Protesi alla spalla o al ginocchio? Niente paura, lo sport è per tutti

Protesi alla spalla o al ginocchio? Niente paura, lo sport è per tutti

Protesi: non costituisce necessariamente un limite al movimento, in tutte le accezioni del termine, quando si è operati alla spalla o al ginocchio. Quando una persona ha subìto un serio intervento, medici e ricercatori insegnano a non considerare la protesi come uno svantaggio troppo rilevante e a fare sport nella giusta maniera. Bisogna rendere inoffensivo il problema e rendere ugualmente la vita degna di essere vissuta: come quella delle persone nelle foto, che hanno spalle e ginocchia senza protesi.

Il professor Marco Maiotti, specialista in Ortopedia e Traumatologia dello Sport e il dottor Carlo Massoni, chirurgo ortopedico, hanno spiegato quali sono le attività fisiche più adatte, a seconda dell’articolazione operata. E’ sufficiente essere seguiti da un bravo esperto, perché tutto ritorni possibile.

Intervento al ginocchio e protesi alla spalla, attività consigliate

Protesi, che fare? Niente paura, lo sport è per tuttiChe cosa bisogna fare quando si è subito un intervento al ginocchio?

Bicicletta, nuoto, ballo da sala, tiro con l’arco, golf sono attività consigliate. Chi è stato sottoposto a un intervento protesico alla spalla, poi, dovrebbe cimentarsi in passeggiate, esercizi aerobici, nuoto, bowling, bicicletta. Le moderne tecniche di chirurgia permettono di tornare a fare sport dopo un’operazione importante: si tratta di un risultato alla portata di tutti. Ma quali sono le problematiche alle quali fare attenzione? Sono in agguato l’usura degli inserti in polietilene e la mobilizzazione dei materiali che compongono la protesi. Traumi e microtraumi da “contatto” potrebbero ledere la protesi stessa, se si svolge un’attività fisica ad alto impatto. Come prevenire i danni?

Un buon fisioterapista e preparatore atletico potrà seguirci e consigliarci opportunamente.

Protesi e sport: parla Marco Maiotti

Marco Maiotti, primario dell’Uoc. di Medicina e Traumatologia dello Sport presso l’azienda ospedaliera San Giovanni Addolorata di Roma, specialista in Ortopedia e Medicina dello Sport, si è espresso in questo modo: “Esistono due tipologie di protesi di spalla: protesi totale (anche detta artroprotesi) e Protesi, che fare? Niente paura, lo sport è per tuttiprotesi parziale (endoprotesi). L’attività fisica, come conferma uno studio Ases (American shoulder and elbows surgeons) è consigliata in quasi tutti i casi: in particolare, il 100% dei chirurghi consiglia sport a basso impatto (bicicletta; passeggiate; esercizi aerobici), l’81% a medio impatto (nuoto, bowling) e il 51% dei chirurghi sconsiglia attività ad alto impatto”.

Protesi: come si è svolta l’indagine

L’indagine è stata posta in essere intervistando 310 chirurghi — esperti nelle attività consentite dopo l’impianto di una protesi di spalla — e prendendo in esame 105 pazienti con protesi totale, di età media pari a 72 anni: 62 avevano praticato sport nei 5 anni precedenti l’intervento, 48 avevano smesso per problemi alla spalla, 60 dei 62 pazienti hanno ripreso a fare sport dopo l’intervento.

Gli interventi di artroprotesi della spalla, sia totale sia parziale, sono cresciuti nel 2015 (7.187 rispetto ai 6.588 del 2014, con un aumento del 9%, che interessa anche le classi di età meno anziane) e il problema interessa soprattutto le donne (71,7% dei ricoveri), soggette più degli uomini a osteoporosi e aumento del peso a seguito di menopausa: è evidente quanto sia fondamentale promuovere l’attività fisica in soggetti con protesi di questo tipo (Dati Riap, Progetto italiano artroprotesi 2017).

Protesi: innegabili i vantaggi della pratica sportiva

Oggi sono universalmente riconosciuti i vantaggi della pratica sportiva costante per la prevenzione di malattie metaboliche, cardiovascolari e per mantenere una qualità della vita elevata. Questo concetto è valido anche per i pazienti sottoposti a interventi di chirurgia protesica al ginocchio, procedura chirurgica d’elezione, con ospedalizzazione tradizionale, al momento più eseguita negli Stati Uniti. In Italia, si ogni anno si portano a termine circa 45.000 interventi di questo tipo, con un tasso di crescita medio per anno che si aggira intorno al 7%.

Protesi e sport: la parola a Carlo Massoni

Secondo Carlo Massoni, chirurgo ortopedico Uoc Medicina e Traumatologia dello Sport, azienda ospedaliera San Giovanni Addolorata di Roma, “Esistono differenti tipologie di protesi di ginocchio: mono-compartimentali, bi-compartimentali e totali. Le prime e le seconde sono quelle che offrono le maggiori possibilità di ritorno all’attività sportiva e, ovviamente, rappresentano la scelta d’elezione nei pazienti normopeso con artrosi limitata a un solo o due compartimenti, assenza di importanti deviazioni assiali e lassità legamentose del ginocchio”. L’intervento è mini-invasivo e le strutture legamentose e sensoriali del ginocchio sono conservate: i vantaggi connessi a ciò permettono la ripresa dell’attività sportiva dopo sei mesi dall’intervento. “Questa attività, se il paziente rispetta delle indicazioni e dei limiti precisi, non sembra ridurre la percentuale di sopravvivenza dell’impianto che, a dieci anni è stimata intorno al 90%. Tra le attività sportive raccomandate, sia nei pazienti con protesi mono-compartimentale che totale, ci sono la bicicletta, il nuoto, il ballo da sala, il tiro sportivo e il golf. Tra quelle raccomandate ai soggetti esperti in queste discipline, le attività aerobiche a basso impatto, il ciclismo, il bowling, il canottaggio, il trekking, l’equitazione, lo sci di fondo e la scherma”.

Sport e protesi: principali rischi

Non bisogna dimenticare i principali rischi derivanti dalla pratica sportiva: quali attività devono essere limitate o evitate? Sicuramente l’usura degli inserti in polietilene e la mobilizzazione delle componenti protesiche sono le problematiche principali, in relazione agli eventi microtraumatici o traumatici che si possono verificare durante l’attività sportiva ad alto impatto o gli sport di “contatto”.

Come deve agire l’ortopedico? E’ fondamentale che egli conosca non soltanto il quadro clinico del paziente, ma anche le sue reali aspettative, “così da poter adottare, secondo le parole di Maiotti, la più idonea tipologia protesica e prospettare, a quanti non desiderano rinunciare alla pratica sportiva, degli obiettivi ragionevoli che non siano in grado di compromettere il successo della stessa procedura chirurgica”.

About Giorgio Maggioni

È dal 1993 che studia, analizza e sfrutta il WEB. Dicono sia intelligente, ma che non si applichi se non sotto stress, in quel caso escono le sue migliori idee creative. Celebre la sua frase: “è inutile girarci in giro, chi non usa il web è destinato a fallire”. È docente di webmarketing per l’internazionalizzazione d’impresa, dove incredibilmente, per ora, è riuscito a non rovinare alcuno studente. In WMM si occupa di sviluppare modelli di business utilizzando logiche non convenzionali.

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