Malattie infettive e vaccinazioni, accesso alle cure: tutte le news

Malattie infettive e vaccinazioni, accesso alle cure: tutte le news

Malattie infettive e vaccinazioni: si torna a parlare di pertosse e tubercolosi. Tutti i cittadini dovrebbero essere preservati da queste pericolose patologie (che non fanno parte del passato).

Queste le parole della dottoressa Susanna Esposito, presidente dell’Associazione mondiale per le malattie infettive e i disordini immunologici (WAidid) e ordinario di Pediatria all’Università degli Studi di Perugia: “Il ritorno della pertosse, l’eradicazione della tubercolosi, l’importanza delle vaccinazioni in gravidanza sono tutti temi in merito ai quali la comunità scientifica mette in atto nuove strategie di prevenzione e di cura. Ma sono anche argomenti che necessitano di una corretta informazione presso l’opinione pubblica, oggi troppo spesso confusa da fake news seriamente dannose per l’intera comunità. Basti pensare alle coperture vaccinali sempre più in calo con conseguenze allarmanti per l’intera società”.

Coloro che vaccinano sono sempre meno: siamo certi che il dato non sia allarmante?

Malattie infettive e vaccinazioni: le statistiche

Malattie infettive e vaccinazioni, accesso alle cure: tutte le newsSulla base di dati recenti, l’Italia è agli ultimi posti per copertura vaccinale (83%). Nella Regione europea, il nostro Paese supera soltanto Francia, Bosnia-Erzegovina, Romania, Repubblica di San Marino e Ucraina. A livello globale, del resto, gli stati con una copertura quasi totale (99%) risultano essere Ungheria, Cuba, Kazakistan, Giordania, Isole Seychelles e Bahrain.

Malattie infettive e vaccinazioni: accesso alle cure

Quando si parla di malattie infettive e vaccinazioni bisogna anche chiarire chi abbia il privilegio di avere accesso alle cure. Si è espresso in merito Stefano Vella, direttore del Centro nazionale per la salute globale, Istituto superiore di Sanità: “La possibilità di accedere alle cure è un diritto di tutti, che deve essere rivendicato a causa di disuguaglianze sempre più evidenti. Questi divari non riguardano soltanto le cosiddette ‘malattie della povertà’ come Hiv, tubercolosi e malaria, ma tutte le malattie dell’uomo, molte delle quali prevenibili e curabili poiché comuni sono gli aspetti strutturali, sociali e politici, i diritti negati, la discriminazione di genere, sia nei Paesi poveri sia nei Paesi ricchi. Obiettivo del Centro nazionale per la salute globale è quello di combattere le disuguaglianze di salute in Italia e nel mondo e garantire accesso universale alle cure per le categorie più vulnerabili, marginalizzate e fragili”.

Malattie infettive e vaccinazioni: la tubercolosi

La tubercolosi, detta anche tisi, è una malattia infettiva causata da vari ceppi di micobatteri, in particolare dal Mycobacterium tuberculosis, chiamato anche Bacillo di Koch. I sintomi classici sono una tosse cronica con espettorato striato di sangue, febbre di rado elevata, sudorazione notturna e perdita di peso.

WAidid lancia una rete telematica dedicata alla tubercolosi: il Global tubercolosis network.

Giovanni Battista Migliori, direttore del Centro di collaborazione Oms/Who per la Tubercolosi e le Malattie respiratorie, Istituti clinici scientifici Maugeri, Irccs, Tradate; Chair, Global tuberculosis network (Gtn), ne spiega le caratteristiche. Secondo le sue parole, si tratta di una rete globale composta da medici, esperti di salute pubblica, società scientifiche, società civile, pazienti, organizzazioni mondiali come l’Oms e l’Unione internazionale contro la tubercolosi (Union), donatori e aziende farmaceutiche. Ma qual è l’obiettivo? Perseguire attivamente l’eliminazione della tubercolosi (Tbc) con uno sforzo globale, una collaborazione attiva nel campo della ricerca, dell’advocacy e della formazione degli operatori.

Malattie infettive e vaccinazioni: tubercolosi come causa di morte

Pensavate che la tubercolosi fosse scomparsa dalla faccia della Terra? La Tbc, invece, è una delle prime cause di morte nel mondo. Secondo le stime, c’è stata un’incidenza di 10,4 milioni di nuovi casi nel 2017 (casi incidenti), il 90% dei quali riguardanti persone adulte, con il 65% individui di sesso maschile e il 10% persone con infezione da Hiv (il 74% in Africa). I nuovi casi in età pediatrica sono circa 1 milione, 250 mila dei quali sono addirittura fatali (compresi i casi di coinfezione tubercolosi/Hiv). Sono 10,4 milioni i nuovi casi stimati. Di essi, ne sono stati notificati all’Oms solo 6,6 milioni. Esiste, cioè, un gap di 3,8 milioni tra i casi incidenti e quelli notificati, dovuto sia alla sottonotifica dei casi sia alla sottodiagnosi.

Nel 2016, nella Regione europea dell’Oms, il numero di nuovi casi è stato pari a 290 mila (il 3% del totale registrato nel mondo) che corrisponde a un’incidenza di 31,6 casi per 100 mila abitanti.

In questa situazione, a che cosa mira il Global tubercolosis network? A collaborare con organizzazioni, associazioni, istituzioni e partner esistenti impegnati nella lotta contro la Tbc. L’obiettivo è integrare e amplificare le iniziative esistenti. Il sito Waidid, per gli operatori registrati, prevede a breve termine la possibilità di chiedere suggerimenti di gestione terapeutica e preventiva ai principali esperti di Tbc del mondo.

Malattie infettive e vaccinazioni: la pertosse

Come è noto e come sottolineato da Paola Stefanelli, del Dipartimento Malattie infettive dell’Istituto superiore sanità (Iss), la pertosse è una malattia infettiva causata dall’infezione del batterio Bordetella Pertussis, ad alto tasso di contagiosità e diffusione, che nel 2014 ha fatto registrare oltre 24 milioni di casi nel mondo in bambini di età inferiore ai 5 anni e 160.000 decessi.

L’aumento dell’incidenza della malattia è evidente in alcuni Paesi per diversi fattori concomitanti. Essi fanno della pertosse una malattia infettiva ri-emergente, seppur prevenibile da vaccino. Una delle questioni più discusse recentemente riguarda la durata dell’immunità, acquisita dopo la malattia naturale e dopo la vaccinazione. In entrambi i casi non è presente immunità permanente. La malattia naturale induce una protezione di lunga durata, stimata approssimativamente in 20 anni. La pertosse quindi può tornare, anche se non si tratta di un evento frequente. La protezione indotta dalla vaccinazione, invece, ha durata più breve stimata in un range che va da 4 a 10 anni. Questo fenomeno (detto waning immunity) fa sì che i soggetti più adulti si ammalino e spiega la circolazione della pertosse anche in Paesi con buona copertura vaccinale. In questo scenario, sono gli adolescenti e i giovani adulti a perdere la protezione indotta dalla vaccinazione e a contribuire alla circolazione della pertosse.

Malattie infettive e vaccinazioni: il batterio della pertosse

Ma quali sono i vaccini contro la pertosse introdotti negli ultimi due decenni? Si tratta dei vaccini acellulari (aP), così definiti perché non contengono il batterio Bordetella pertussis intero, per quanto inattivato, ma soltanto alcune sue proteine (antigeni), inattivate e purificate. Nonostante la bassa reattogenicità (cioè la ridotta capacità di indurre effetti collaterali e reazioni indesiderate, ndr) rispetto al vaccino a cellula intera (wP) introdotto negli anni ‘50, il vaccino acellulare conferisce un’immunità che va scemando nel tempo. Il limite, dunque, consiste nella durata dei livelli di protezione che espone anche gli adulti, spesso inconsapevoli, alla malattia.

Pertosse: come vaccinare

Sulla nostra Penisola è prevista una immunizzazione primaria nel primo anno di vita, una dose di richiamo all’età di 4-6 anni, successivamente durante l’adolescenza, a 14-16 anni, e poi ogni 10 anni per tutta la vita. I soggetti appartenenti a queste fasce di età non sono omogeneamente raggiunti dalla vaccinazione contro la pertosse sul territorio italiano contribuendo alla circolazione del batterio.

Malattie infettive e vaccinazioni: pertosse, il richiamo per gli adulti

Esperti e scienziati sono concordi nell’affermare che l’unico modo per contrastare la pertosse è il raggiungimento di elevate coperture vaccinali, con il rispetto delle tempistiche del calendario nel bambino e sufficienti richiami in età adulta. Gli adulti, infatti, devono sottoporsi al richiamo anti-pertosse ogni 10 anni.

Vaccini e maternità

Malattie infettive e vaccinazioni, accesso alle cure: tutte le newsTina Tan, professor of Pediatrics at the Feinberg school of Medicine, Northwestern university, Chicago, Illinois, si è espressa in merito a vaccini e maternità. Ricorda che evidenze scientifiche hanno dimostrato che la somministrazione di alcuni vaccini nelle donne in gravidanza, come quello contro la pertosse o l’influenza, hanno il duplice obiettivo di proteggere la mamma e il bambino nei primi mesi di vita. Se da una parte durante la gravidanza sono controindicati i vaccini vivi attenuati come quello contro il morbillo e la rosolia, possono essere invece somministrati in sicurezza e vanno raccomandati i vaccini cosiddetti inattivi a base di proteine:

– Difterite, tetano e pertosse (dTap): i vaccini contro la pertosse sono combinati con quelli contro la difterite e il tetano. Sebbene possa essere somministrato durante tutto il periodo della gravidanza, per una più efficace protezione del neonato da parte degli anticorpi materni, il momento ideale per questo vaccino è la somministrazione tra la ventisettesima e la trentaseiesima settimana di gestazione. La pertosse, prima dell’età di 6 mesi del neonato, si può manifestare con difficoltà respiratorie talvolta gravi, che possono provocare un arresto respiratorio: ancora oggi, nel mondo, 1 neonato su 1.000 muore di pertosse. In Italia, dal 2017 il Piano nazionale per la prevenzione vaccinale raccomanda 1 dose di vaccino dTap in gravidanza a tutte le donne.

– Influenza: il vaccino può essere somministrato in qualsiasi trimestre di gravidanza ed è Malattie infettive e vaccinazioni, accesso alle cure: tutte le newsraccomandato per proteggere la mamma e il bambino nei primi mesi di vita. L’influenza contratta in gravidanza può comportare complicazioni respiratorie con conseguente ricovero in ospedale. Nei casi più gravi, purtroppo, anche al decesso delle donne incinte, specialmente durante il secondo e terzo trimestre della gravidanza e il primo mese dopo il parto. Inoltre, la vaccinazione in gravidanza permette di proteggere i neonati e i lattanti nei primi 6 mesi di vita, in quanto i figli di donne vaccinate in gravidanza presentano anticorpi protettivi contro l’influenza grazie al passaggio degli stessi attraverso la placenta della loro mamma. Numerosi studi hanno evidenziato che i neonati e i lattanti al di sotto dei 6 mesi sono la categoria più a rischio di gravi complicanze respiratorie e neurologiche in corso di influenza e la vaccinazione materna è l’unica modalità di prevenzione.

Come i vaccini hanno cambiato la storia della medicina

Secondo Nicola Cotugno, Research unit in Perinatal and Congenital infections, University department of Pediatrics, Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, l’aspettativa di vita media è aumentata grazie ai vaccini: è in tal modo che essi hanno cambiato la storia della medicina.

Allo stato attuale, essi prevengono ogni anno circa 3 milioni di decessi nel mondo. Tuttavia, un numero altrettanto grande di vite potrebbe essere risparmiato grazie ad interventi vaccinali più efficaci diretti verso le popolazioni a rischio. Parliamo di bambini di paesi in via di sviluppo, immuno-deficienti, gestanti, neonati prematuri, anziani e pazienti oncologici (Who).

I vaccini e il microbiota umano

L’organismo dell’uomo e della donna è una macchina meravigliosa. Sulla base di numerosi studi scientifici, di recente il microbiota umano, cioè l’insieme di batteri simbiotici che vivono nel nostro corpo, è stato posto in relazione con la capacità di rispondere alle infezioni, e di conseguenza alle vaccinazioni. E’ per questa ragione che per aumentare l’immunogenicità dei vaccini la modulazione del microbiota, attraverso l’utilizzo di pre- e pro-biotici, costituisce una chiave terapeutica. Tale intervento, condotto in recenti studi su bambini provenienti da Paesi in via di sviluppo, ha mostrato un miglioramento della risposta verso vaccini contro tetano, poliovirus, rotavirus e tubercolosi. L’approccio è volto a riequilibrare, come appare chiaro, la flora intestinale: nei prossimi anni, potrebbe guidare sia la personalizzazione di vaccini già esistenti, sia la ricerca rivolta a malattie tuttora orfane da vaccini (Hiv, Hcv, Zica…).

Dal 18 al 20 ottobre, in merito a tali argomenti, ha avuto luogo il secondo Congresso internazionale dell’Associazione mondiale per le malattie infettive e i disordini immunologici (WAidid).

About Giorgio Maggioni

È dal 1993 che studia, analizza e sfrutta il WEB. Dicono sia intelligente, ma che non si applichi se non sotto stress, in quel caso escono le sue migliori idee creative. Celebre la sua frase: “è inutile girarci in giro, chi non usa il web è destinato a fallire”. È docente di webmarketing per l’internazionalizzazione d’impresa, dove incredibilmente, per ora, è riuscito a non rovinare alcuno studente. In WMM si occupa di sviluppare modelli di business utilizzando logiche non convenzionali.

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