014 a 190mila nel 2016.
Che cosa avviene, poi, nell’ambito dei contraccettivi ormonali? Noi italiane siamo indietro rispetto alle abitanti di Belgio, Olanda e Lussemburgo, Paesi nei quali il 40% delle donne li utilizza. In questa graduatoria il nostro paese è fermo al 14%, al pari dell’Ungheria.
Il dato sulla contraccezione ormonale risulta molto disomogeneo anche a livello regionale. Da un ricalcolo dei dati dell’Istituto mondiale della Sanità e Istat si nota che, percorrendo lo stivale verso sud, il ricorso a qualunque metodo contraccettivo ormonale diminuisce drasticamente. La Sardegna, in questa valutazione, fa eccezione.
Un’informazione corretta e affidabile è vitale in ambito contraccettivo: in particolare, abbiamo esaminato il contesto europeo e nazionale.
Giovani e contraccezione: dove informarsi?
Una fonte utile, in generale, risulta essere lo studio GfK Health online rivolto a 3.013 giovani uomini e donne, di età compresa tra i 13 e i 25 anni in 15 paesi di Europa, Africa, Asia-Pacifico, America Latina e Nord America. Al fine di gestire correttamente la delicatezza del tema, il sondaggio non ha incluso i partecipanti più giovani nei campioni di alcuni paesi.
Una ricerca internazionale condotta da Bayer in 9 Paesi europei, tra i quali è inclusa l’Italia, su un totale di 9.000 donne tra i 21 e i 65 anni, emerge che le millennial (21-29 anni) affermano di avere poche nozioni, per esempio, riguardo al funzionamento dei contraccettivi ad azione prolungata. Ma come informarsi?
L’89% delle giovani utilizza internet come fonte per informarsi. Non mancano, in internet, notizie non verificate. I ginecologi dovrebbero essere al primo posto come fonte di informazione su sessualità e contraccezione (soltanto il 21% ha chiesto informazioni ai fornitori di servizi sanitari). Ne discende che, se le donne dai 21 ai 29 anni considerano fondamentale l’utilizzo di contraccettivi, quasi i due terzi hanno avuto rapporti non protetti. Nonostante l’ampio accesso a fonti d’informazione, la maggior parte delle opzioni contraccettive rimane sconosciuta.
Informazione delle giovani: la parola all’esperta
La dottoressa Manuela Farris, medico specializzato in metodi contraccettivi, offre quotidianamente consulenza a

giovani donne e adolescenti in tema di malattie sessualmente trasmissibili e contraccezione consapevole. Queste le sue parole, sul tema dell’informazione delle giovani: “È fondamentale sensibilizzare tutte le donne, a partire dalle più giovani, ad informarsi in maniera corretta e tramite i canali giusti. Internet mette a disposizione molte notizie ma, purtroppo, circolano altrettante fake news”.
Contraccezione: quotidianità e punti di riferimento
Bisogna prendere in considerazione la quotidianità, i punti di riferimento delle giovani. L’82,5% ritiene insufficienti le nozioni apprese a scuola, mentre quasi la metà di loro (48%) chiede informazioni ad amici quando si tratta di contraccezione. Le madri hanno un ruolo fondamentale nell’ambito proprio delle famiglie, quando si tratta di incidere sul processo di consapevolezza delle figlie. Una buona idea, da parte loro, è incoraggiare le fanciulle a rivolgersi al ginecologo, per una scelta informata e responsabile.
Così si esprime la dottoressa Farris: “Dalla mia esperienza di consulenza a giovani adolescenti posso affermare che la cultura della contraccezione delle ragazze dipende molto da quella delle madri, le quali possono favorire determinate scelte o atteggiamenti”.
Contraccezione e dialogo di coppia
La programmazione familiare e la contraccezione in generale sembrano non essere una tematica tabù nel dialogo di coppia, per le ragazze dai 21 ai 29 anni. Il 77% di loro, in effetti, non prova imbarazzo a parlare col partner di contraccezione.
Ecco che si delineano due punti di riferimento importanti: la famiglia e il partner. Il ruolo dei medici, comunque, resta centrale.
Registriamo l’opinione dell’esperta citata: “Per fortuna, anche nell’affrontare una consulenza ginecologica, l’imbarazzo è cosa sempre più rara. D’altro canto, per la mia esperienza, esistono fondamentalmente due tipologie di pazienti che si rivolgono al medico; quelle che si pongono effettivamente il problema di fare la scelta giusta in ambito contraccettivo e chi non lo fa a causa di un certo grado di superficialità e per una diffusa non-informazione. Molto spesso possono fare una scelta contraccettiva per abitudine e routine, salvo poi ricredersi quando si parla di possibili gravidanze e reali casistiche”.
Efficacia contraccettiva: conoscenze dei giovani
Risulta essere molto limitata, del resto, la conoscenza dei giovani in merito all’efficacia dei vari metodi contraccettivi. Nonostante i dati siano incontrovertibili, essi considerano pillola (88%) e preservativo (93%) i metodi anticoncezionali più efficaci. Il 55% dei giovani, poi, considera la “pillola del giorno dopo” un efficace metodo contraccettivo, quando si tratta, come detto, di una soluzione di emergenza. La maggioranza dei metodi contraccettivi, oltre a ciò, è per loro sconosciuta.
Inefficacia dei contraccettivi ormonali ed errore umano
Secondo quanto la World health organization (nel 2015) ha chiarito nell’ambito dello studio Eligibility criteria for contraceptive use: A Who family planning cornerstone, “l’errore umano” è spesso la causa principale di “inefficacia dei contraccettivi ormonali”. Il quadro è rivelatore, se si prende in considerazione il numero di gravidanze inattese nel primo anno, con riferimento a 1.000 donne.