Acquaponica, la bio fattoria a Km zero. Senza terra, dove vuoi

Acquaponica, la bio fattoria a Km zero. Senza terra, dove vuoi

Coltivare frutta e verdura 100% bio e allevare pesci contemporaneamente, il tutto senza utilizzare nessun tipo di sostanza chimica: né concimi, né pesticidi, né anti infestanti, né fitofarmaci. E’ l’obiettivo dell’ acquaponica, una biocultura integrata e sostenibile che combina l’acquacoltura, cioè l’allevamento di  pesci e di crostacei, con la coltivazione idroponica, vale a dire la coltura di vegetali, direttamente in acqua, senza l’utilizzo della terra.  Ma c’è di più. Questo felice matrimonio si può celebrare praticamente ovunque: in casa o sul balcone, in ufficio, sul tetto di un palazzo, in un angolo del giardino, in città come in campagna. Quello che cambia, ovviamente, saranno le dimensioni: più spazio si ha a disposizione, maggiore sarà la possibilità di produrre pesci commestibili (oppure ornamentali) e vegetali di alta qualità: insalata, pomodori, zucchine, cavoli, melanzane, ma anche fragole, uva, mirtilli. Tutto 100% a chilometro zero.

Come funziona il sistema acquaponica

La tecnica, conosciuta già al tempo dei romani come testimoniano gli affreschi nella Domus Romana di Pompei, è stata rivalutata  e rivista in chiave moderna e oggi, diverse aziende nel mondo ripropongono questo equilibrato sistema che sfrutta il legame naturale tra vegetali, pesci ed acqua, generando un ecosistema autosufficiente, dove i rifiuti dei  pesci vengono riciclati dalle radici che, a loro volta, filtrano l’acqua.

Per vivere, infatti, i pesci hanno bisogno di nutrimento, acqua pulita e ben ossigenata. I rifiuti organici, prodotti dall’attività metabolica dei pesci, se lasciati accumulare senza filtraggio dell’acqua, inquinano pericolosamente le vasche di allevamento dei pesci, fino a procurarne la morte.

Nel sistema acquaponica, invece, i rifiuti organici dei pesci vengono rielaborati dai batteri nitrificatori, si tratta di batteri “buoni”, creati nelle vasche di coltura dei vegetali, che producono nitrati e altre sostanze nutritive e rappresentano un vero e proprio concime naturale per le piante che, a loro volta, con le radici fitodepurano l’acqua restituendola pulita ai pesci. Il tutto in un circuito chiuso e continuo.

Agricoltura sostenibile e cibo sano. Acquaponica potrebbe essere una soluzione

I vantaggi offerti dall’acquaponica  sono molti sia per l’ambiente che per la salute: minor utilizzo di acqua da irrigazione (fino al 90 % di acqua potabile in meno), eliminazione dei cicli di lavaggio dei vegetali dopo la raccolta perché, non utilizzando nessun prodotto chimico, il vegetale è pronto per essere venduto, addirittura consumato. Ma non basta: non è necessario preparare il terreno con le macchine agricole (diserbo, aratura, fresatura, semina, concimazione, raccolta e così via), quindi nessun impiego di carburante fossile. E poi: zero pesticidi, zero fitofarmaci, zero concimi e zero antiparassitari. In più le colture crescono più in fretta e con una resa maggiore per metro quadrato. Infine risulteranno migliori rispetto alle colture tradizionali sia per il gusto che da punto di vista organolettico.

Ma c’è un altro aspetto davvero rivoluzionario e cioè la possibilità di allevare pesci e coltivare vegetali ovunque, addirittura in casa con moduli su misura o di dimensioni ridotte, poco meno di 2 metri e mezzo per 1 metro e mezzo pari a 4 metri quadrati di orto.

Acquaponica, la bio fattoria a Km zero. Senza terra, dove vuoi“Con queste dimensioni è possibile coltivare circa 120 piante e allevare 20/30 chili di pesce d’acqua dolce: tinche, trote, salmerini, anguille, branzini” dice Arnaldo Uccella, ingegnere, ideatore del progetto Acquaponica Keplero, in collaborazione con l’Università di Padova.

“In pratica, nei moduli di acquaponica viene riprodotto il ciclo naturale dell’azoto”, spiega Uccella. “Gli impianti sono completamente autonomi e possono essere controllati in tempo reale attraverso una “app” da uno smartphone o da un computer. Hanno un’altezza regolabile, pensata per garantire il massimo confort all’operatore che lavorerà senza più posture scomode o potrà essere utilizzata da persone diversamente abili in carrozzina”.

Insomma, la vecchia figura del contadino piegato dalla fatica, con l’acquaponica scompare. Esistono già orti didattici installati in diverse scuole del Triveneto, e si pensa a orti di condominio, orti aziendali, ma anche ristoranti e supermercati dove il cliente si sceglie il cibo direttamente dall’impianto.

L’impianto di Acquaponica è un investimento

Di certo, l’acquaponica inizialmente non è un progetto a buon mercato: ora come ora, il costo per realizzare 50 metri quadrati di coltivazione, perfetto per soddisfare le esigenze di un piccolo condominio, è di circa 25 mila euro: “Anche se”, assicura Arnaldo Acquaponica, la bio fattoria a Km zero. Senza terra, dove vuoiUccella “L’impianto si ripaga in un anno di corretto esercizio”. Il prezzo di un impianto domestico, invece, parte da circa 500 euro.

E’ vero che oltre alle necessità familiari l’impianto produce cibo che può essere commercializzato creando nuove opportunità lavorative. Ma soprattutto la garanzia di nutrirsi con alimenti straordinariamente sani e, praticamente a impatto zero sull’ambiente, ha un valore altissimo che non può lasciare indifferenti.

 

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17 comments

  1. Peccato che non sia possibile la certificazione bio: la norma non lo consente

    • Vero, però più che una “certificazione”, almeno a livello privato (familiare, condominiale o di quartire) vale la consapevolezza di aver prodotto qualche cosa di integro e incontaminato e la soddisfazione impagabile di mettere in tavola alimenti biologicamente sani e completi. Tutto il resto (certificazioni, bollini, denominazioni) è nelle mani della burocrazia/politica. Chissà se sotto questo aspetto, in futuro, si prenderà in considerazione anche questo tipo di coltivazione?
      Qualcuno ne sa qualche cosa?

  2. Piero Maravalli

    Sono cresciuto in campagna. Abbiamo mangiato tutti cibi sanissimi da coltivazioni solo naturali, alternanza nelle asemine e letame prodotto dagli escrementi degli animali, per mantenere e accrescere la fertilità dei terreni. Anche la selezione e la conservazione dei semi era un’arte.
    Solo dopo l’arrivo dei prodotti chimici, sono arrivati i semi ibridati che danno piante sterili e le certificazioni. Guarda il caso, da allora hanno iniziato a mettere fuori legge i metodi di coltivazione collaudati da secoli di esperienza, hanno fatto abbandonare la salvaguardia dei semi autoctoni, delle varietà e biodiversità.
    Riprendiamoci la nostra cultura agricola, i nostri saperi e sviluppiamoli con le tecnologie utili disponibili, che rispettano l’ambiente e consentono di produrre alimenti sani e salutari.
    Conto molto su questo progetto di acquaponica, ciclo naturale nella coltivazione e allevamento che consente di produrre in vicinanza dei consumatori e in funzione delle necessità alimentari. Così si avvia ad un risparmio vero di sulo, di energia, di tempo e incrementiamo la salute ed il benessere.

  3. Ci siamo ammalati tutti cosi….

  4. Alessandro Papini

    Mi può indicare il consumo di energia in Kw/h di un impianto condominiale o per metro quadro per illuminare le piante fuori stagione? vorrei ipotizzare un impianto a ciclo continuo. Grazie

    • Buongiorno,
      vorrei dire la mia sulle varie discussioni in atto.
      Innanzitutto per quanto riguarda le certificazioni bio, è vero che non vengono rilasciate, il motivo è semplice: i consorzi e tutti i venditori che ci stanno dietro perderebbero una bella fetta di mercato tra mancata vendita di concime, pesticidi, fitofarmaci, semi modificati etcc, un mercato che fa numeri da capogiro!!!!! Con l’acquaponica non avrete nessun bisogno di certificazioni bio, basta la consapevolezza che non ce bisogno di nulla, perchè qualsiasi cosa voi mettiate nell’acqua, i pesci muoiono, pertanto, si autocertifica bio!!! I vostri clienti capiranno questo e apprezzeranno o toccheranno con mano questa realtà. Un giorno le varie lobbi saranno pronte ad accettarlo.Per quanto concerne i consumi, per un impianto di 50mq, ossia condominiale, potremmo arrivare per le pompe a 180kw/h ma garantire una produzione di 900 piante mese e circa 600/800 pesci, risparmiando il 90% di acqua e il 70% di energia in meno rispetto una coltura tradizionale.

      • Gent.mo,
        in merito a questo interessantissimo e innovativo sistema, vorrei sapere in che modo si è tenuto conto del benessere animale; i pesci, da quel che ho capito circa le proporzioni mq/kg di pesce, vivrebbero in condizioni simili agli allevamenti intensivi, come spazio vitale…

        • Buongiorno Martina, ecco la risposta di Arnaldo Uccella:

          quello che dice non è vero, i pesci vivono in un ambiente altamente ossigenato e senza nessun tipo di medicinale antibiotico, tipico degli impianti intensivi. Il numero che lei legge è un dato, ovvero legato a certe proporzioni e il valore massimo è riferito ad avanotteria, quindi pesci di pochi cm. E’ ovvio che man mano che crescono i pesci andranno ad affollare l’impianto e quindi si deciderà se mangiarli o venderli.
          Teniamo molto al benessere e alla naturalità delle cose ed è’da sempre un nostro impegno, l’acquaponica nè è tangibile testimonianza.
          Grazie.

          Ing. Arnaldo UCCELLA
          Project manager
          http://www.itamia.it

      • PIENAMENTE IN ACCORDO SU QUANTO DA LEI SCRITTO..
        come richiesto a Itamia via mail gradirei contatto
        3383173252

  5. Desidero informazioni grazie.

    Tina 3358231385

  6. Sicuramente è molto interessante poter coltivare senza muoversi da casa e magari comunque lontano da altre fonti di inquinamento come quelle provenienti dal traffico stradale. In inverno poter prelevare gli ortaggi direttamente dal tuo orto e una cosa che potrebbe dare tante soddisfazioni

    • E’ vero Carmen, ci sno diversi aspetti positivi in questo tipo di coltivazione. Per contro ci sono costi da sostenere che a nostro parere non sono assolutamente sostenibili. Il nostro consiglio è di fare molta attenzione e di valutare bene l’investimento.

  7. Mi scusi ma come dice l’ing Uccella, nel luglio del 2017 se le pompe consumano 180 Kw/h a 0,07 €/kw-h significa che ogni ora di funzionamento costa 12,60 € e, suppongo debbano funzionare 24/24 h il costo giornaliera sarebbe di 302,40 al giorno e questo significa che in un mese il costro per l’energia elettrica sarebbe di circa 9000,00€!!!! qualcosa non quadra.

    • Gentile lettore, senza fare i conti relativi ai consumi, riteniamo che anche l’investimento necessario all’impianto, forse, sia eccessivo e non valga la candela. Ne abbiamo parlato sul Font perché comunque è una bella idea sotto molti punti di vista, soprattutto quello etico, ma il business plain non ci con vince. In ogni caso per maggiori info può rivolgersi direttamente all’azienda.
      Un saluto cordiale

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