Influenza: tutto quello che ci aspetta per la nuova stagione
Salute

Influenza: tutto quello che ci aspetta per la nuova stagione

11/10/2018
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Influenza: le temperature si stanno abbassando e non molto tempo trascorrerà, prima che molti di noi siano colpiti dai malanni tipici della stagione invernale. L’effetto del clima rigido non si farà attendere a lungo.

Che influenza ci aspetta? La parola all’esperto

Ma quale influenza ci aspetta? Si è espresso in merito il professor Fabrizio Pregliasco, virologo e ricercatore del dipartimento di Scienze biomediche per la salute dell’Università degli Studi di Milano e direttore sanitario Irccs Galeazzi di Milano. Ha definito le caratteristiche della prossima influenza stagionale e i comportamenti più corretti da tenere, nel caso in cui si manifestino sintomi influenzali e da raffreddamento. Queste le sue parole: “La prossima stagione influenzale dovrebbe essere di intensità media. Secondo le stime, tuttavia, che non meno di 5 milioni di persone saranno costrette a letto; nell’emisfero australe, la stagione sta scorrendo con bassi livelli di diffusione e una prevalenza del virus AH1N1. E’ pur vero che in quest’ultima parte di stagione rimane l’incognita del contributo del virus B, che potrebbe innalzare la dimensione complessiva della stagione”.

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Influenza: che cos’è?

Influenza è un termine generico. La denominazione, in generale, comprende una grande varietà di forme infettive.

Ma quando si può parlare di “vera influenza”? Soltanto se si presentano contemporaneamente tre condizioni: febbre elevata (>38°) a insorgenza brusca, sintomi sistemici come dolori muscolari/articolari e sintomi respiratori come tosse, naso che cola, congestione/secrezione nasale o mal di gola. Se non si presentano tali sintomi, si è in presenza di infezioni respiratorie acute o sindromi parainfluenzali.

Influenza: la parola all’esperto

Così prosegue il professor Pregliasco: «Con l’influenza non bisogna mai abbassare la guardia: bisogna prestare attenzione, come riportato alla memoria chiaramente da quanto è accaduto lo scorso anno. Ci aspettavamo una stagione influenzale di media intensità e invece è stata una delle più pesanti degli ultimi anni. Una lezione che non dobbiamo dimenticare. Molto dipenderà anche dal meteo: se questo inverno dovesse essere più lungo e freddo, certamente si avranno molti più malati».

Influenza: un’indagine

In occasione dell’evento stampa organizzato da Assosalute (Associazione nazionale farmaci di automedicazione, parte di Federchimica) a fine settembre, è stata presentata un’indagine. Sulla base della stessa, gli abitanti della nostra Penisola si affidano al buonsenso nel prevenire e affrontare l’influenza. Queste le loro azioni: si coprono bene, evitano gli sbalzi di temperatura, e si lavano spesso le mani. Senza dimenticare l’attenzione all’alimentazione ricca di vitamine (27%), che segue al quarto posto nella graduatoria stilata. Il 14% della popolazione ricorre al vaccino antinfluenzale, esattamente come si evinceva dalla rilevazione posta in essere lo scorso anno.

Influenza: il vaccino antinfluenzale

Pregliasco fa notare che: «Il vaccino antinfluenzale è un salvavita per le persone fragili. Parliamo di tutti gli anziani sopra i 65 anni e dei malati cronici, per i quali l’influenza potrebbe determinare complicanze. Ecco che si configura un’opportunità di riduzione dell’assenteismo scuola/lavoro e del rischio di contagiare soggetti fragili della propria famiglia. Il vaccino non è in grado di proteggere da tutte le forme non dovute a virus influenzali e a volte non evita completamente la malattia, ma ne attenua i sintomi e scongiura, come detto, il rischio di complicanze».

Influenza: i farmaci senza obbligo di ricetta

Influenza: tutto quello che ci aspetta per la nuova stagioneMa qual è il rimedio più utilizzato in caso di sintomi influenzali e da raffreddamento? Per il 58,5% degli italiani si tratta dei farmaci di automedicazione, senza obbligo di ricetta. I cosiddetti rimedi della nonna risultano essere molto popolari: brodo caldo, tè e tisane, spremute, vino cotto, latte bollente con miele (38,7%). Il 20,7% degli intervistati, invece, dichiara di giovarsi di antibiotici: è una percentuale comunque elevata (oltre 1 rispondente su 5), sebbene sia in calo di quasi 2 punti rispetto al 2017.

Influenza: che fare in caso di contagio

Che cosa bisogna fare quando si è contagiati? Pregliasco ha dichiarato: «In caso di contagio non bisogna fare gli eroi, poiché il riposo resta un’arma fondamentale per aiutare l’organismo a sconfiggere i virus. Basilari sono i farmaci di automedicazione, che costituiscono il pilastro principale nel trattamento delle sindromi influenzali e parainfluenzali. L’uso dei farmaci senza obbligo di ricetta deve servire ad attenuare i sintomi senza azzerarli, consultando il medico se le cose non migliorano dopo 4 o 5 giorni».

Influenza: credenze e falsi miti

Ma che cosa credono e pensano le persone intervistate?

Tra le affermazioni proposte, ecco quanto gli intervistati considerano assolutamente vero: l’influenza colpisce le persone di tutte le età e può farlo tutti gli anni; il consumo di vitamina C è efficace per “prevenire il contagio”; fare sport rafforza il sistema immunitario; rispettare le ore di sonno è importante per minimizzare il rischio di contagio.

La maggioranza degli intervistati, inoltre, ritiene che il ricorso all’antibiotico non debba essere la prima misura terapeutica in caso di sintomi influenzali. E’ una percentuale minoritaria ma non irrilevante, pari a quasi il 15% degli intervistati, a pensare che la prima cosa da fare in caso di influenza e raffreddore sia proprio prendere l’antibiotico.

Sebbene non sia detto che la “vera influenza” ci costringa a letto ogni anno, poiché agisce contro di essa il nostro sistema immunitario, è possibile che uno dei 262 virus che determinano forme simil-influenzali ci facciano ammalare a qualunque età, non soltanto durante inverno.

Influenza: antibiotico o spremuta?

Pregliasco ha affermato: «Se è vero che bere una spremuta al giorno aiuta a combattere raffreddore e Influenza: tutto quello che ci aspetta per la nuova stagioneinfluenza, e dormire aiuta a difendersi perché incrementa la risposta immunitaria, è invece falso che la prima cosa da fare in caso di raffreddore e influenza sia prendere l’antibiotico, magari uno qualsiasi che si ha in casa o che si è utilizzato in precedenza, senza prima consultare il medico».

Come è noto, del resto, gli antibiotici combattono soltanto le infezioni batteriche. L’influenza stagionale e il raffreddore, in effetti, non sono causati da batteri, ma da virus, per i quali gli antibiotici sono inutili.

Influenza: tutto quello che ci aspetta per la nuova stagioneEcco quanto consiglia Pregliasco: «L’uso degli antibiotici può rivelarsi addirittura dannoso, per la possibilità di determinare un’alterazione della flora batterica delle prime vie respiratorie. Ne consegue l’eventualità di favorire una superinfezione, da parte di un microrganismo resistente. Gli antibiotici trovano, invece, indicazione nelle complicanze batteriche broncopolmonari e devono essere utilizzati, solo se prescritti, dopo aver effettuato una visita medica, quando i sintomi dell’influenza non passano con i farmaci di automedicazione oppure se, dopo un’apparente guarigione, si manifesta un ritorno di febbre e tosse produttiva (con produzione ed emissione di espettorato, ndr)».

Influenza: come conservare i farmaci

E’ sempre necessario conservare correttamente i farmaci. E’ una buona idea evitare forti sbalzi di temperatura, conservarli in un luogo sicuro e tenerli lontani dalla portata dei bambini. I farmaci di automedicazione, riconoscibili grazie al bollino che sorride sulla confezione, devono essere utilizzati soltanto dopo aver letto con attenzione il foglietto illustrativo. In caso di dubbio, bisogna rivolgersi al farmacista o al proprio medico di fiducia.

È dal 1993 che studia, analizza e sfrutta il WEB. Dicono sia intelligente, ma che non si applichi se non sotto stress, in quel caso escono le sue migliori idee creative. Celebre la sua frase: “è inutile girarci in giro, chi non usa il web è destinato a fallire”. È docente di webmarketing per l’internazionalizzazione d’impresa, dove incredibilmente, per ora, è riuscito a non rovinare alcuno studente. In WMM si occupa di sviluppare modelli di business utilizzando logiche non convenzionali.

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