Vitamine in gravidanza: nei bambini con familiarità, possono ridurre il rischio di autismo. Domani è proprio la Giornata mondiale dedicata ai bambini autistici, dei quali spesso si vorrebbe ridurre l’isolamento a livello comunicativo.
Vitamine in gravidanza: una chance contro l’autismo
Se durante il primo mese di gravidanza si assumono vitamine prenatali, il rischio di sviluppare i disturbi dello spettro autistico (Asd) nei bambini con predisposizione genetica si ridimensiona di conseguenza.
Autismo: che cos’è
Ma che cos’è l’autismo? Si tratta di un disturbo a carattere prevalentemente ereditario. In esso la componente genetica ha una responsabilità nell’83% dei casi. E’ importante evidenziare come i fratelli più piccoli di bambini con Asd abbiano fino a 13 volte più probabilità, rispetto alla popolazione generale, di sviluppare i disturbi tipici di questa impattante patologia.
Vitamine in gravidanza: il punto di vista delle madri
Ma guardiamo per un momento la problematica dal punto di vista delle madri. Esaminiamo il caso che riguarda le donne che hanno bambini con disturbi dello spettro autistico (Asd). Esse possono essere in grado di ridurre il rischio di autismo in ulteriori figli assumendo vitamine prenatali nei primi trenta giorni di gravidanza, come detto.
Vitamine in gravidanza contro l’autismo: uno studio recente
Uno studio recente a livello internazionale è stato condotto su 241 bambini, i cui fratelli maggiori avevano ricevuto una diagnosi di autismo. La crescita dei bambini a partire da 6 mesi fino a 3 anni è stata valutata durante l’indagine. Ne è emerso che circa il 33% dei bambini le cui madri non avevano assunto vitamine prenatali nel primo mese di gravidanza ha sviluppato i disturbi dello spettro autistico. Soltanto il 14% dei bambini le cui mamme avevano assunto vitamine ha manifestato i sintomi della grave patologia.
Vitamine in gravidanza: una chance per le famiglie ad alto rischio
L’uso materno di vitamine prenatali può ridurre, come è stato acclarato, la recidiva di Asd nei fratelli di bambini colpiti, in famiglie ad alto rischio.
Sulla nostra Penisola, 1 bambino su 100 è colpito da disturbi dello spettro autistico. A essere più colpiti sono i maschi, 3-4 volte in più rispetto ai soggetti di sesso femminile. I sintomi si manifestano di solito prima dei tre anni: essi riguardano inizialmente difficoltà di linguaggio, di comunicazione e un’apparente difficoltà di contatto emotivo, sia con i genitori sia con i coetanei.
Vitamine in gravidanza: la madre è l’unica fonte di nutrimento
Susanna Esposito, professore ordinario di Pediatria all’Università degli Studi di Perugia, si è espressa in questo modo: “La gravidanza getta le basi per il sano sviluppo del futuro bambino. In questo periodo, l’assunzione di vitamine anche attraverso una corretta alimentazione si rivela essenziale per preservare la salute della mamma e del nascituro, a breve e a lungo termine. La madre rappresenta l’unica fonte di nutrimento per lo sviluppo dell’embrione e del feto. Ecco perché, oltre ad un corretto stile di vita, è necessario fornire la giusta quantità di micro e macronutrienti”.
Vitamine in gravidanza: perché?
Le vitamine sono indispensabili per lo svolgimento delle funzionni vitali: sono sostanze organiche a basso peso molecolare, strutturalmente varie. Alcuni sintomi possono essere determinati dalla carenza cronica: essi scompaiono dopo la correzione del deficit che, in alcuni casi, può determinare anche un danno cronico.
Vitamine in gravidanza per la crescita e lo sviluppo
Queste le parole di Claudio Romano, professore associato di Pediatria, dipartimento di Patologia umana dell’adulto e dell’età evolutiva “Gaetano Barresi”, Università degli Studi di Messina: “Nel corso degli ultimi due secoli abbiamo assistito a una evoluzione culturale in ambito medico e sociale, riguardante il ruolo delle vitamine e dei micronutrienti. Siamo passati dal riscontro frequente di carenze croniche in periodi di carestia allo stato di benessere correlato al miglioramento economico. Il presente invece è caratterizzato da un nuovo aumento del rischio di disvitaminosi, in relazione ad alcuni stili di vita come le abitudini alimentari ‘selettive’, i regimi dietetici particolari per scelte culturali, filosofiche e religiose. In conclusione, è necessario ribadire che un adeguato stato vitaminico rappresenta un requisito necessario per una normale crescita e sviluppo, in ispecie durante la gravidanza e l’allattamento”.