Marco Franzoso, il manuale per diventare un bravo scrittore (e un bravo lettore)

Marco Franzoso, il manuale per diventare un bravo scrittore (e un bravo lettore)

Marco Franzoso, “Il grande libro della scrittura: Manuale pratico, avventuroso e filosofico per scrivere qualsiasi storia”.

I libri non sempre sono fatti per essere scelti: a volte sono proprio loro a scegliere te, a decidere che ti puoi avventurare nella loro lettura e dunque ti cercano, sino a che ti trovano.

E’ così che è avvenuto l’incontro con lo straordinario Manuale per la scrittura creativa del professor Marco Franzoso, testo in cui sono inciampata mentre navigavo a vista nel mare magnum della narrativa.

E’ stato amore a prima vista, un amore corposo con 720 pagine di scrittura limpida e cristallina, di punti fermi conficcati come chiodi nel panorama della scrittura, di raffinati excursus da Dante ai giorni nostri, con profonda deferenza e grande rispetto per chi ha davvero scritto la storia della letteratura.

E’ un manuale di scrittura creativa, nel quale ci si rivolge ai neofiti con bonarietà, ma contemporaneamente con la sicurezza di chi sa che la scrittura non nasce dal nulla, non è soltanto il prodotto di una predisposizione genetica, ma è il lavoro lungo e certosino di chi sa di dover partire da zero e scrivere e riscrivere e riscrivere ancora prima di arrivare a un risultato godibile.

Tutto ciò in alternativa a esili libercoli in cui si offre il percorso per diventare scrittore in pillole, una ogni sera prima di dormire, schematizzando e inaridendo ciò che la scrittura è, riducendo a grafici e percorsi falsamenti lineari la creazione di un racconto.

Quale ruolo la parola raccontata possa rivestire nella vita dell’uomo l’autore lo aveva già detto nel suo ultimo romanzo, “Le parole lo sanno”: “le parole sanno sempre dove andare”, é il loro destino e quello di ogni storia intessuta dall’amore.

Scrivere e leggere sono la più concreta dichiarazione d’amore per la letteratura e il Manuale ne è la testimonianza concreta, con i riferimenti agli autori più amati, con la bibliografia ricchissima e il richiamo ai centoventisei libri che dovremmo leggere perché sono stati i fedeli compagni di strada di Marco Franzoso.

Da dove cominciare?

Contrariamente al consueto, cominciamo dal fondo (pag. 649), dalla vita dello scrittore così come la vede Marco Franzoso prendendo a prestito una riflessione di Marcel Proust, uno degli scrittori più citati (e dunque amati).

L’inizio è inequivocabile, ma purtroppo non così scontato: leggere e ancora leggere.

Essere umili, andare alle presentazioni degli scrittori per creare dei legami, iniziare a scrivere dal chiuso di se stessi per poi aprirsi al mondo e accettare gli ostacoli, le sconfitte, forse temporanee, forse definitive: la scrittura non è “un risultato da raggiungere, ma un percorso da compiere”.

 “Scrivete come respirate. Ecco, ci siete. Ora non fermatevi. Scrivete come camminate. Non fermatevi più.”: questo è l’invito a chi si blocca di fronte alla pagina bianca, perché la scrittura è lavoro, fatica, tempo sottratto ad altri interessi e impegno costante, disciplina che combatte la sregolatezza e infine frustrazione, condizione normale per uno scrittore (a cui va aggiunta l’annosa questione della carenza cronica di denaro proveniente dal proprio lavoro intellettuale).

Non è dunque facile essere un (bravo) scrittore, pennivendoli e scribacchini se ne trovano ovunque, ma per loro andremo a scomodare l’Alighieri: non ragioniam di lor, ma guarda e passa.  

Chissà se Marco Franzoso ha scelto le ultime pagine per tratteggiare la vita dello scrittore con un fine scaramantico: giunti a pagina 600, fatti propri tutti i suggerimenti e i percorsi illustrati, non ci può far scoraggiare dall’eventualità che i rosei sogni accarezzati nel tempo possano svanire, bisogna intraprendere il viaggio col bagaglio acquisito e iniziare il percorso.

Marco Franzoso, suggerimenti e regole per diventare scrittori

In una intervista radiofonica l’autore ha dichiarato di aver impiegato una decina d’anni per portare a compimento la scrittura del suo Manuale: facile da credere, pensando al rigore sotteso ad ogni capitolo, ai richiami interessantissimi forniti passo passo, alla chiarezza espositiva.

Il Manuale fornisce una sintesi delle tecniche necessarie per narrare, esposte però sotto forma di gradevole lettura, non di arido  testo didattico.

Impossibile farne una sintesi, per altro inutile, nonostante uno dei primi suggerimenti sia proprio quello di imparare a sintetizzare sempre di più quanto si scrive, sino a passare da un paio di pagine a 25 parole.

L’Ulisse di Joyce e l’Odissea di Omero in 25 parole? Esatto, Marco Franzoso ci riesce.

Intanto dobbiamo smettere di essere lettori distratti e diventare consapevoli, capaci di vedere al di là dei fatti raccontati l’impalcatura di pensiero che li ha preceduti.

Partendo dalla più antica Morfologia della fiaba di Propp per arrivare alla più moderna narratologia, l’autore dispone la materia narrata e i personaggi che l’agiscono o la subiscono in una struttura articolata in Tre Atti, una sorta di scheletro reggente.

Non c’è storia se non c’è un protagonista che si trova a dover abbandonare una situazione di stabilità a causa di eventi critici, che deve risolvere per ritrovare una dimensione adatta a sé e allo specifico mondo in cui vive. Solo allora potrà tornare e chiudere il percorso circolare.

Ogni personaggio avrà un suo ruolo, da protagonista o da figurante, portando con sé una ricchezza di elementi che Marco Franzoso mostra come accumulare senza forzare le descrizioni, ma ricorrendo ad esempio a giochi di specchi che rimandino da un personaggio all’altro.

Si dia un contesto a questi personaggi, definito e chiaro per il lettore, intrinseco ai diversi protagonisti che tali sono proprio lì e in quel momento preciso, perché non potrebbe essere diversamente.

Sfogliare il Manuale è come entrare in un bosco incantato, dove prende vita un mondo così simile al nostro da diventare vero, da farci a volte dimenticare che i personaggi di un racconto o di un romanzo vivono una sola vita, quella delle pagine in cui noi ci avventuriamo, e non hanno un passato o un futuro al di fuori di esse, se non quello previsto dall’autore.

Didascalico quanto basta, pratico, avventuroso e filosofico come promesso dal titolo, il saggio ci rivela aspetti della scrittura che non siamo capaci di vedere, che ci sfuggono alla lettura superficiale, ma che tanto hanno da dirci, ad esempio, su Hemingway o su Carver.

Scopriamo quanto sia difficile in realtà costruire un dialogo efficace (mi permetta l’autore di ricordare, a questo proposito, proprio un racconto di Hemingway, Colline come elefanti bianchi), dare voce a dei discorsi che devono esprimere, non narrare o spiegare, offrire suggestioni che cambiano al variare di un segno di punteggiatura o di un altro impercettibile elemento.

Niente è casuale nella scrittura narrativa, non lo sono le persone e i tempi verbali utilizzati e soprattutto il narratore e il punto di vista adottato.

Accompagnare il protagonista nelle sue consuete attività osservandolo dall’esterno o entrare nella sua mente, diventare lui stesso, sia come scrittore che come lettore, è profondamente diverso, crea aspettative e offre soluzioni che possono essere addirittura conflittuali.

Scoprire quale sia l’Aggregatore scelto da Tolstoj o individuarlo per la nostra scrittura è un processo che ci porta da Eliot a Montale, al suo correlativo oggettivo, che ci sposta dall’aspetto prettamente narrativo a quello filosofico e ci induce a riflettere sul significato più profondo di ciò che stiamo scrivendo o leggendo.

Cento e più potrebbero ancora essere gli esempi da citare nel tentativo di raggiungere un solo obiettivo, quello di indurre alla lettura de “Il grande libro della scrittura”, una lettura arricchente come raramente capita.

E forse ancora non sarebbero sufficienti per una presentazione esauriente.

Bastino dunque ora le parole di buon augurio con cui lo scrittore si congeda dai suoi lettori, diventati per lui come amici sinceri:

“Ma ora basta indugiare. È il tempo dell’addio. Adesso raccogliete le cime, sistemate la stiva, mettetevi in mare senza timore e dimenticate quanto prima ciò che avete letto. Iniziate a navigare da soli, iniziate a scrivere. Magari ci si vede. Anzi, l’oceano è grande ma ci incontreremo sicuramente. Buon viaggio. E a presto, Marco.”

Marco Franzoso, il manuale per diventare un bravo scrittore (e un bravo lettore)AUTORE : Marco Franzoso

TITOLO : Il grande libro della scrittura. Manuale pratico, avventuroso e filosofico per scrivere qualsiasi storia

EDITORE : Il Saggiatore

PAGG. 712,   EURO 18,00

 

 

About Luisa Perlo

Luisa Perlo, Critico Letterario dopo una vita spesa tra i banchi di scuola. Amante dei libri, dei gatti e dei viaggi, considera la lettura lo strumento più efficace per crescere, migliorarsi e trovare il proprio posto nel mondo.

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