Rotavirus: l’obiettivo primario è la prevenzione. #unapreoccupazioneinmeno è una campagna d’informazione contro le insidie di tale virus: esso è molto diffuso, ma troppo poco conosciuto. Il fine? Eliminare dalla mente una preoccupazione, relativa alla salute del bambino. L’iniziativa ha il patrocinio della Federazione italiana Medici pediatri (Fimp).
Rotavirus: che cos’è?
Parliamo di un virus in grado di sopravvivere molto bene nell’ambiente. Esso risulta estremamente contagioso. Si trasmette con grande facilità per via oro-fecale, ma anche attraverso il respiro o tramite il semplice contatto con superfici contaminate. I giocattoli non sono esclusi. Il Rotavirus è refrattario alle più scrupolose procedure igieniche e prospera anche nelle strutture ospedaliere.
L’aver contratto il virus una volta non dà immunità permanente: per questa ragione le infezioni possono essere ricorrenti. E’ pur vero che soltanto le prime infezioni sono quelle più gravi: esse meritano quindi di essere prevenute.
Il Rotavirus e il vaccino
#unapreoccupazioneinmeno ha un obiettivo. Si tratta di fornire dati chiari e certi sull’aspetto che più inibisce i genitori all’adesione al piano vaccinale: le reazioni avverse. Il dottor Giovanni Vitali Rosati, Rete vaccini Fimp Regione Toscana, ha dichiarato: “Una vaccinazione deve rispondere a due condizioni. La patologia deve essere grave e frequente e il vaccino deve essere efficace e senza effetti collaterali importanti. Entrambe le condizioni sono soddisfatte dal vaccino contro il Rotavirus”.
Inoltre, come precisa la dottoressa Catia Rosanna Borriello, direttore Uoc vaccinazioni Asst Fatebenefratelli Sacco, Milano, “considerata l’alta incidenza di casi e di ricoveri in ospedale per Rotavirus durante il primo anno di vita, bisogna considerare come il rapporto rischio/beneficio sia largamente a favore del beneficio. I dati clinici sulle reazioni avverse derivano da valutazioni estese su oltre cento milioni di dosi, distribuite per ciascuno dei due vaccini in commercio. I vaccini hanno mostrato profili di efficacia e sicurezza molto buoni in trial clinici effettuati in Paesi industrializzati occidentali e in America Latina”.
Prevenire l’infezione da Rotavirus: vaccinazione per bocca
Come prevenire l’infezione da Rotavirus? E’ una buona idea parlarne con il pediatra al primo bilancio di salute (i bambini sono controllati a scadenze definite, ndr). Ciò permette ai genitori di avere una preoccupazione in meno nei primi anni di vita del bambino. Si tratta, del resto, di un periodo impegnativo: le cose alle quali bisogna pensare sono tante e bisogna proteggere la tranquillità in famiglia.
E’ possibile prevenire l’infezione attraverso la via più efficace, semplice e sicura: la vaccinazione per bocca nei primi mesi di vita.
Ecco quanto aggiunge il dottor Giorgio Conforti, referente nazionale vaccini della Fimp: “Quello per il Rotavirus è l’unico vaccino di routine che viene somministrato per via orale. Ecco che i bambini non devono sottoporsi a una puntura. La procedura è meno stressante anche per i genitori. Essa può essere eseguita anche dal pediatra di famiglia. Può essere gratuita in base a specifici accordi con la Asl territoriale, come avviene in Toscana. Auspichiamo che questa facilitazione possa essere estesa a tutta Italia”.
Dovrebbero vaccinarsi contro i Rotavirus tutti i bambini, a cominciare dalla sesta settimana di vita; il trattamento si conclude entro la 24esima, se si tratta del vaccino a due dosi, oppure entro la 32esima, se parliamo di vaccino a tre dosi.
La vaccinazione è inserita nel calendario del Piano nazionale della prevenzione vaccinale 2017-2019. Essa è inclusa tra i Livelli essenziali di assistenza, poiché è molto importante per la Sanità pubblica.
Rotavirus: un vantaggio da non perdere
In medicina bisogna prestare attenzione alle ripercussioni negative sulla vita dei genitori e sul sistema sanitario. Si tratta di disagi, ansie, perdita di giorni di lavoro, mancata produttività, aumento delle ospedalizzazioni e dunque della spesa sanitaria. Ecco quanto consiglia il dottor Vitali Rosati: “evitare tutte queste problematiche con una semplice vaccinazione orale è di certo un vantaggio da non perdere”.
Gastroenterite da Rotavirus: come informarsi
La gastroenterite da Rotavirus (Garv) è un’infezione che colpisce i bambini fino ai 5 anni. E’ possibile che essa provochi una disidratazione così severa da rendere necessaria l’ospedalizzazione.
Bisogna dare un aiuto ai genitori: affinché evitino le conseguenze del virus e imparino quando e come prevenirle in piena sicurezza. Come informarsi sull’argomento? E’ online il sito informativo ed esistono (su Facebook e YouTube) canali social dedicati.
Gastroenterite da Rotavirus: distribuzione di materiale informativo
Negli studi medici di pediatri e igienisti è prevista la distribuzione di materiale informativo. Si terrà inoltre una serie di eventi informativi territoriali. Il primo appuntamento avrà luogo il 9 giugno al Parco Indro Montanelli di Milano. #tuloconosciGarvy sarà una giornata informativa dedicata a genitori e bambini e si svolgerà all’aria aperta. Ci saranno musica, palloncini, zucchero filato e uno spettacolo speciale dedicato ad adulti e bambini.
Gastroenterite da Rotavirus: le statistiche
Gastroenterite da Rotavirus: si registra un caso al minuto, per un totale di circa 27.000 casi al mese. Ci sono più di 400.000 bambini colpiti ogni anno, per quanto concerne la gastroenterite da Rotavirus (Garv).
Gastroenterite da Rotavirus: reintegrare i fluidi persi
La malattia colpisce spesso entro il primo anno di vita. I sintomi sono diarrea, febbre, vomito e disidratazione. La patologia può diventare tanto grave da richiedere il ricovero in ospedale, come detto, poiché bisogna reintegrare i fluidi persi.
Gastroenteriti da Rotavirus e latte materno
Quando si avverte il pericolo di una patologia, il primo impulso è correre ai ripari: è un dato positivo. La normale cura del neonato può non essere sufficiente. Il latte materno, per esempio, non sembra essere un argine efficace alle gastroenteriti da Rotavirus. Queste le parole di Catia Rosanna Borriello: “L’allattamento materno è estremamente importante nella prevenzione di tutte le infezioni del neonato, tra le quali le gastroenteriti, come quelle causate dal Rotavirus. Parliamo, tuttavia, di un’immunizzazione spesso aspecifica e che comunque decade dopo pochi mesi dalla nascita”.
Rotavirus: arriva il virus democratico
L’ospedalizzazione, che può essere necessaria in caso di gastroenterite da Rotavirus, costituisce uno stress per il fanciullo.
Secondo Giorgio Conforti, “con un’infezione come quella da Rotavirus non sono i numeri a contare, quanto l’enorme disagio che l’ospedalizzazione comporta a genitori e bambini. Il Rotavirus è ubiquitario e colpisce tutti, al Nord, al Sud, al Centro: è infatti definito un virus ‘democratico’, che prende indistintamente bambini ‘poveri’ e bambini ‘ricchi’. L’infezione dura dai quattro agli otto giorni. Anche se la patologia non si presenta in forma violenta, si tratta di giorni di sofferenze, pianti, sintomi spiacevoli”.
Il rotavirus e gli antibiotici
Che cosa avviene in seguito? Giovanni Vitali Rosati si è espresso in questo modo: ”la diarrea può diventare cronica e richiedere l’uso di antibiotici per diverso tempo. Il bambino si debilita ulteriormente. I genitori si trovano costretti a perdere giornate lavorative e affrontare un grosso disagio, oltre al dispiacere di vedere il proprio figlio sofferente; se poi ci sono fratelli o sorelle, anche loro ne sono inevitabilmente contagiati”.
Rotavirus: Garv e spesa sanitaria
La gastroenterite da Rotavirus incide negativamente e in modo sostanziale anche sulla spesa sanitaria. Secondo le stime, le gastroenteriti da Rotavirus comportano sullo Stivale ogni anno più di 14.000 ospedalizzazioni, più di 50.000 accessi ai Pronto soccorso e 8.000 infezioni nosocomiali. Si determina un sovraccarico notevole delle strutture ospedaliere nei mesi invernali: è proprio allora che l’infezione risulta più frequente.
La spesa annua è pari a circa 186 milioni di euro. Che cosa avverrebbe con una vaccinazione capillare contro il Rotavirus? Le ospedalizzazioni di neonati e bambini si ridurrebbero dal 70 al 90%.
Il Rotavirus e i genitori
Che cosa accade dopo il ricovero di un figlio per Garv? Sulla base di un sondaggio pubblicato dalla rivista scientifica internazionale Human vaccines & immunotherapeutics, dedicato al vissuto di un campione di famiglie italiane, lo stress è stato considerato “elevato” dal 67.2%. Più del 74% dei genitori, del resto, non risulta essere a conoscenza dell’esistenza di un vaccino orale ad hoc. E’ il momento di correre ai ripari: l’informazione è importante.