Nuovi trattamenti: per il tumore al seno cala la mortalità
Salute

Nuovi trattamenti: per il tumore al seno cala la mortalità

27/02/2019
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Nuovi trattamenti: la mortalità risulta essere in calo, in caso di tumore del seno. Cresce invece il numero dei casi riscontrati ogni anno: nel 2018, la patologia ha colpito 52.800 persone, mentre nel 2013 erano state “soltanto” 48.000. Se i casi di malattia aumentano siamo più bravi, come detto, a combatterla: all’aumento dell’incidenza fa da controcanto un 4% in meno dei casi di morte nel medesimo periodo. Ci sono sempre maggiori possibilità, per le donne, di uscirne vive. Parliamo, del resto, della neoplasia più diffusa nella popolazione femminile: l’incremento è pari al 10% in cinque anni.

Nuovi trattamenti: colpire dove è necessario

Il farmaco oggi può riconoscere il bersaglio: è più selettivo, agisce soltanto dove è necessario. Ecco la possibilità offerta dai farmaci all’avanguardia. Lucia Del Mastro, coordinatrice della Breast unit dell’Ospedale Policlinico San Martino di Genova, ci parla meglio dei nuovi trattamenti: “Stiamo ottenendo buoni risultati nel superare i meccanismi di resistenza al trattamento anti-ormonale del carcinoma. Si stanno sviluppando soprattutto dei nuovi farmaci, come gli immuno-coniugati, che sono in grado di riconoscere il loro bersaglio cellulare. Riescono a liberare gli agenti chemioterapici direttamente nella sede tumorale, nella quale devono agire. Sono trattamenti di cui si parla ancora poco e rappresentano un campo rilevante, nel quale si sta soffermando la ricerca. I primi risultati ottenuti sono estremamente interessanti e le cure sono ancora in via di sperimentazione. L’unica già disponibile in Italia è il TDM-1, un agente disponibile per il carcinoma HER2 positivo”.

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Nuovi trattamenti: incentivare il sistema immunitario

Michelino De Laurentiis, direttore del dipartimento di Senologia e Toraco-Polmonare dell’Istituto Tumori di Napoli, si è espresso in questo modo: “L’immuno-terapia? E’ una tipologia di cura già utilizzata con successo in malattie oncologiche molto aggressive, come il melanoma o il tumore polmonare. Attraverso appositi farmaci il nostro stesso sistema immunitario viene incentivato a contrastare il tumore. Per quanto riguarda il tumore al seno, l’immunoterapia ha un po’ stentato, non raggiungendo gli straordinari risultati ottenuti nel melanoma e nei tumori polmonari. Tuttavia, alcuni mesi fa abbiamo visto i primi risultati positivi con un farmaco immuno-terapico (l’Atezolizumab) che, aggiunto alla chemioterapia, ne potenzia l’efficacia in circa la metà dei tumori ‘triplo-negativi’ in fase avanzata. Stiamo già facendo tesoro di questi iniziali risultati positivi con studi di seconda generazione, che riguardano l’impiego di combinazioni di farmaci immuno-terapici, vaccini e terapie cellulari. Per ora, comunque, l’immuno-terapia rimane un trattamento sperimentale nel tumore mammario, disponibile solo nell’ambito di protocolli sperimentali presso centri italiani di eccellenza”.

Nuovi trattamenti: gestire con successo la neoplasia

Queste le parole del professor Fabio Puglisi, direttore della Struttura operativa complessa di Oncologia medica Irccs centro di riferimento Oncologico di Aviano: “Si tratta di una neoplasia che oggi riusciamo a gestire con successo nella grande maggioranza dei casi. Il tasso di sopravvivenza a cinque anni si attesta all’87%, mentre la media europea è dell’82%. Sempre nel nostro Paese, la percentuale sale fino ad oltre il 90%, quando sono coinvolte donne con meno di 65 anni. Si tratta di ottimi risultati, impensabili fino a pochi anni fa e che non siamo ancora riusciti ad ottenere in altre malattie oncologiche più insidiose e letali. I motivi di questo successo sono da ricercare nella possibilità di avere diagnosi precoci, grazie ai programmi di screening e nelle sempre maggiori conoscenze sulla biologia del tumore. E infine non va dimenticato il ruolo fondamentale della ricerca clinica, anche quella svolta in Italia, che è riuscita a mettere a punto nuovi e più efficaci trattamenti”.

Obiettivo prevenzione: esami non invasivi

Che cosa potrebbe fare una donna per scongiurare il pericolo di cancro al seno? La professoressa Chiara Zuiani, past-president della sezione di Senologia della Società italiana Radiologia medica (Sirm), ha dichiarato: “La prevenzione di questa neoplasia passa anche attraverso esami non invasivi. Oltre alla mammografia, già prevista nei programmi di screening attivati nelle varie Regioni, alcune particolari categorie di donne dovrebbero ogni anno sottoporsi a una risonanza magnetica mammaria con mezzo di contrasto. Per esempio le italiane portatrici di una mutazione dei geni BRCA 1 o BRCA 2 o che hanno un’importante storia familiare di carcinoma mammario. Questi controlli strumentali devono incominciare a 25 anni o comunque un decennio prima dell’età di insorgenza del tumore nel familiare più giovane. Così facendo, è possibile intervenire prima che sia troppo tardi e aumentare così ulteriormente le chance di sopravvivenza”.

Un Focus sul carcinoma mammario si è svolto a Udine il 21 e 22 febbraio.

Manager della comunicazione, che da circa 20 anni si occupa di di tecniche di relazioni e sviluppo strategico per aziende e privati che cercano visibilità. Dopo un necessario passaggio (e sosta) nelle principali agenzie di comunicazioni internazionali (Edelman, Gruppo Publicis e Hill&Knowlton) con ruoli apicali, continua a creare eventi e rafforzare il proprio know-how attraverso l'attività in proprio. Allena la sua capacità organizzativa, gestionale e di relazione anche in famiglia, con 1 marito, 3 figli, 1 cane, 4 tartarughe, 4 pesci rossi, 1 geco e un terrazzo.

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