affinità di coppia

Problemi di coppia? Prima di cercarli fuori, guarda dentro

Un classico fenomeno che da sempre si registra quando si ascoltano le diverse parti coinvolte a vario livello in una relazione conflittuale è di osservare come e quanto ogni persona tenda a vedere solo le ‘colpe’ degli altri, senza avere coscienza di quanto anche i propri sguardi, comportamenti, silenzi, parole abbiano in realtà co-creato la situazione conflittuale nella coppia.

Questo accade nei gruppi ma accade anche fra partners.

Bruno Betlheim, psicoanalista attento alle cause relazionali dei disturbi di personalità, nel suo famoso “Un genitore quasi perfetto” scriveva che il suo libro voleva essere uno stimolo ai lettori affinché quando si fossero scontrati con qualche problema nel crescere i figli si ricordassero e sforzassero di indagare sui propri sentimenti.

Questo è, e rimane, un principio cardine in ogni relazione, soprattutto nelle relazioni che investono affettività perché è proprio in questo ambito che tutto viene dato per scontato.

Uno sguardo acceso come una lampadina dentro di te è l’unico atto veramente necessario e utile quando le cose non vanno bene. Per volgere questo sguardo in te devi però avere qualche strumento.

Riconoscere gli ‘stati di frammentazione’

coppia amoreGli aspetti del carattere che hai strutturato durante la vita entrano in gioco fortemente nella relazione affettiva e sessuale. È inevitabile.

Questi aspetti li vivi attraverso convinzioni radicate, comportamenti, emozioni e sensazioni corporee.

Tutto ciò è molto vivo e reale in te. Anche non-sentire è un aspetto molto vivo e reale, così come sentire-tanto.

C’è qualcosa che agisce come una ‘memoria‘: l’attivazione parte adesso, nel presente, ma la risposta emotiva e corporea affonda le radici nel passato.

Quindi, quando sei in questo stato non sei nel presente e non sei neppure nell’adulto!

E quando entri in questo stato, che tecnicamente chiamiamo ‘frammentazione’, perdi di lucidità, sei infatti ‘frammentato’, una parte di te soffre ed è ancorata a una realtà del passato, la tua capacità di comprendere e osservare lucidamente quanto accade ora diventa decisamente ridotta.

L’obiettivo è imparare a osservare da te quanto entri in questo stato ed evitare in quei momenti discussioni o conclusioni relative alla coppia.

In quei momenti la coppia c’entra poco, stai piuttosto incontrando le esperienze ‘registrate’ nell’arco della tua vita.

Il partner in questo momento agisce inconsapevolmente da ‘attivatore’ di queste memorie e la tua risposta non è odierna e presente temporalmente, bensì sorge da lontano, dal punto in cui la memoria si è aggregata e fissata.

Questa memoria non ha bisogno di essere rincorsa o saputa: posso anche non ricordare l’avvenimento o la serie di avvenimenti fra loro simili che l’hanno a suo tempo generata, ha solo bisogno di essere ascoltata e osservata come sentimento nel presente.

Problemi di coppia: andare oltre il guerriero-salvavita

Gli aspetti del carattere in te si sono formati proprio per proteggerti da qualcosa che non eri in grado di capire e gestire.

Il carattere ha avuto funzioni ‘salvavita’ per te e per ognuno di noi e rappresenta una forma di intelligenza che crea aggiustamenti con lo scopo di generare e mantenere un equilibrio del sistema persona.

Utilizzare però inconsapevolmente queste strategie salvavita oggi, da adulto, è una azione che non paga affatto in termini di pienezza personale, espressione di sé e qualità nelle relazioni.

In sostanza, vivere e reagire sempre attraverso il tuo guerriero-protettore-stratega-salvavita ti tiene fermo nel passato, guasta le tue relazioni presenti e ti limita nella scoperta e manifestazione di ciò che sei come persona umana adulta.

Ciò che la vita chiede è di passare dallo sviluppo all’auto-sviluppo il che corrisponde in sostanza a nutrire e rinforzare la tua parte adulta per far si che possa farsi carico degli aspetti rimasti fermi in un bisogno e in una richiesta verso l’esterno (bambino interno).

Come accade ai bambini, quando dipendo dall’esterno chiedo, pretendo e sono in un costante bisogno che elemosina soluzioni esterne.

Quando invece conquisto la capacità di rispondere alla mia parte bloccata che chiede continuamente di essere vista e la vedo e la accolgo nella sua fragilità, ebbene in questo momento sto rompendo un circolo vizioso.

E sto sostituendo le ‘reazioni automatiche’ del guerriero con una ‘azione consapevole adulta’ verso me stesso.

Accogliere il bimbo che c’è in noi per diventare il suo genitore

Rifletti con me. Quando non approdi alla capacità di vedere, riconoscere e accogliere le tue parti bisognose, attraverso questo incompiuto stai riproponendo a queste parti di te la stessa esperienza che le ha create.

Se gli occhi virtuali del tuo bimbo interiore cercano il tuo sguardo adulto (cercano accoglienza e amore incondizionato) e tu neghi quello sguardo perché non vuoi vedere questa tua parte, in quel momento stai abbandonando ancora una volta te stesso, attraverso il rifiuto di questa parte di te.

Il bimbo che vive in te, ti chiede di diventare per lui il genitore forte e accogliente di cui ha bisogno. Se il tuo adulto diventa capace di accogliere questa parte ecco che una fetta di sofferenza interna si risolve e libera tanta energia amorevole e vitale.

Quando il tuo genitore (inteso come la parte più adulta di te stesso) non è presente e non risponde ai bisogni del bambino (la parte bloccata e in richiesta perenne dentro di te) il risultato è una persona anagraficamente adulta che cerca negli altri e con pretesa ciò che sente mancare dentro di sé.

Come si evolve ciò nella coppia?

Gli scenari di coppia che si aprono in tal caso sono ben noti: adulti in coppia che cercano di riempire i propri vuoti affettivi attraverso richieste sempiterne verso il partner.

Ho spiegato questo aspetto per essere certa che tu abbia ben capito l’importanza cruciale che riveste la capacità di osservare in modo cosciente te stesso prima di pretendere di poter restare in coppia in modo evoluto.

La coppia evoluta sa creare mutualità e in questa coppia entrambi i partner sono responsabili di sé e non confondono la responsabilità con l’assumere il controllo o avere continue pretese.

In sintesi: l’adulto non è mai in continua richiesta verso il partner.

Il carattere nel corpo: l’IO somatico

Il carattere che hai sviluppato non è solo nei tuoi vissuti emotivi e nei tuoi comportamenti ma è anche presente nel tuo corpo e forma una serie di segmenti, chiamati corazze, che incorporano muscoli, emozioni, memorie.

Per questa ragione un buon modo per procedere in un percorso di evoluzione sia personale che di coppia dovrebbe sempre comprendere un’attenzione attiva al corpo.

Infatti se comprendi solo mentalmente gli aspetti di te e li osservi ma non fai niente per rendere più flessibili anche le corazze corporee che li contengono come memorie, il cambiamento sarà molto difficile perché il corpo stesso continuerà a riportarti insistentemente al punto di partenza.

Ridare invece un poco di flessibilità al corpo permette di ampliare di pari passo anche il tuo livello di elasticità e coscienza.

Rilasciando tensioni permetti il movimento di più energia.

Se non recupero consapevolmente questo bagaglio di esperienze accumulato nel corpo durante la vita, perdo la capacità di stare in me in modo autentico e immediato. La mediazione dei discorsi mentali sostituisce l’immediatezza del sentire corporeo: si perde così la capacità di stare nelle esperienze più profonde.

In sostanza è necessario che il nostro IO sia anche collegato e radicato nel corpo.

Cosa deduco?

terapia di coppiaIn pratica quando sono in contatto diretto con il mio nucleo somatico ho a disposizione un riferimento interno onnipresente e ciò crea in me senso di stabilità.

Se ho senso di stabilità in me non sono portato a cercarlo fuori da me, nelle cose o in altre persone appoggiandomi smodatamente a loro e con atteggiamento di pretesa.

Questo spiega come mai gli approcci di psicologia centrati solo sulla parola, pur essendo importanti in termini di consapevolezza, non hanno la forza radicale di un lavoro che investa anche il corpo (respiro, movimento, pratiche specifiche come la Sustaining Constancy o i 5 Ritmi ecc.).

In conclusione, sapere portare attenzione alle proprie reazioni automatiche e agli stati di frammentazione comporta una ricreata capacità di stare nell’ascolto del proprio corpo.

Quindi, prima di discutere, accusare, giungere a conclusioni o scagliarsi contro il partner, fermatevi e respirate, portate lo sguardo dentro di voi. Funziona.

Per consolidare queste capacità esistono pratiche di vario tipo.

Un buon modo è quello di dedicare almeno ogni tanto una giornata intera ad alimentare e ricreare lo stato di presenza.

 

 

 

Copertina Foto di Ismael Sánchez: https://www.pexels.com/it-it/foto/riflessione-dell-occhio-della-donna-sullo-specchio-rotto-2282000/

Foto di Anastasiya Lobanovskaya: https://www.pexels.com/it-it/foto/uomo-e-donna-che-tengono-ogni-altri-mano-avvolta-con-luci-della-stringa-792777/

Foto di Pixabay: https://www.pexels.com/it-it/foto/uomo-e-donna-sdraiata-sul-letto-414032/

About Irene Richini

Irene Richini, Sviluppo umano e formazione - Libera Professionista, mi occupo di Counseling Individuale (tematiche di disagio personale), Counseling di Gruppo (sviluppo personale) e Counseling di Coppia (relazione e sessualità consapevole). Sono Docente di “Elementi di Psicologia” nei corsi di M.C.B. (masso-idro-terapisti) per la St. George Campus di Lovere (Bg). Sono Docente Ordinario per il corso “Modelli di Interazione Umana” alla Facoltà di Scienze Politiche della Unitelematica Svizzera ISFOA e, per la stessa, docente ordinario di “Pedagogia del Corpo e dello Sport” alla Facoltà di Scienze Motorie.

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