Dolore alle ossa, ai muscoli, alle articolazioni? Vietato trascuralo
Un dolore alle articolazioni o, più genericamente, ai muscoli. Un dolore alle ossa che a volte è sordo ma continuo, altre volte acuto, difficile da sopportare. Spesso la causa è cronica, per esempio conseguenza di una malattia degenerativa come l’artrosi, oppure è dovuta a un trauma o comunque a una circostanza acuta, come un’infiammazione. Comunque si manifesti, il dolore osteo-muscolo-articolare è un problema con il quale, prima o dopo, tutti quanti dobbiamo confrontarci.
Secondo un’indagine che ha coinvolto 19.000 persone in 32 Paesi, è emerso che questo problema affligge la maggior parte della popolazione globale. Nel nostro Paese, per esempio, il dolore muscolo-scheletrico affligge il 97% della popolazione, 6 persone su 10 ne soffrono settimanalmente con ripercussioni gravi sulla qualità di vita, eppure 4 su 10 soffrono senza affrontare in alcun modo il problema.
Dolore alle ossa? Il mal di schiena è il più diffuso
Tra i disturbi più frequenti c’è sicuramente il mal di schiena (33%), innanzi tutto il dolore lombare nel 27% di casi e cervicale nel 25%. “Un dato che non deve stupire dal momento che, scientificamente, sono state riconosciute oltre 850 cause di mal di schiena”, dice il dottor Paolo Simonazzi, fisiatra, coordinatore del servizio di Medicina riabilitativa presso la Casa di cura Villaverde, di Reggio Emilia. “Le posture scorrette, il sovrappeso, sforzi intensi sul lavoro come il sollevamento di pesi eccessivi, ma anche stress e tensione. Una vita eccessivamente sedentaria oppure, all’opposto, un’attività fisica troppo intensa possono causare disturbi significativi all’apparato muscolo-scheletrico. Non solo alla schiena”.
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Eppure, stando ai dati, quello che genericamente viene definito dolore alle ossa, è considerato quasi un’evenienza cui è impossibile sottrarsi. Insomma una circostanza da accettare così com’è e che spesso viene sottovalutata. L’ipotesi di lavoro più appropriata, quindi, potrebbe essere la prevenzione?
“Certo”, risponde il dottor Simonazzi. “Ma non è sempre possibile, perché di solito i pazienti vengono a farsi visitare quando il dolore comincia a farsi sentire seriamente e a quel punto è probabibile che ci sia già un danno. Più che altro, dopo la diagnosi, si può parlare di profilassi, significa cioè adottare una serie di comportamenti che mirano a mantenere in salute l’intero apparato locomotore e, se il danno si è già verificato, a fare in modo che la situazione non peggiori”.
Prima si interviene meglio è
La prevenzione vera e propria dovrebbe iniziare già in età scolastica, ancor prima dell’adolescenza, con l’obiettivo di escludere le scoliosi, soprattutto nei ragazzi longilinei e con casi di scoliosi in famiglia.
Da adulti un consiglio valido per tutti è sicuramente quello di farsi visitare da un fisiatra quando il dolore alle ossa persiste oltre quattro settimane oppure torna ciclicamente. Trascurare i primi campanelli d’allarme, per esempio un’alterazione della postura, porta gradualmente a una serie di problemi che si innescano a cascata. Facciamo un esempio: il dolore che si avverte nel compiere un movimento, porta ad assumere atteggiamenti antalgici che, se da un lato ci aiutano a sentire meno il dolore, dall’altro alterano la postura. In altri casi assumiamo posture di compenso con l’intento di bilanciare uno squilibrio strutturale, per esempio nel caso di un arto leggermente più corto dell’altro. Si tratta di vizi che scombinano completamente l’asse posturale. Ecco perché la dignaosi precoce è indispensabile. Il punto di partenza è valutazione clinica del paziente nel suo insieme e naturalmente della postura. In caso di dubbio la diagnosi può essere completata con esami strumentali: radiografie o risonanza magnetica nucleare o TAC.
Muoversi muoversi muoversi
Ma quali sono gli strumenti utili a prevenire i disturbi osteo-muscolo-schelettrici?
“L’attività fisica è basilare”, risponde Simonazzi. “Il moviemento, infatti, apporta sangue, quindi nutrienti e ossigeno ai tessuti, questo rallenta il processo di degenerazione delle strutture”. Non solo. E’ provato che il movimento allevia il dolore, anche grazie alla produzione di endorfine, i neurotrasmettitori del benessere. “Naturalmente l’attività fisica deve essere adatta all’età, alla tipologia fisica e compatibile con il problema. Esercizi mirati restano l’arma migliore, ma devono essere eseguiti costantemente per mantenere le strutture elastiche e prevenire le ricadute”.
L’altro imperativo categorico è il controllo del peso. I chili di troppo, lo sappiamo, gravano sulle articolazioni accelerando la degenerazione delle cartilagini.
I presidi medici alleati della postura
“Oggi, fortunatamente, abbiamo a disposizioni diverse possibilità terapeutiche”, spiega Simonazzi. “I bendaggi elastici di stabilizzazione della muscolatura, per esempio. Sono utilissimi per limitare le conseguenze dei microtraumi ripeturi, pensiamo a chi trascorre molte ora alla guida, o che fa certi lavori manuali. Ma altrettanto importante è mantenere l’equilibrio dei carichi attraverso l’uso di plantari”.
Di quali plantari stiamo parlando: quelli realizzati su misura?
“Sì, ma solo quando sono necessari a causa di una patologia importante. Bisogna infatti tener presente che si tratta di presidi non sempre facili da portare. Le donne, per esempio, li indossano mal volentieri perché limitano l’utilizzo di certe scarpe. Così come non sono facili da indossare quando si utilizzano calzature antinfortunistiche. Il plantare preformato in polimero di resina, invece, è molto comodo perché si adatta bene a tutte le scarpe. E’ ottimo per gli atleti che hanno bisogno di poter spostare il dispositivo da un tipo di scarpa all’altra velocemente. In questi e molti altri casi la soluzione ideale è il plantare preformato”.
Quali sono le caratteristiche più importanti dei plantari preformati, per esempio Attivo Bionaif?
“Offrono molti vantaggi. Intanto danno precisi segnali propriocettivi, quindi aiutano a mantenere un buon equilibrio. Correggono la postura, ammortizzano i carichi e li bilanciano sostenendo l’arco plantare. Questo grazie al fatto che vanno scelti in base al peso e al numero di scarpa, tengono cioè conto di due importanti parametri che permettono una scelta personalizzata”
Il più nuovo: plantare relax
Da qualche settimana, nelle farmacie e nei negozi specializzati, si possono trovare anche plantari specifici da utilizzare nelle pantofole o, addirittura, nelle ciabatte per un efficacie trattamento h24. L’idea di base, infatti, è prolungare i benefici prodotti dal Plantare BioNaif (quello che si indossa nelle scarpe) anche a casa, durante le ore di relax. Si tratta di un dispositivo leggero, estremamente flessibile, traspirante con una profonda conca che accoglie il tallone avvolgendolo e mantenendo il piede sempre nella corretta posizione. E c’è anche un vantaggio in più. Essendo perfettamente trasparente, nulla vieta di utilizzarlo anche nei sandali o nelle ciabatte da spiaggia.