Superbasilico: cresce in fondo al mare (anche se non tutti lo sanno)

Superbasilico: cresce in fondo al mare. Sealab 2020 era (ed è tuttora) una serie televisiva a cartoni animati prodotta da Hanna-Barbera Productions, trasmessa in Italia su Ciao Ciao dal 26 ottobre al 19 novembre 1979. Forse non tutti la ricordano: si trattava delle vicende di una colonia sottomarina, tale da ospitare duecentocinquanta uomini, donne e bambini. Siamo quasi nel 2020: si tratta di una realtà tanto lontana? Non si direbbe affatto. L’Università di Pisa, partner del progetto l’Orto di Nemo, rende pubbliche le analisi condotte sul basilico coltivato nelle biosfere sottomarine, a largo delle coste liguri.

Superbasilico: è più verde

Ma quali sono le caratteristiche del superbasilico coltivato nelle biosfere sottomarine dell’Orto di Nemo? Esso risulta più verde, aromatico e ricco di sostanze antiossidanti, rispetto a quello che cresce sulla terraferma.

Superbasilico: la ricerca

Superbasilico: cresce in fondo al mare (anche se non tutti lo sanno)Presso l’università di Pisa, un’équipe di ricercatori ha svolto valutazioni in merito alla risposta delle piante a condizioni di vita così particolari: come detto, siamo in fondo al mare. L’Ateneo pisano è uno dei partner scientifici dell’Orto di Nemo. Tale progetto ha avuto inizio nel 2012 ed è stato promosso da Mestel Safety del gruppo Ocean Reef: la società che si occupa di strumentazioni subacquee, e ha l’obiettivo di realizzare un sistema alternativo di agricoltura, destinato ad aree nelle quali le condizioni economiche o ambientali rendono difficile la crescita di specie vegetali a livello del suolo.

Superbasilico: mongolfiere trasparenti

Dove è stato coltivato, per la precisione, il basilico studiato? In biosfere di metacrilato di alcuni metri di diametro, immerse nel mare tra i 6 e i 10 metri di profondità di fronte a Noli, al largo delle coste liguri. Le serre sottomarine hanno l’aspetto di una sorta di mongolfiere trasparenti, nelle quali possono crescere, su mensole posizionate all’interno, dalle 65 alle 95 piantine. L’aria che riempie le strutture è più leggera: si posiziona dunque nella parte superiore, spingendo l’acqua sotto. Parliamo di strutture ecologiche: non inquinano e non danneggiano il mare, oltre a essere autosostenibili, poiché le alimenta l’energia rinnovabile. Per l’irrigazione è utilizzata l’acqua marina distillata, che dalle pareti gocciola sulle piante.

Superbasilico: un ecosistema diverso da quello terrestre

Terra e mare, è palese, sono differenti. Queste le parole di Luisa Pistelli, professoressa del dipartimento di Farmacia dell’Università di Pisa: “Un ecosistema così diverso da quello terrestre per pressione, luce e umidità influenza la crescita delle piante, ma non soltanto: varia infatti la loro composizione, in termini di metaboliti primari e secondari. Il nostro lavoro è stato quello di valutare la risposta delle piante a queste nuove condizioni ambientali. Abbiamo svolto analisi da tre punti di vista: fisiologico, chimico e morfologico”.

Superbasilico: l’ingrediente del pesto alla genovese

Le analisi parlano chiaro: il basilico cresciuto nelle biosfere è più ricco di sostanze antiossidanti (polifenoli) e di pigmenti fotosintetici (clorofille e carotenoidi), utili perSuperbasilico: cresce in fondo al mare (anche se non tutti lo sanno) catturare meglio la minor luce che riceve rispetto a quella terrestre. È inoltre più ricco di metil-eugenolo, se confrontato a quello “tradizionale”, che cresce sulla terraferma: si tratta dell’aroma volatile caratteristico del basilico genovese. Sarebbe difficile riconoscere il superbasilico a occhio nudo: dal punto di vista dell’aspetto, non sono emerse differenze morfologiche al microscopio a scansione.

Superbasilico: le analisi

Le analisi sul basilico sono state condotte nei laboratori dei Dipartimenti di Farmacia e Scienze Agrarie, Alimentari e Agroambientali, Università di Pisa. Fanno parte del gruppo di lavoro dell’Ateneo pisano, oltre a Luisa Pistelli, Guido Flamini, Roberta Ascrizzi, Laura Pistelli. Nell’intero progetto rientrano anche Claudia Giuliani del Dipartimento di Scienze Farmaceutiche, Università di Milano, Claudio Cervelli e Barbara Ruffoni del Crea-Unità di ricerca per la floricoltura e le specie ornamentali (Fso) e infine Elisabetta Princi, Sergio Gamberini, Luca Gamberini, Gianni Fontanesi della Mestel Safety (Ocean Reef Group) di Genova: hanno ideato, costruito e gestito le serre subacquee.

About Isabella Lopardi

Isabella Lopardi ha lavorato come giornalista, traduttrice, correttrice di bozze, redattrice editoriale, editrice, libraia. Ha viaggiato e vissuto a L'Aquila, Roma, Milano. Ha una laurea magistrale con lode in Management e comunicazione d'impresa, è pubblicista e redattore editoriale. E' preside del corso di giornalismo della Pareto University.

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