Morti in culla: contro questo problema drammatico, risultati italiani
Morti in culla: una realtà da non sottovalutare. Si pensi a quanto c’è dietro una nascita: il concepimento, la gestazione, il parto. Si determina tutto quel che rende proprio il bambino, che è in primo luogo parte del genitore. Poi i suoi lineamenti che ricordano quelli della madre, gli occhi identici a quelli del padre: tutto quello che distingue il figlio da qualsiasi altro fanciullo. In un attimo, prima ancora di vedere la crescita, di capire il carattere del bimbo, si può perdere tutto. Più che fare scongiuri, bisognerebbe ridurre i rischi al minimo: fermare in anticipo tutto quel che si può determinare all’improvviso. Quando l’accadimento è già avvenuto, bisogna raccogliere i cocci e ricominciare: come coppia, poi come genitori. Sull’argomento, sono state svolte numerose ricerche, con buon risultato ottenuto da italiani.
Morti in culla: aspetto psicologico
Lo studio “The victimization in absence of a culprit. The limbic victim”, realizzato dall’Associazione Suid & Sids Italia onlus — che a Torino che si occupa di ricerca, prevenzione e sostegno alle famiglie vittime di questi eventi — e dal Centro della medicina del sonno e della Sids della Regione Piemonte, ha assunto notevole importanza per l’aspetto psicologico delle famiglie vittime di questi eventi, permettendo di identificare per la vittimologia con il nuovo termine “Vittima limbica”. Parliamo dei genitori che hanno subito la perdita improvvisa e inaspettata del loro figlio a causa di eventi come la Sudden and unexpected infant death (Sids): la morte del fanciullo, subitanea quanto inaspettata. I genitori, in questi casi, si considerano vittime e colpevoli allo stesso tempo. E’ stato determinato mediante questa ricerca, attraverso le interviste delle famiglie di varie regioni italiane, vittime di morti in culla, come la differenza e la variabilità del percorso di vittimizzazione assuma fondamentale importanza in funzione alla gestione di questi eventi.
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Il modello circolare: che cos’è? Un percorso che può essere realizzato, che è stato descritto nello studio citato. Dimostra come evitare che la vittima limbica (ossia il genitore colpito da questi eventi) rimanga intrappolata in un processo di disagio, di senso di colpa e di sofferenza. Se ne è occupato il gruppo formato dal responsabile del supporto e del sostegno alle famiglie colpite, dottoressa E. Imparato, e dalla vice presidente S. Scopelliti, in collaborazione con il professor Monzani dell’Istituto universitario salesiano di Venezia, dipartimento di Psicologia di Venezia. E’ stata rilevata l’importanza di un giusto approccio, da parte delle istituzioni coinvolte, nei confronti delle famiglie colpite, che vivono il senso di colpa e arrivano a colpevolizzarsi, pur non avendo commesso alcun reato.
Morti in culla: tre situazioni pericolose
Esiste un altro importante lavoro: “Three cases of life-threatening positional asphyxia”, tre casi di asfissia posizionale con pericolo di vita, realizzato dall’ospedale infantile Regina Margherita di Torino tramite il gruppo di lavoro del Centro della medicina del sonno della Sids: quest’ultimo è rappresentato dal dottor Vigo, dalla dottoressa Noce e dalla dottoressa Costagliola dell’Università di Torino. Si parla, come appare chiaro, di tre situazioni, rilevate da casi esaminati: esse risultano pericolose per la vita di un bambino a causa dell’alta probabilità di asfissia dovuta alla posizione. Poiché il neonato dorme in media sedici ore al giorno, è probabile che l’asfissia si verifichi nel sonno. Dalla ricerca sono scaturiti importanti elementi di approfondimento sulla prevenzione dei decessi in culla, in caso di presenza delle situazioni evidenziate.
Per evitare le morti in culla: progetti in corso
Per il periodo 2018/2019, sono molti i progetti in corso. Spicca quello di una borsa di studio a favore di un giovane medico, che si impegnerà nella medicina del sonno. Essa sarà rilasciata in memoria della dottoressa Elisa Ferrero: perse la vita il 9 luglio scorso, in un incidente. Saranno donate strumentazioni, tra le quali un apparecchio di rianimazione neonatale per la Neonatologia dell’ospedale “Carlo Poma” di Mantova e un apparecchio per gli esami strumentali della medicina del sonno per il Centro Sids della Regione Piemonte.
Morti in culla: corsi informativi gratuiti
Alcuni corsi informativi gratuiti saranno presto operativi: inizieranno a fine settembre 2018 e sono destinati alla popolazione. Riguarderanno la prevenzione, nel bambino da 0 a 12 mesi, per quanto concerne eventi quali la Sids, il soffocamento accidentale e altri eventi correlati al sonno.
Contro le morti in culla: un evento recente
Di recente, dal 7 al 9 giugno 2018, si è svolta una conferenza internazionale, organizzata dalla Società internazionale per gli studi e la prevenzione dei decessi nel periodo perinatale e nel primo anno di vita (Ispid), tenutasi a Glasgow (Scozia). Particolare attenzione è stata prestata alla prevenzione e alla ricerca sulla Sudden and unexpected infant death e gli altri eventi correlati al sonno conosciuti come “morti in culla”.
Tra le varie presentazioni, i numerosi abstract realizzati da 24 Paesi del mondo, la comunità scientifica ha selezionato i lavori dell’associazione Suid & Sids Italia onlus.