Educazione civica digitale: il manuale per capire e gestire l'odio online

Educazione civica digitale: il manuale per capire e gestire l’odio online

Com’è mutata la violenza nell’era digitale? Come nasce e quali canali utilizza il linguaggio dell’odio per diffondersi in rete? Chi si nasconde dietro a un profilo ‘troll’ o a un cyberbullo?

Sono le domande a cui risponde “Il mondo nuovo. Manuale di educazione civica digitale” di Andrea Bellandi Saladini, uscito il 15 Aprile e pubblicato da Fve Editori (pagine 264, € 19,00).

Il saggio affronta un tema quanto mai attuale: la capacità degli utenti della rete di avere scambi di opinione civili.

Si concentra, infatti, sull’hate management, la gestione dell’odio e delle relazioni sociali online, che possono essere insegnate e imparate.

Questo perché si sente il bisogno di educare gli utenti della rete alla civile convivenza virtuale, contro cyberbullismo, stalking digitale e revenge porn.

“L’obiettivo è fornire una definizione di educazione civica digitale, dare uno sguardo ai problemi cui si rivolge e mostrare come nel concreto potrebbe essere applicata a vantaggio di tutti”, dice Andrea Bellandi Saladini.

La rivoluzione digitale

La rivoluzione digitale è ormai una realtà sotto gli occhi di tutti.

Non c’è ambito e contesto che non sia influenzato direttamente o indirettamente dalla stessa.

Le aziende semplificano i processi produttivi e le relazioni umane valicano i confini di spazio e tempo.

Dal digitale scaturiscono tante opportunità, ma come per ogni cambiamento, ci sono anche rischi e pericoli.

Alcuni fenomeni pericolosi già presenti nel mondo analogico si sono riversati velocemente in quello digitale.

E altri inediti sono scaturiti dalla Digital Transformation, rendendo necessarie strategie di contrasto nuove e strutturate per arginare queste minacce.

Ma a quali fenomeni ci si riferisce nello specifico?

L’elenco è lungo, ma alcuni esempi delle trasformazioni dei fenomeni nel passaggio dall’analogico al digitale sono:

  • Il bullismo in cyberbullismo.
  • Lo stalking in cyberstalking.
  • La violenza sessuale in revenge porn.
  • Le voci di corridoio in fake news.
  • La gogna pubblica in public shaming.

Analizzando questi nuovi fenomeni che vanno affermandosi nella nostra contemporaneità, il manuale indaga e chiarisce, con un approccio formale e trasversale, i modi in cui l’hate speech è diventato, in breve tempo, la forma più ricorrente di attacco per esprimere un dissenso.

“L’idea attorno alla quale si articola questo libro è che la consapevolezza e l’educazione sono le migliori armi a disposizione per difenderci dai rischi e dalle insidie del web“, dice l’autore.

Cos’è l’educazione civica digitale

È l’insieme di strategie applicabili per formare un’utenza consapevole del web e tutelare uno spazio comune e condiviso.

Parte dell’educazione civica digitale consiste nella promozione e nel miglioramento del benessere sociale e collettivo.

Attraverso la diffusione di un comportamento sostenibile e civile all’interno della società che agisce nel mondo della rete e, di conseguenza, delle interazioni quotidiane al di fuori di essa.

Perché quello che avviene online quasi sempre si riflette sul mondo analogico e viceversa.

Una delle immediate conseguenze dell’educazione civica digitale è la riduzione della violenza in rete e dell’odio digitale.

Cioè di fenomeni come grooming, sexting, revenge porn, hate speech, che riguardano l’umiliazione e il danneggiamento della persona.

Il fine è quello di indirizzare il cambiamento tecnologico, sociale e culturale verso un modello pienamente sostenibile e favorevole agli utenti stessi.

L’obiettivo è creare una vera cultura del digitale, che affonda le sue radici nell’educazione civica e nel pensiero critico e che genera comportamenti virtuosi sul web.

Nella convinzione che quello che accade in rete non debba essere regolato da dinamiche diverse da quelle della quotidianità analogica.

L’odio in rete e le sue articolazioni

“Il termine “odio in rete” può essere usato per raggruppare tutti quei pericoli del web, che proprio nella rete, trovano le loro più immediate, ramificate e pervasive articolazioni.

Si tratta di una definizione che racchiude tutte le forme d’odio già storicizzate e quelle più recenti, violente e pericolose, fatte di meme, commenti, gruppi, Fake News, pubblicazioni di dati sensibili, post discriminatori, diffusione di contenuti intimi, Cyberstalking e Cyberbullismo”, spiega Andrea Bellandi Saladini.

Queste forme d’odio generano conseguenze dannose sia a livello sociale, con il ritorno e la diffusione di razzismo e sessismo, sia individuale, facendo precipitare le vittime in una sofferenza quotidiana e troppo spesso silenziosa.

Tra le più diffuse forme di odio in rete troviamo:

  • Hate Speech

Con l’espressione Hate Speech, o incitamento all’odio, si intendono quelle dichiarazioni ed espressioni volte a sminuire e attaccare un individuo o un gruppo.

Viene spesso utilizzato un linguaggio volutamente dispregiativo e discriminatorio.

Questa discriminazione si basa sulla reale o presunta appartenenza a un gruppo sociale, a una determinata etnia, religione, orientamento sessuale o identità di genere.

È qualcosa che è sempre più frequente nella realtà digitale, e ne costituisce una delle problematiche più urgenti e diffuse.

  • Fake news

La funzione dell’informazione è quella di comunicare a una comunità di cittadini gli avvenimenti che condizionano il vivere civile.

Tuttavia, identificare cosa siano la verità e i fatti, oggi, è quanto mai complesso.

Infatti, l’utilizzo di Internet e dei Social Network ha facilitato enormemente la diffusione di notizie false e non verificate.

La disinformazione e le fake news sono una forma di odio in rete, in quanto mirano a screditare, spesso violentemente, l’immagine, la rispettabilità e la credibilità di una persona.

Oltre che a orientare le convinzioni dell’opinione pubblica, inducendola ad alimentare le proprie pulsioni d’odio nei confronti di chi professi idee diverse o si riconosca in un sistema di valori che poggia su presupposti differenti.

  • Cyberbullismo

Definisce un insieme di azioni aggressive e intenzionali, di una singola persona o di un gruppo, realizzate mediante strumenti elettronici, il cui obiettivo è quello di provocare danni a un coetaneo incapace di difendersi.

Oggi la tecnologia consente ai bulli di infiltrarsi nelle case delle vittime, di materializzarsi in ogni momento della loro vita, perseguitandole con messaggi, immagini, video offensivi inviati tramite smartphone o pubblicati sui siti web tramite Internet.

Le forme di odio sui social sono le più varie: esistono fotomontaggi violenti, l’apertura di veri e propri flame, ma anche la creazione di gruppi denigratori e violenti contro singole persone.

Come nel bullismo tradizionale, è il branco a scagliarsi spesso contro un singolo individuo.

  • Cyberstalking

Il termine, nel contesto della rete, definisce una molestia ripetuta, una serie di atti persecutori compiuti nei confronti di una persona.

Attraverso mezzi come social network, email o messaggi diretti volti, come nel caso dello Stalking, a causare gravi stati d’ansia, di paura fino a indebolire psicologicamente una persona.

Costringendo quindi la vittima a modificare le proprie abitudini di vita, con il vantaggio del facile anonimato garantito dalla rete.

  • Sexting

Si definisce Sexting l’invio di immagini o testi sessualmente espliciti tramite Internet.

È un’attività del tutto legittima se è all’interno di una relazione consensuale, consapevole e tra maggiorenni consenzienti.

Ma se l’invio di materiale esplicito o di contenuti sessuali di vario tipo è in assenza di qualsiasi tipo di rapporto, soprattutto se inviato a minorenni, si può configurare invece come molestia sessuale.

Inoltre, è opportuno essere consapevoli del fatto che tutto quello che di esplicito o di intimo viene condiviso con un’altra persona tramite la rete viene in quello stesso momento esposto al pericolo di essere reso pubblico.

La diffusione e la condivisione su vasta scala rendono poi estremamente difficile limitarne la circolazione.

  • Grooming

Si identifica come “adescamento a fini sessuali di minori”.

Infatti, il significato attribuito al termine nel tempo di internet è: “avvicinarsi amichevolmente e cercare di influenzare un bambino allo scopo di abusarne sessualmente”.

L’adescamento online è un lento processo interattivo attraverso il quale il cyberpredatore sviluppa una relazione intima e duratura con una giovane vittima.

La percezione che il molestatore riesce a generare nel bambino, instaurando con lui una relazione che si regge su dinamiche affettive condivise e su un reciproco impegno emotivo, rende difficile fare avvertire al minore la situazione di pericolo.

  • Revenge porn

Consiste nella pubblicazione online di immagini o video di carattere sessuale senza il consenso delle persone coinvolte.

L’espressione deriva dall’inglese “revenge”, vendetta.

Si tratta infatti di un fenomeno che spesso viene associato al “riscatto” che un partner tenta di estorcere al compagno/a dopo la conclusione di una relazione.

In particolare, vendicarsi umiliando la vittima, svilendo la sua dignità personale e la sua reputazione.

Educazione civica digitale: best practices e azioni concrete

Tutti gli utenti sono tenuti a proteggere se stessi e gli altri adottando comportamenti cauti e consapevoli all’interno della rete.

Che si tratti di cyberstalking, cyberbullismo, bodyshaming, hate speech o di tutte le altre problematiche che si possono presentare sul web“, conclude l’autore”. “Il filo conduttore da adottare è in linea di massima sempre lo stesso:

la sensibilizzazione e presa di coscienza da parte della società, l’invito a non nascondersi, a denunciare e a chiedere aiuto.

Tenendo traccia delle molestie subite e interpellando le autorità competenti.

Inoltre, se si vuole rispondere all’hate speech, è necessario fare affidamento su una narrazione alternativa a quella dell’odio, composta principalmente da due soluzioni:

  • La contro-narrazione, cioè una narrazione diretta e opposta a quella dell’odio che mira a smentire quello che viene detto dall’hater, evidenziando cioè le falsità e le incoerenze.
  • La narrazione alternativa, che propone delle campagne totalmente diverse e positive rispetto a quelle degli hater, promuovendo nuovi punti di vista e raccontando nuove realtà“.

Chi è Andrea Bellandi Saladini

Educazione civica digitale: il manuale per capire e gestire l'odio onlineMilanese, classe 1993, è il direttore e fondatore di Accademia Civica Digitale, realtà interamente dedicata alla diffusione di comportamenti virtuosi sul web e alla gestione di fake news e violenza digitale.

Ha fondato e dirige i giornali culturaliLo Sbuffo” e “Elzevirus”.

Per la Casa dei Diritti del Comune di Milano, ha gestito lo sportello antidiscriminazione legato al Progetto Trevor,

Con lo scopo di offrire aiuto e sostegno legale e psicologico alle vittime di discriminazione e violenza.

Laureato in Linguaggi dei Media, in Management e Design dei Servizi e con un master in Digital Transformation.

 

 

About Emma Rota

Laureanda in Scienze della Comunicazione, da sempre curiosa e affamata di nuove esperienze. Viaggia ogni qual volta le sia possibile, legge, si documenta, osserva quanto la circonda arricchendo così il suo bagaglio personale di conoscenze. Grande appassionata di moda e di tutto ciò che riguarda il settore. Cresciuta in mezzo alla natura, è un’autentica amante degli animali, attenta e rispettosa nei confronti dell’ambiente.

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