congresso nazionale arteterapia

Arteterapia, terapia in un disegno: dalla parola all’azione

Arteterapia: nasce oggi lo spazio di ilfont.it a essa dedicato.

In questa occasione, nel parlare dello scopo dell’arteterapia, abbiamo intervistato Paola Maria Taufer, psicoterapeuta psicodinamica psicoanalitica e ferma sostenitrice della prevenzione.

Sul finire, la notizia: è prossimo il Congresso nazionale delle artiterapie.

Si riscontra un salto dalla psicologia all’arteterapia: dall’ambito delle parole si arriva a quello delle immagini. C’è un salto anche, vice versa, tra arte tradizionale e arteterapia: come del resto avviene nell’arte interattiva e nelle performance, è il gesto di fare arte, e non il prodotto finito, a essere importante. Nel nostro caso, il gesto con il suo valore terapeutico permette al paziente di crescere ed elaborare le problematiche, rielaborandole e risolvendole, migliorandosi. Ma sentiamo l’esperta.

L’arteterapia propone la figura del terapista che è un artista allo stesso tempo, come si configura questo soggetto?

Chi è l’arteterapeuta? Non è necessariamente uno psicologo specializzato in arteterapia., ma una persona, con inclinazioni artistiche, capace di pensarsi una relazione di aiuto. L’arte terapeuta è un professionista specializzato in uno dei linguaggi artiterapici di vertice (arteterapia, musicoterapia, teatroterapia, danzamovimentoterapia) che, al termine di un percorso formativo specifico, è in grado di operare consapevolmente in tutti i contesti della relazione, sia individualmente che in equipe multidisciplinare. Artedo propone una scuola in modalità mista (online e presenza) per permettere anche a chi lavora di completare la propria formazione con questa professionalità (le scuole Artedo aderiscono alla metodologia didattica denominata protocollo discentes per la formazione in arti terapie in Italia, basata su laboratori pratici e formazione a distanza, centralizzata su piattaforma e-learning per lo studio della parte teorica, ndr)

Come si configura la variazione tra psicologia, dominio della parola, e arte terapia, dominio dell’immagine?

L’arteterapia coniuga modalità espressive analogiche, non verbali, come la produzione artistica, con finalità di promozione e sviluppo della creatività delle persone, affinché si possa migliorare gli aspetti cognitivi ed emotivo-relazionali.

L’arteterapia affonda le sue radici sia nel campo dell’arte che in quello della psicoanalisi, ponendosi in uno spazio intermedio in cui le due discipline si integrano.

Quando parliamo di artiterapie intendiamo le 4 grandi declinazioni: arteterapia plastico-pittorica, musicoterapia, danza-movimentoterapia e teatroterapia. Le ultime due, meno conosciute al grande pubblico, stanno velocemente prendendo piede come modalità espressive per raggiungere un profondo benessere interiore che coinvolge anche gli aspetti sociali e prosociali (il benessere di fare insieme, aiutandosi l’un l’altro).

Esperienze pratiche di arteterapia portano a far fare passi avanti a soggetti con problemi. Può farci degli esempi?

La musicoterapia è da tempo conosciuta come canale preferenziale con persone che vivono alcune patologie invalidanti come quelle dello spettro autistico o le varie forme di demenza.

Il poter entrare in contatto con un bambino autistico diventa alcune volte estremamente difficile: attraverso un percorso di musicoterapia (o di arteterapia) si ottengono risultati importanti in direzione della comunicazione e della relazione, quindi di superamento dell’isolamento e di benessere e qualità della vita.

Questo anche nelle demenze. Per esempio nella malattia di Alzheimer, che sappiamo essere una patologia degenerativa, progressiva e inarrestabile, attraverso la musica (attiva o recettiva) si porta il malato a mantenere il contatto con la realtà, a provare sensazioni piacevoli, a preservare le funzionalità residue.

L’opera d’arte non è più importante, perché è importante il percorso che il paziente compie. Ma dove si possono vedere i risultati di questo percorso?

Numerose ricerche riportano i benefici che le artiterapie riescono ad ottenere in vari ambiti. Ricordiamo che l’uso delle artiterapie rappresenta il principale strumento di relazione con se stessi e con l’altro. Pertanto il loro utilizzo è una forma di comunicazione e di espressione delle emozioni, che spesso con riesce con altri canali comunicativi.

Qual è il suo rilevante contributo a questo scenario? Può definire la sua esperienza e le realtà nelle quali opera?

Sono stata direttora della Scuola Artedo di Trento e Bolzano e ora ne sono il responsabile scientifico. Io ho creduto e diffuso le artiterapie sul territorio, superando molti ostacoli dovuti alla scarsa conoscenza di questa disciplina. Ho potuto rilevare però, che dopo aver realizzato progetti di artiterapie  nei luoghi di cura e di formazione (ospedali, case di riposo, scuole..) il risultato ha evidenziato la grande forza e il considerevole beneficio che queste hanno ottenuto in tutte le fasce di età.

Dall’opera d’arte alla musica: ci delineerebbe il quadro proprio dell’arteterapia? 

Con l’entrata in vigore della Legge 4/2013 hanno ottenuto un sostanziale riconoscimento tutte le professioni non organizzate in ordini e collegi, indipendentemente dal fatto che esse siano il risultato di un apprendimento formale, non formale o informale. Tra queste, anche le arti terapie.
Con il termine “arti terapie” si intende l’uso della creatività e dei linguaggi artistici quali intermediari delle relazioni in ogni contesto (sociale, formativo, clinico, ecc.).

Per finire, qualche dettaglio. Quali sono gli appuntamenti prossimi in quest’ambito?

Un importante appuntamento del 2016 è il Congresso nazionale delle artiterapie, che si terrà quest’anno a Scalea (provincia di Cosenza in Calabria) nei giorni 2 e 3 dicembre 2016.

About Isabella Lopardi

Isabella Lopardi ha lavorato come giornalista, traduttrice, correttrice di bozze, redattrice editoriale, editrice, libraia. Ha viaggiato e vissuto a L'Aquila, Roma, Milano. Ha una laurea magistrale con lode in Management e comunicazione d'impresa, è pubblicista e redattore editoriale. E' preside del corso di giornalismo della Pareto University.

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