Balbuzie: la soluzione non può essere rinunciare a parlare. Tra tanti programmi di rieducazione, emerge un metodo innovativo, che esiste dal 2015: il Muscarà rehabilitation method for stuttering, oggetto di un progetto di ricerca per la validazione scientifica. L’obiettivo è recuperare una sufficiente fluenza nel linguaggio. Ma definiamo i dettagli di questa problematica.
Balbuzie: le statistiche
In tutto il mondo, l’8% delle persone ha balbettato nell’arco della sua vita e l’1,5% non riesce a superare questo disturbo, sebbene impegni la sua volontà e attui diversi tentativi.
In Italia sono un milione le persone che soffrono di balbuzie, 150.000 delle quali minori di 18 anni.
La balbuzie: che cos’è?
Ma che cos’è la balbuzie? Parliamo di un disturbo linguistico molto frequente, che esordisce generalmente nell’infanzia. Spesso regredisce spontaneamente entro i 6 anni: consiste nell’involontaria ripetizione di suoni o nel loro prolungamento e, spesso, in esitazioni, pause o blocchi, udibili o silenti.
Un fenomeno che isola il soggetto, complicando la sua vita sociale e il normale esprimersi durante le conversazioni.
Sulle cause, fino a oggi, non è stata fatta chiarezza. Sulla base di numerosi studi, comunque, la balbuzie dipenderebbe da un malfunzionamento nel meccanismo di monitoraggio nel processo di produzione del linguaggio.
Balbuzie: la parola agli esperti
Giovanni Muscarà, ex balbuziente e fondatore del Vivavoce institute, si è espresso in questo modo: “La balbuzie è un fenomeno complesso e dinamico, caratterizzato da fattori che interagiscono tra loro: problemi motori, linguistici, cognitivi e comportamentali. Questo disturbo ha un grande impatto sul vissuto delle persone influenzandone la quotidianità, causando frustrazione, vergogna, paura e bassa autostima, tutti fattori che a loro volta aumentano la frequenza e l’intensità della balbuzie. La balbuzie influenza la vita sociale delle persone dall’età scolastica, dove i bambini con questo disturbo sono tre volte più a rischio di bullismo e più avanti, al termine degli studi, non è difficile immaginare quanto possa condizionare l’ingresso nel mondo del lavoro”.
Balbuzie: due principali scuole di pensiero
In ambito italiano e internazionale si riscontrano due principali scuole di pensiero alla base dei diversi percorsi di riabilitazione per la balbuzie. La prima considera la balbuzie la conseguenza di un trauma infantile o di uno stato emotivo alterato: la prassi mira a scandagliare i vissuti emotivi legati al trauma; la seconda si basa sull’aggirare i blocchi tipici della balbuzie attraverso tecniche compensative, quali l’allungamento dei suoni e l’iper-articolazione, per lo più basate sul canto.
Balbuzie, metodo innovativo: i dettagli
Definiamo nei dettagli il metodo innovativo citato.
Il MRM-S (Muscarà rehabilitation ethod for stuttering), in corso di validazione scientifica, ha caratteristiche sue proprie. A differenza dei classici sistemi che muovono contro la balbuzie, si basa su un approccio multidisciplinare e, grazie a un percorso cognitivo-comportamentale, ha come obiettivo il miglioramento della performance articolatoria del linguaggio, attraverso l’apprendimento e la pratica di schemi motori più efficaci a livello fonatorio, respiratorio e articolatorio. Si riprende la padronanza dei propri movimenti, e quindi anche della propria voce. In tal modo, il soggetto può affrontare con meno stress e ansia le situazioni quotidiane.
Queste le parole di Pasquale Anthony della Rosa, direttore scientifico del Vivavoce research institute e ricercatore e dottore in Psicologia che collabora con la facoltà di Psicologia dell’Università Vita-Salute San Raffaele: “Il metodo MRM-S si differenzia rispetto agli altri metodi riabilitativi in quanto si pone come obiettivo quello di riacquisire il controllo del proprio modo naturale di parlare, attraverso il monitoraggio e il controllo di ogni atto motorio sottostante alla produzione del suono, secondo la teoria del motor learning. Per ottenere una rieducazione profonda occorre riprendere il controllo della propria motricità e tale capacità, una volta acquisita, viene consolidata nei contesti quotidiani, anche sotto stress. I primi risultati del percorso di validazione scientifica mostrano come il trattamento abbia un effetto su una componente legata al controllo attentivo in generale e coinvolta anche nel controllo del linguaggio. In termini linguistici, vuol dire che l’eloquio di un balbuziente può diventare più fluido in quanto si riduce la soglia rispetto alla quale un balbuziente decide se una parola, ed il suono legato a quella parola, è quella specificatamente richiesta e quindi può essere pronunciata».
Lo scorso anno, il metodo MRM-S è stato presentato alla conferenza internazionale di Neuroscienze di Amsterdam (ICON 2017).