Diabete in gravidanza: programmare la nascita del bambino
Diabete in gravidanza: programmare una gravidanza è fondamentale, se una donna è diabetica e desidera avere un figlio. Che fare in questi casi? Le donne che ricevono una diagnosi di diabete gestazionale dovrebbero mettersi nella condizione di ragionare con calma. E ancora: impegnarsi nel percorso di gestione della patologia, affidandosi a un team diabetologico e partorire in strutture dotate di Terapia intensiva neonatale. Le donne con alti fattori di rischio, in effetti, dovrebbero sottoporsi allo screening già alla quattordicesima-sedicesima settimana.
Diabete in gravidanza: le statistiche
Sulla nostra penisola, le gravidanze sono circa 500.000 ogni anno. Quelle complicate dal diabete, del resto, sono 50.000. La patologia può essere pre-gestazionale, cioè già presente nella donna prima che questa rimanga incinta, oppure gestazionale (Gdm).
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Parliamo, in effetti, in quest’ultimo caso (Gdm), del diabete che compare proprio nel corso della gravidanza. Nel primo caso, il problema maggiore riguarda la mancanza di programmazione e le gravidanze “a sorpresa”.
Diabete in gravidanza: rischio di malformazioni
Che cosa avviene quando una donna con diabete non controllato non sa di essere incinta? Espone di fatto il bambino a un rischio di malformazioni, dovute alla glicemia e agli eventuali farmaci assunti (come statine e ace-inibitori), in misura 10 volte superiore rispetto alla popolazione generale. Nel caso del diabete gestazionale, del resto, l’aumento di glicemia nella mamma può portare a un eccessivo aumento di nutrienti al feto. Tale stato di cose predispone a tagli cesarei, parti pre-termine e ad altre serie complicanze della gravidanza. Il diabete gestazionale aumenta successivamente al parto il rischio di sviluppare diabete tipo 2, perché la fisiopatologia delle due malattie è la stessa.
Diabete in gravidanza: programmare il concepimento
Domenico Mannino, presidente dell’Associazione medici diabetologi (Amd), si è espresso in questo modo: “Il desiderio di maternità nella sfera affettivo-emotiva della donna, del partner e dell’entourage familiare è molto importante. I risultati di studi e ricerche, del resto, sono incoraggianti: le donne diabetiche possono avere una gravidanza senza anomalie, complicanze e il ricorso al parto cesareo è possibile. Ma serve l’impegno di tutti (équipe medica, genitori in dolce attesa, famiglia) per programmare il concepimento e il controllo metabolico in modo costante e accurato, soprattutto nei primi mesi di gestazione”.
Diabete in gravidanza: un problema aperto
Queste le parole di Graziano Di Cianni, direttore Uoc Diabetologia e Malattie del metabolismo, Rete clinica diabetologica Asl Toscana Nordovest, Livorno: “Nonostante già nel 1989, l’Organizzazione mondiale della Sanità avesse fissato l’obiettivo di rendere la gravidanza diabetica uguale, come esiti, a quella delle donne sane, entro l’inizio degli anni 2000, il diabete in gravidanza resta ancora oggi un problema aperto. Per quanto riguarda le forme pre-gestazionali, il consiglio fondamentale da dare alle pazienti è uno (è il filo conduttore dell’argomento, ndr): programmate la gravidanza, in modo che inizi in una fase di controllo glicemico buono, scongiurando le complicanze correlate allo scompenso. Per quanto concerne il diabete gestazionale: impegnarsi in granquillità in un percorso che comprende dieta, stretto monitoraggio della glicemia, ricorso all’insulina, controlli ambulatoriali… Dal punto di vista emotivo, può essere faticoso, specie se si è alla prima gravidanza. Ma grazie al supporto del team diabetologico, il problema può essere gestito. È fondamentale, inoltre, che queste pazienti prevedano di partorire in strutture dotate di Terapia intensiva neonatale, perché il bambino potrebbe andare incontro a diverse problematiche, soprattutto ipoglicemia”.
Diabete in gravidanza: lo screening
Annunziata Lapolla, professore associato di Endocrinologia all’Università degli Studi di Padova, direttore Uo di Diabetologia e Dietetica Ulss Euganea, Padova, ha dichiarato: “Negli ultimi 20 anni l’outcome della gravidanza nelle donne che hanno problemi di diabete è molto migliorato, ma ci sono ancora margini su cui lavorare. Per esempio, nell’ambito dello screening del diabete gestazionale, che viene eseguito nel corso del secondo trimestre. Secondo le linee guida italiane, le donne con grandi fattori di rischio, come una grave obesità, che hanno già avuto Gdm alla gravidanza precedente e con alterata glicemia, dovrebbero essere sottoposte a screening già alla quattordicesima-sedicesima settimana, per diagnosticare la patologia il prima possibile e poterla monitorare in modo rigoroso. Queste pazienti, inoltre, andrebbero seguite con particolare attenzione, anche dopo il parto, per aiutarle a intervenire sui fattori correggibili ed evitare che sviluppino diabete tipo 2”.
L’11 gennaio è partito “Giunone 3.0”, il nuovo progetto formativo dell’Associazione medici diabetologi: nel corso di 16 tappe, attraverserà tutto il territorio nazionale.