
Sport nella vita dei bambini: a ogni età la giusta attività fisica
Sport nella vita dei bambini: è di aiuto al fisico. E ancora: influenza positivamente il carattere ed è un potente moltiplicatore di esperienze sociali. Per queste ragioni, è una buona idea che i fanciulli, fin da piccolissimi, facciano sport, poiché è parte integrante del processo di crescita.
Sport nella vita dei bambini: perché?
Secondo l’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms), la salute è uno stato di benessere fisico, mentale e sociale. Praticare una regolare attività fisica, con uno stile di vita sano, risulta dunque fondamentale, proprio al fine di godere, a tutte le età, di un ottimo stato di salute.

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Dermatologi e medici estetici non hanno dubbi. Gli agenti atmosferici sono le cause principali di invecchiamento…Sport nella vita dei bambini: tanti i sedentari

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Secondo l’indagine “Okkio alla Salute” del Sistema di sorveglianza del Ministero della Salute, esiste una
quota importante di bambini sedentari. Infatti il 33,8% dei piccoli in età scolare (6-10 anni) non dedica più di un giorno a settimana allo svolgimento di attività fisica strutturata e ben 1 su 4 (23,5%) non attua a giochi di movimento più di un giorno a settimana. Circa il 21% dei bambini dello Stivale è in sovrappeso e il 9% è obeso. Ma quali sono i comportamenti che favoriscono la sedentarietà? Il 44% dei bambini ha la televisione nella propria camera da letto, il 41% trascorre più di 2 ore al giorno davanti a essa e a videogiochi, tablet e cellulari; soltanto 1 su 4 si reca a scuola a piedi o in bicicletta. Che cosa avviene, poi, quando si cresce? Dopo i 14 anni il 20% dei maschi e il 40% delle ragazze interrompe la pratica dello sport.
Sport nella vita dei bambini: argina le malattie
Alberto Villani, presidente della Società italiana di Pediatria, si è espresso in questo modo: “La pratica di un’attività fisica regolare in età pediatrica costituisce un’importante forma di prevenzione. Argina malattie cardiovascolari, respiratorie croniche, diabete e obesità e malattie metaboliche in età adulta. Che fare, al fine di promuovere e facilitare l’attività fisica nei bambini? Si richiede una pluralità di azioni. Sono diversi gli attori coinvolti: oltre alla figura del pediatra, anche lo stile di vita dei genitori e la scuola hanno un ruolo fondamentale nell’incoraggiare le famiglie e i bambini ad adottare uno stile di vita attivo”.
Sport nella vita dei bambini: comportamenti sociali virtuosi
Queste le parole di Giancarlo Tancredi, pediatra, medico dello sport, dipartimento di Pediatria, Sapienza Università di Roma: “Attività fisica e corretti stili di vita in età evolutiva promuovono l’avvio di comportamenti sociali virtuosi. Il rispetto delle regole e degli avversari migliora le capacità di apprendimento e l’adattabilità degli adolescenti agli impegni quotidiani, favorisce un buon controllo emotivo, una migliore autostima e aumenta la capacità di socializzazione”.
Sport nella vita dei bambini: le opinioni dei genitori
In generale, appare abbastanza chiaro a tutti i genitori che praticare uno sport è necessario per la loro
crescita armonica e in salute. Tuttavia quando si tratta di scegliere lo sport giusto a seconda dell’età e stabilire quanto tempo è necessario dedicare a esso, compatibilmente con gli orari della scuola e lo studio, le idee spesso si fanno confuse.
Al livello della Società italiana di Pediatria, è stata redatta una guida: il fine è avviare allo sport i bambini.
Sport nella vita dei bambini: rispettare le inclinazioni dei piccoli
Attilio Turchetta, medico sportivo, esperto Sip per le attività sportive, responsabile Uosd Medicina dello Sport, Ospedale pediatrico Bambino Gesù Roma, ha dichiarato: “La premessa è che lo sport deve rispettare le inclinazioni del bambino. Non ne esiste uno migliore in assoluto: è importante che l’attività piaccia al bambino, che sia varia e divertente, preferibilmente all’aria aperta o in un ambiente non inquinato”. Al fine di garantire uno sviluppo armonico del bambino lo sport dovrebbe differenziarsi a seconda della fascia d’età. Aggiunge Attilio Turchetta: “Nei primi 4-5 anni di vita, è una buona idea privilegiare sport che favoriscono la conoscenza del proprio corpo nello spazio. Fino ai 7-8 anni, si consigliano le attività individuali come atletica leggera (marcia, corse, salti, lanci) o ginnastica, che aiutano a migliorare la coordinazione neuromotoria, e in seguito sport di squadra e discipline più specializzate. E’ importante ricordare che, nel caso di sport che sollecitino in modo particolare la schiena, come la danza e la ginnastica artistica, è utile abbinare una pratica in grado di ‘compensare’ gli eventuali squilibri di postura”.
Sport nella vita dei bambini: il nuoto dai 3 anni in poi
Il nuoto è adatto a tutti i bambini fin da piccoli. E’ uno sport che utilizza tutte le grandi masse muscolari, non espone il bambino a particolari traumi dell’apparato locomotore, non è condizionato dal clima e si può praticare in tutte le stagioni. Senza dimenticare che in un Paese come l’Italia, con ben 8000 chilometri di coste, saper nuotare è importante anche al fine di acquisire e sviluppare la sicurezza in acqua. Inizio dell’attività agonistica: 8 anni
Sport nella vita dei bambini: lo sci da 4 anni in poi
Lo sci si può iniziare già da piccoli, perché il bambino ha un baricentro basso, una notevole stabilità e apprende con facilità le manovre di conduzione degli sci. Si pratica all’aria aperta, in ambiente a ridottissimo inquinamento, a stretto contatto con la natura. Il bambino piccolo però ha uno scarso senso del pericolo. Per questa ragione, è assolutamente necessario che l’istruttore sia qualificato ed esperto. Inizio dell’attività agonistica: 11 anni
Sport nella vita dei bambini: la ginnastica artistica-ritmica dai 5 anni
La ginnastica artistica-ritmica esalta la coordinazione neuromuscolare e il controllo del corpo. Crescendo richiede anche una notevole forza muscolare. Poiché l’età agonistica è precoce, i carichi di lavoro e la durata delle sessioni di allenamento possono essere gravose. Non è vero che questi sport fanno rimanere bassi. Inizio dell’attività agonistica: 8 anni
Sport nella vita dei bambini: atletica leggera (sempre dai 5 anni)
Correre, saltare, lanciare sono le normali attività di gioco del bambino, utilizzate nell’atletica leggera. Esse sono poi alla base di tutte le attività sportive. Sport che utilizza tutti i gruppi muscolari, si pratica all’aria aperta quando il clima lo permette. Si può iniziare, sotto forma di gioco. Inizio dell’attività agonistica: 12 anni
Sport nella vita dei bambini: calcio da 6 anni
Il calcio è Sua maestà, in Italia e non solo. Preferito dai maschi, è praticato con successo e soddisfazione anche dalle ragazze. Si inizia con il minicalcio con campo ridotto, porte più piccole e senza caratterizzazione di ruoli. Fondamentalmente si tratta di sessioni di atletica e tecnica calcistica in forma di gioco. Dagli 8-10 anni gli allenamenti si fanno più strutturati, integrando sempre un’attività per gli arti superiori che non devono essere “dimenticati”. Calcio e atletica dovrebbero essere un binomio inscindibile. Inizio dell’attività agonistica: 12 anni
Sport nella vita dei bambini: rugby (sempre dai 6 anni)
Il rugby non è uno sport violento e i traumi sono simili a quelli che si riportano in altri sport. Fino ai 12 anni il contatto, placcaggi e mischie sono regolamentati per evitare i traumi. Ha una grande caratterizzazione sociale: lo spirito di squadra viene coltivato, il rispetto dell’avversario è una componente essenziale. E’ uno sport che non termina al fischio dell’arbitro, ma continua a dare i suoi benefici anche nella vita. Inizio dell’attività agonistica: 12 anni
Sport nella vita dei bambini: Arti marziali da 6-7 anni
Le arti marziali sviluppano il controllo muscolare, la coordinazione, la tecnica del respiro. C’è molta attenzione al rispetto delle regole e dell’avversario. Si sviluppano armonicamente tutti i gruppi muscolari. Adatte a femmine e maschi. Inizio dell’attività agonistica: 12 anni
Sport nella vita dei bambini: basket-pallavolo (sempre da 6-7 anni)
Basket e pallavolo praticano solitamente in palestra, ma con la bella stagione si può uscire all’aperto. Sviluppano tutti i gruppi muscolari ed esaltano la coordinazione neuromotoria. Non è vero che questi sport fanno diventare più alti. Inizio dell’attività agonistica: basket 11 anni; pallavolo 10 anni
Sport nella vita dei bambini: tennis e scherma da 7-8 anni
Tennis e scherma richiedono l’uso di un attrezzo, la racchetta o l’arma come finalizzatore. Per questo motivo l’età di inizio dovrebbe essere intorno ai 7-8 anni, anche adattando l’attrezzo alla forza muscolare. In questi sport, il binomio con la preparazione atletica è obbligatorio per correggere eventuali asimmetrie di sviluppo muscolare, che potrebbero essere presenti usando prevalentemente un arto superiore. Esaltano la coordinazione e la capacità di concentrazione. Inizio dell’attività agonistica: tennis 8 anni; scherma 10 anni
Sport nella vita dei bambini: ciclismo da 8 anni
Da non confondere con “andare in bicicletta”, il ciclismo è uno sport aerobico che sviluppa la funzione cardiorespiratoria e ha necessità di un supporto atletico di compenso, poiché prevede prevalentemente l’utilizzo degli arti inferiori. Si pratica all’aperto e purtroppo su strada libera necessita di un attento controllo degli allenatori e di adeguate misure di segnalazione e protezione individuale (casco, abbigliamento rifrangente…) per evitare incidenti. Indicato per maschi e femmine. Inizio dell’attività agonistica: 13 anni
Sport nella vita dei bambini: quanto tempo dedicargli
Non esistono soltanto i bambini sedentari: ci sono anche i piccoli “super-sportivi”, impegnati in tantissime attività. Chiediamoci quanto tempo sia corretto dedicare allo sport.
L’Oms ha rivisto di recente le Raccomandazioni internazionali: secondo gli esperti i bambini di 3-4 anni dovrebbero fare almeno 3 ore al giorno di attività fisico-ludica, di cui almeno un’ora al giorno di attività motoria; i bambini e gli adolescenti di età compresa tra i 5 e i 17 anni dovrebbero praticare almeno 60 minuti di attività fisica quotidiana di intensità moderata-vigorosa e esercizi di rafforzamento dell’apparato muscolo-scheletrico almeno 3 volte a settimana.
Sport nella vita dei bambini: che i genitori ascoltino i figli
Così conclude Attilio Turchetta: “La cosa importante è che i genitori ascoltino i figli. Una riduzione del rendimento, scolastico o sportivo, un certo grado di irrequietezza, qualche litigio in più, potrebbero essere semplicemente i sintomi della stanchezza, che difficilmente il bambino riferirà come tale. E’ importante insegnare al bambino che può dire di essere stanco con la consapevolezza che non farà un torto a nessuno. Attenzione anche alle fasi di passaggio ai livelli superiori di attività fisica, soprattutto per i bambini con rendimento sportivo elevato: questi traguardi sono un motivo di orgoglio da un lato, ma dall’altro lato richiedono un aumento delle richieste fisiche e mentali per adeguarsi al livello superiore”.




