Quello che mangi fa la differenza: anche con una diagnosi di cancro?

Quello che mangi fa la differenza: anche con una diagnosi di cancro?

Quello che mangi fa la differenza: anche in caso di tumore. Siamo quello che mangiamo. “La corretta alimentazione è un elemento chiave e gli approcci integrativi in genere riconoscono che sia da considerarsi una dieta sana quella a base vegetale, ricca di frutta, verdure, cereali integrali, legumi secchi e piccole quantità di pollame, pesce, albume d’uovo, carni e latticini scremati”.

La diagnosi di cancro, del resto, è un fulmine a ciel sereno, non soltanto perché la vita passa dal giorno alla notte in una sola frase: soprattutto per quel che aspetta il malato. Bisognerebbe “anche conoscere l’influenza dell’umore, dello spirito e della mente nel programma di guarigione dalla neoplasia“.

Quello che mangi fa la differenza: dopo la diagnosi di cancro

Quello che mangi fa la differenza: anche con una diagnosi di cancro?Scendiamo nel dettaglio, parlando con un oncologo: “La diagnosi di cancro è devastante nella maggior parte dei pazienti e la sopravvivenza richiede un sostegno anche più importante di un intervento chirurgico, radiazioni, chemioterapia. Analogamente, mettendo uno stent in un’arteria ostruita si otterrà l’aumento del flusso sanguigno, risolvendo il problema nell’immediato, ma se non si agisce su ciò che ha causato l’intasamento dell’arteria, il vaso può ostruirsi nuovamente”.

Ragionare sulle cause non riguarda soltanto il cancro: attiene alla medicina in generale. Il ruolo del contesto, del modo di vivere, è innegabile e rimuovere la causa occasionale di una malattia, agendo sui sintomi e sulle motivazioni dirette degli stessi può non bastare.

Quello che mangi fa la differenza: la medicina integrata

La medicina integrata, in effetti, “non solo può migliorare l’assistenza sanitaria per i pazienti ma può anche migliorare l’efficacia dei costi delle cure sanitarie. Le principali applicazioni della medicina integrata, valide dal punto di vista scientifico, sono una corretta nutrizione, la fitoterapia, l’omeopatia, la medicina antroposofica, quella tradizionale cinese, la meditazione, lo Yoga e il Qi Gong. La medicina integrata, intesa come approccio globale alla persona, può entrare a far parte di tutte le discipline sanitarie. Il che vuol dire che già viene utilizzata in cardiologia, chirurgia, neurologia, endocrinologia e altri campi medici”.

Queste le parole di Massimo Bonucci, presidente dell’Associazione ricerca terapie oncologiche integrate (Artoi), nel libro Quello che mangi fa la differenza, 320 pagine per un Quello che mangi fa la differenza: anche con una diagnosi di cancro?prezzo pari a dieci euro, edito da Newton Compton. L’autore si descrive così, ricordando il passato: “Da quando avevo sei anni, come mi hanno sempre ricordato i miei genitori, volevo fare il dottore. Sono diventato un medico oncologo, specialista in Anatomia patologica. La passione che mi guida è la voglia di conoscere. Questa mi ha portato in giro per il mondo già da giovane studente in Medicina, in cerca di una cura “miracolosa” per mio cugino. È stato l’anno 1982, quello dei Mondiali, a cambiare la mia vita. Era un pomeriggio di metà giugno quello in cui venni convocato da mia zia: mi disse che Marco, mio cugino di appena 18 anni, era stato ricoverato a Bologna, all’ospedale Rizzoli. Da qualche mese accusava un dolore sopra il ginocchio e che non passava neppure con gli antidolorifici”. Al cugino viene diagnosticato “un osteosarcoma, un tumore maligno del tessuto osseo, scarsamente differenziato e localmente avanzato”.

La prassi osservabile, in caso di tumore

La prassi, in questi casi, è nota a troppe persone: “Lo sottoposero a un intervento chirurgico e gli misero un nuovo tipo di protesi. Dopo l’intervento gli vennero fatti dodici cicli di chemioterapia, uno ogni ventuno giorni, tutti molto pesanti e debilitanti. Completato il trattamento chemioterapico cominciarono i controlli periodici, ogni due mesi. A novembre, al secondo controllo, apparirono nuovamente i sintomi della ripresa locale della malattia: dolore e gonfiore nella sede dell’intervento”. E’ così che, alla fine, la vicenda si risolve: “Conoscemmo una persona speciale, un medico responsabile del Dipartimento di ricerca nella città di Düsseldorf, in Germania. Ci disse che se avessimo voluto un parere più ampio sulla neoplasia avremmo dovuto contattare un suo collega, medico oncologo responsabile della Società di Oncologia medica tedesca ad Hannover, il dottor Nieper. Per la prima volta sentii parlare di integrazione di terapia farmacologica con sostanze naturali. Accompagnai Marco ad Hannover e, dopo la prima visita con l’oncologo, decidemmo di seguire le sue indicazioni e la terapia, e così iniziò un lungo percorso fatto di viaggi e ricoveri. Il risultato fu esaltante: mio cugino sopravvisse e oggi ha 54 anni e due splendidi figli”.

Quello che mangi fa la differenza: il corpo umano è un tutt’uno

Quando cellule impazzite incidono sull’organismo, l’alimentazione non è tutto, un cambiamento dello stile di vita può non bastare (come appare chiaro a tutti). Ma per chi si basa sulla medicina tradizionale può essere vitale (non soltanto utile) aprire gli orizzonti e ragionare anche in ambiti alternativi della medicina stessa: essi sono sempre più vicini, contano su pareri sempre più autorevoli. Gli stimoli che ne possono derivare integrano le conoscenze del medico e ne potenziano la vista, mentre guarda la sua materia. Lasciando i pazienti al mondo, per più tempo e in condizioni migliori: “La nostra vita biologica è il risultato di una continua interazione tra le diverse parti dell’organismo che si relazionano e si scambiano informazioni, sia in condizioni di salute che di malattia. Pensare di prevenire la malattia o curarla come fossimo divisi in compartimenti è un errore da evitare, la salute è il frutto di equilibrio tra diversi fattori, e l’alimentazione gioca un ruolo fondamentale in questa partita”. Bonucci docet.

About Isabella Lopardi

Isabella Lopardi ha lavorato come giornalista, traduttrice, correttrice di bozze, redattrice editoriale, editrice, libraia. Ha viaggiato e vissuto a L'Aquila, Roma, Milano. Ha una laurea magistrale con lode in Management e comunicazione d'impresa, è pubblicista e redattore editoriale. E' preside del corso di giornalismo della Pareto University.

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