Bisogna parlare del tumore alla prostata

Bisogna parlare del tumore alla prostata

Il 47% degli uomini ignora i sintomi del tumore alla prostata in stadio avanzato. Tre su cinque, poi, non collegano alla malattia il dolore di cui soffrono. Fino a ieri era in corso a Vienna l’European cancer congress. Tra gli elementi emersi degni di nota bisogna annoverare i risultati della più ampia indagine internazionale sul tema del tumore alla prostata: ha riguardato 1200 intervistati. L’International prostate cancer symptoms survey è un sondaggio condotto sia su uomini con tumore avanzato, sia su coloro che si prendono cura di tali malati (“caregiver”, ndr). Harris Poll ha rivolto l’attenzione su 10 Paesi, fra cui l’Italia, e ha realizzato il sondaggio, commissionato dall’International prostate cancer coalition (Ipcc) con il supporto di Bayer healthcare.

Come è noto, il tumore alla prostata può non avere sintomi nelle fasi iniziali. Quando la malattia progredisce, comunque, iniziano a manifestarsi sintomi come dolore grave o inspiegabile, difficoltà nel camminare, nel salire le scale o ad addormentarsi o perdita del controllo vescicale. E’ allora che gli uomini si rivolgono al medico.
Bayer, sulla base dei risultati dell’indagine, ha attuato un’iniziativa educazionale mondiale, chiamata “Men who speak up”: il fine è individuare i sintomi del tumore prostatico avanzato e grazie ai dati fare sì che uomini e loro familiari si rivolgano alle persone giuste allo scopo di affrontare il problema. In “Men who speak up” sono presenti un ‘localizzatore’ dei sintomi, una guida di discussione con il proprio medico, fascicoli informativi e statistiche utili provenienti dalle persone con tumore della prostata, al fine di facilitare il dialogo.

Tumore alla prostata, qualche dato

Parliamo della seconda forma più comune di cancro fra gli uomini nel mondo e della quinta causa di morte correlata ai tumori nei maschi. Nell’anno in corso, in Italia ci attendiamo 35.000 nuovi casi.

Sono diverse le barriere che gli uomini incontrano quando devono comunicare in merito alla problematica: in primis, la confusione relativa all’origine dei sintomi.

Sulla base del Prostate cancer symptoms survey, il 57% dei maschi pensa di dover convivere con il dolore che prova ogni giorno; il 34%, inoltre, si considera più debole, agli occhi propri e dei suoi simili, se rivela i sintomi. Motivazioni culturali sono legate alla difficoltà a rivelare i sintomi: in Europa e Asia Pacifico (Apac) il 36% degli uomini non si dichiara a proprio agio nel discutere con i medici sul suo stato di salute; tale atteggiamento, negli Stati uniti, si riscontra soltanto nel 12% dei casi. Un tumore in stadio avanzato diffuso alle ossa, peraltro, è presente nel 53% dei casi in Apac e Usa, ma addirittura nel 72% in Europa.
Marco Ranzoni, responsabile comunicazione Bayer, si è espresso in questo modo: “I risultati del sondaggio hanno evidenziato alcuni aspetti critici che devono affrontare gli uomini che convivono con la malattia in stadio avanzato e sottolineano il bisogno di incoraggiarli a parlarne di più”.
Il dottor Giuseppe Procopio, responsabile s.s. Oncologia medica genitourinaria all’Int di Milano, afferma che “Lo stadio del tumore prostatico è uno dei più importanti fattori nel determinare le opzioni di trattamento e le prospettive di recupero. La diagnosi precoce dei sintomi può non solo rallentare la progressione della malattia, ma anche potenzialmente migliorare la qualità di vita dei pazienti e avere un impatto positivo sui loro cari”.

Tumore alla prostata, domande difficili: entrano in scena i familiari

Ma coloro che sono colpiti da tali neoplasie contano sui propri familiari? Tra coloro che hanno partecipato a sondaggio, la metà ha affermato di contare sui caregiver quando rivolge le domande più importanti sul tumore alla prostata.

Afferma il dottor Procopio: “Mentre i medici sono importanti nel valutare come si sentono i pazienti, il sondaggio rivela che anche i caregiver giocano un ruolo chiave nella gestione della malattia, specialmente quando si arriva a rivolgere domande difficili”.

About Isabella Lopardi

Isabella Lopardi ha lavorato come giornalista, traduttrice, correttrice di bozze, redattrice editoriale, editrice, libraia. Ha viaggiato e vissuto a L'Aquila, Roma, Milano. Ha una laurea magistrale con lode in Management e comunicazione d'impresa, è pubblicista e redattore editoriale. E' preside del corso di giornalismo della Pareto University.

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