Tempo di esami: che fare quando sono di scena ansia e balbuzie
Tempo di esami: la scuola in questo periodo è più che mai fonte di ansia e di stress. Per i ragazzi con balbuzie, come appare chiaro, la prova da affrontare è doppia.
L’ansia da prestazione pervade gli studenti come l’elettricità in un filo di rame. E’ ormai tempo di esami, mentre sono un ricordo recente le interrogazioni di fine d’anno.
Essere agitati prima di un esame è nella norma e permette di arrivare al traguardo con grinta.
L’ansia, in effetti, è una condizione che prepara ai momenti che percepiamo come potenzialmente pericolosi e, nel caso degli esami, deriva dal timore del giudizio che ne può risultare.
Tempo di esami: la parola agli esperti
Ansia da prestazione? Non soltanto. Piernicola Garofalo, past president della Società italiana di medicina dell’adolescenza, si è espresso in questo modo: “Nel caso degli esami scolastici, non si tratta soltanto di ‘ansia da prestazione’. I circuiti neuro-ormonali coinvolti infatti, non riguardano solo il circuito dell’ansia ma anche altre aree, quali ad esempio quelle deputate al controllo della qualità del sonno notturno così come alle capacità di attenzione e di concentrazione. Quindi una ricca rete di interconnessioni neuro-biochimiche che può pesantemente penalizzare le performance psico-intellettive e, a ricaduta, l’esito degli esami”.
Da che cosa nasce l’ansia? Dall’anticipazione di uno scenario possibile. In condizioni normali, ci permette di ridurre i rischi e massimizzare le possibilità di riuscire ad affrontare una determinata situazione di disagio. Ogni essere umano ha la capacità di prevedere le situazioni che potenzialmente lo metteranno in difficoltà, in base al successo o fallimento di esperienze passate.
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Queste le parole di Giovanni Muscarà, ex balbuziente e fondatore di Vivavoce institute: “Per chi sperimenta le difficoltà della balbuzie, l’ansia anticipatoria è associata alla paura di balbettare e tende a essere tanto più forte, quanto più in esperienze precedenti si è vissuta l’interruzione della parola e l’imbarazzo nel rapportarsi con gli altri. È importante sottolineare che l’ansia anticipatoria associata alla balbuzie è effetto delle conseguenze negative di precedenti episodi di balbuzie e non, come si può erroneamente pensare, loro causa”.
Tempo di esami: entriamo nel personaggio
Mettiamoci nei panni dei ragazzi con balbuzie: che cosa avviene loro durante gli esami? Si registra, come detto, una doppia fonte di stress. Non soltanto quella di dimostrare la propria preparazione, ma anche quella di riuscire a rispondere alle domande senza bloccarsi. Si tratta di una difficoltà che i ragazzi con balbuzie durante tutto il percorso scolastico. E’ quindi importante affrontare la situazione dal punto di vista didattico, partendo dalla conoscenza del problema.
Tempo di esami e balbuzie: i necessari incoraggiamenti dei docenti
Valentina Letorio, neuropsicologa, ha dichiarato: “Sul piano didattico è importante che i docenti incoraggino gli studenti che balbettano a cimentarsi in compiti di dialogo, adattando le valutazioni scolastiche su criteri che non li penalizzino, ad esempio ponendo più attenzione a cosa dicono e non a come lo dicono. Gli insegnanti si rivelano le figure chiave per la gestione e l’educazione delle relazioni con gli altri ragazzi e per favorire l’inclusione sociale. Conoscere che cosa sia davvero la balbuzie è il primo anello per portare gli studenti a sentirsi inclusi perché permette all’insegnante di evitare giudici sbrigativi e superficiali, che rischiano di inquadrare il problema in modo sbagliato, come pensare che la difficoltà a parlare derivi dall’insicurezza o dall’agitazione. Bisogna anche evitare di mettere i ragazzi sotto una campana di vetro, dispensandoli dalle più difficili prove orali, perché si rischia di danneggiarli ancora di più e di confermare in loro l’idea di avere possibilità limitate, rafforzando così gli alibi che trovano quotidianamente per sottrarsi alle situazioni più difficili”. Soprattutto in tempo di esami.