Sharing economy: fare business condividendo tutto. O quasi...

Sharing economy: fare business condividendo tutto. O quasi…

La sharing economy o economia della condivisione, è un concetto in continua evoluzione, come la realtà a cui fa riferimento. È un universo che comprende molte realtà caratterizzate da molti elementi. Primo tra tutti è il fatto di essere un nuovo modello economico improntato sulla condivisione di beni e servizi, e quindi non più basato sull’acquisto e sulla proprietà ma piuttosto sul riuso e sulla condivisione, in cui l’elemento relazionale è fondamentale.

La fiducia e la collaborazione con gli altri caratterizzano lo scambio di mercato sia nella modalità tra pari “Peer to Peer” (P2P) che nel campo del “Business to Consumer” (B2C).

In pratica alcune persone affittano la loro auto per qualche ora, altri si offrono di cucinare pasti per permettere a chi lavora di godere di una pausa pranzo in “famiglia”, altri ancora condividono la loro abitazione con persone che vengono dall’altra parte del mondo. Le possibilità sono infinite e gli imprenditori sono sempre alla ricerca di nuove combinazioni.

L’origine della sharing economy

Il concetto di Sharing Economy si affaccia nel panorama economico alla fine del Novecento, ma si è concretizzato con il diffondersi di internet e con la nascita delle community.

Nel 2011 Bryan Walsh, senior editor al Time Magazine, affermò che la sharing economy è una delle dieci idee destinate a cambiare il mondo di domani. Ma perchè solo ora se ne parla tanto?

Perché questo modello si è sviluppato soprattutto grazie al progresso tecnologico che ha permesso una sempre maggiore diffusione di internet, della tecnologia, delle community online e di nuove piattaforme tecnologiche. In questo panorama, gli imprenditori che operano nel campo della sharing economy hanno scorto un’opportunità per i consumatori offrendo loro la possibilità di condividere sia beni tangibili (come la casa o l’auto) che intangibili (come il proprio tempo libero).

Facciamo un esempio.

La maggior parte delle persone è ben consapevole che la propria auto viene utilizzata soltanto per un piccolo lasso di tempo durante il corso della giornata. Le automobili rimangono parcheggiate in media il 96% del tempo, trascorrono lo 0,5% del loro tempo ferme nel traffico e lo 0,8% nella ricerca di un parcheggio. Vengono così utilizzate solo il 2,6% durante il loro tempo di vita e, nel 75% di questi casi, a bordo c’è solo il conducente.

Ma quante di queste persone sarebbero disposte a condividere i costi da sostenere (manutenzione, carburante ecc.) con qualcuno che neppure si conosce? Non molti.

Tuttavia, oggi, con la sempre maggiore popolarità di piattaforme di condivisione e il progredire della rivoluzione virtuale, ci si sente a proprio agio a condividere, con qualcuno che non si conosce, qualcosa che ci appartiene.

Fiducia e sharing economy crescono di pari passo

I numeri della sharing economy continuano a crescere ed esiste un numero sempre maggiore numero di persone che ne riconoscono i benefici, soprattutto nel momento in cui ci si trova faccia a faccia con la crisi economica e si ha bisogno di risparmiare o di ricavare qualcosa da ciò che non si utilizza. In BlaBlaCar, l’idea di fondo è quella di estendere la sharing economy nel campo del carpoooling a livello mondiale. Ad oggi, nel 2016, BlaBlaCar è presente il 22 nazioni europee e vuole diventare a tutti gli effetti un player globale.

Per continuare a crescere è indispensabile continuare a lavorare a stretto contatto con i membri della community al fine di creare un servizio sempre più accessibile e a misura di utente.

I 3 principi della Sharing Economy

Tutta la filosofia si basa su un unico concetto di fondo: ogni bene non utilizzato è sprecato. Per il resto bisogna ricordare che:

  1. Accesso vs proprietà: la generazione dei consumatori di oggi intravede sempre più vantaggi nel prestito e sempre meno nella proprietà di un bene.
  2. Fiducia: la globalizzazione ha preparato il terreno per lo sviluppo di un mondo interconnesso fatto di imprese e persone. La nascita delle community online ha poi permesso a persone  sconosciute ma accomunate da una stessa necessità di entrare in contatto in modo semplice e sicuro.
  3. Oggi le aziende devono fare i conti con radicali trasformazioni dei modelli di business: l’economia della condivisione (o sharing economy) è sicuramente una di queste. Si parla di una trasformazione culturale prima che organizzativa, popolata per lo più da start-up, che ripensano lo scambio di beni e servizi tradizionale e perciò anche il mercato.

SO Lunch: un modello di sharing economy

Il cibo è da sempre un forte aggregatore di persone e di esperienze. Il cibo avvicina, rallegra e appaga. A tavola si parla più volentieri, si condividono non solo le pietanze, ma anche le esperienze. SO Lunch, nata dall’intuizione di Luisa Galbiati con il supporto di un team che comprende Elena Seccia, Oscar Figus e Roberto Marmo nelle vesti di mentor, mette in contatto chi è a casa all’ora di pranzo con chi, lavorando o studiando, vuole mangiare come a casa propria, ovunque si trovi, garantendo un guadagno ai cuochi e favorendo nuove relazioni. Consente alle persone di socializzare, mangiare in modo sano e, nello stesso tempo, di guadagnare.

Tutti ottengono benefici perché diventano parte attiva del processo. In Italia, parliamo di 17 milioni di persone inattive, dai 24 ai 65 anni, che sono a casa, spesso, con redditi bassi. SO Lunch utilizza la sharing economy per generare reddito e inclusione sociale attraverso una community trasversale per età, reddito, cultura, esperienze.

Nonostante sia online solo da fine aprile, centinaia sono le persone iscritte e decine i pasti scambiati. La stampa nazionale e locale (La Repubblica, Corriere della Sera, Avanti, Rai Radiorai2-EtaBeta) ha dedicato ampio spazio all’iniziativa ritenendola innovativa e socialmente utile.

Sharing economy: fare business condividendo tutto. O quasi...SO Lunch è stato fra i 30 finalisti dell’European Innovation Competition New Way to Grow 2015 tra 1.500 progetti europei, ha vinto il Digital Award 2015– Il coraggio di Innovare promosso dalla Regione Lombardia e da UnionCamere ed è stato tra i 20 progetti selezionati dall’acceleratore di imprese sociali SocialFare di Torino. Il progetto SO Lunch è stato presentato al Ferrara Sharing Festival come piattaforma di sharing economy emergente e i founders sono stati invitati a Forum PA 2016 a discutere sulla proposta di legge sulla sharing economy.

L’immediato futuro vede SO Lunch tra i 20 progetti selezionati dal Comune di Milano nel primo bando di Crowdfunding Civico italiano. La campagna, attiva sulla piattaforma Eppela, è online dal 15 settembre per 50 giorni.

L’obiettivo, entro fine anno, è di consolidare la presenza a Milano e a Roma per ampliare poi, nel 2017, a tutta Italia e, dopo il consolidamento italiano, approdare in Europa nel 2018.

Ogni contributo riceverà una ricompensa proporzionata alla donazione (a partire da una quota simbolica di 5 euro) e un ringraziamento sul sito dell’evento, per aver appoggiato il progetto.

Per contribuire alla campagna è sufficiente registrarsi sul sito di Eppela e partecipare con una donazione.

Al raggiungimento dell’obiettivo il Comune di Milano raddoppierà la raccolta.

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