Venduti ai minori: parliamo di quel che arriva nelle mani degli under 18 (e non dovrebbe). Quali sono le loro effettive condizioni? Che cosa è per loro immediatamente disponibile? Entriamo nel dettaglio.
Come i minori entrano in contatto con l’alcol
Come i nostri figli entrano in contatto con l’alcol? Per il 64%, frequentando pub, discoteche e bar. Il 65% dei rivenditori, del resto, non controlla la loro età.
Secondo un dato gravissimo, quasi la metà (48%) dei venditori di alcolici continua a somministrare alcol, nonostante lo stato di ubriacatura del minorenne.
Venduti ai minori: consumo di tabacco
Il 40% del tabacco venduto ai minori proviene dalle tabaccherie. Il 15% degli under 18, invece, dichiara di avere accesso ai distributori automatici che vendono senza domandare la tessera. Tra i negozi nei quali si può acquistare la sigaretta elettronica, invece, il 78% ha venduto una ricarica di nicotina a un minore, senza verificarne l’età.
Venduti ai minori: cannabis non adatta alla combustione?
In 7 cannabis shop su 10, si registra l’assenza di indicazioni relativamente all’uso del prodotto da collezione, non adatto alla combustione. Il 68% dei rivenditori (quasi 7 su 10) dei cannabis shop ha dato il prodotto agli under 18, nonostante fossero, appunto, minorenni.
Venduti ai minori: parliamo di gioco d’azzardo
Per quanto concerne, poi, il gioco d’azzardo, al 62% dei minori non è stato mai chiesto il documento per verificare l’età. In un caso su due il rivenditore non si è rifiutato di far giocare d’azzardo l’under 18.
Venduti ai minori: controllo dei siti pornografici
Sono oltre 3 su 4 i minori che non hanno alcun filtro parental control sui propri device, al fine di impedire l’accesso ai siti porno. Soltanto il 15% dei rivenditori di connessione hanno avvertito del rischio pornografia, che si correva utilizzando i device con le loro connessioni.
Venduti ai minori: videogiochi violenti o volgari
Il 56% dei rivenditori di questo settore vende ai minori dei videogiochi 18+: essi hanno contenuti violenti o volgari.
Venduti ai minori: un fenomeno da arginare
Venduti ai minori: si tratta, in effetti, di una ricerca, il cui obiettivo era appunto conoscere il fenomeno della vendita ai minori, da parte degli adulti, dei prodotti vietati dalla legge come alcol, tabacco, cannabis, giochi d’azzardo, pornografia e autoregolamentati, come i Videogiochi 18+.
Venduti ai minori: i risultati dell’indagine
Parliamo di un’indagine curata dal professor Tonino Cantelmi dell’Università Europea di Roma, insieme alla sua équipe: indagine che è stata presentata questa mattina a Roma, a Palazzo Giustiniani. Essa riguarda un campione di ricerca di 1.388 minori tra gli 11 e i 17 anni delle scuole secondarie di primo e secondo grado, con un’età media di 14 anni. Rispetto alla collocazione geografica: 30% dal Centro Italia, 21% dal Nord Italia, 49% dal Sud Italia.
Ecco il documento integrale.
Venduti ai minori: necessità di agire
Si apre uno squarcio ampio, nel quale le condizioni psicofisiche dei minorenni possono peggiorare. Queste le parole della senatrice Licia Ronzulli, presidente della Commissione parlamentare per l’infanzia e l’adolescenza: “L’indagine del Movimento italiano genitori (Moige) apre uno squarcio molto ampio e decisamente preoccupante ed evidenzia la necessità di agire con urgenza per la tutela dei minori, rilanciando anche il tema dei controlli. Occorrono interventi normativi più stringenti verso chi compie atti così miserabili verso un minore. Come presidente di commissione intendo, quindi, garantire un concreto e vigile supporto alle iniziative parlamentari nella individuazione di regole efficaci e inderogabili, per ricordarci che la tutela dei minori non è un optional per un Paese come l’Italia, che deve ripartire puntando sui più piccoli: il senso stesso della vita futura”.
Venduti ai minori: dati gravi e preoccupanti
Antonio Affinita, direttore generale del Moige, ha affermato: “Sono dati molto gravi e preoccupanti, che fanno emergere un grande pericolo per la tutela dei nostri figli. Occorre ripensare e ridefinire il sistema di sanzioni, controlli e formazione. L’impegno a proteggere i minori non può essere confinato soltanto in famiglia, ma riguarda tutti coloro che producono tali prodotti nocivi ai minori, che devono attivarsi fattivamente al fine di garantire che non vadano a finire nelle mani dei nostri figli”.