Carcinoma mammario: scoperto il gene che ne indica la predisposizione
Salute

Carcinoma mammario: scoperto il gene che ne indica la predisposizione

22/03/2021
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I ricercatori dell’Università di Padova hanno scoperto una possibile associazione tra un gene e il rischio di carcinoma mammario.

Una delle forme di cancro più diffuse nella popolazione femminile.

Si tratta del gene E2F1, il regolatore della proliferazione cellulare.

Carcinoma mammario: indicazioni generali

Il cancro al seno è la neoplasia più comune tra le donne nei paesi sviluppati.

I fattori di rischio del cancro al seno possono essere distinti in fattori modificabili e non modificabili e, tra questi ultimi, i fattori genetici giocano un ruolo chiave.

Le variazioni del numero di copie sono varianti genetiche classificate come rare quando presenti in meno dell’1% della popolazione sana.

Poiché le variazioni del numero di copie rare sono spesso causa di malattie, negli ultimi anni il loro contributo alla cancerogenesi è diventato una materia di studio rilevante.

E2F1 è un fattore trascrizionale che svolge un ruolo importante nella regolazione del ciclo cellulare e dell’apoptosi (morte cellulare programmata).

Il suo ruolo doppio e conflittuale è il motivo per cui agisce sia come oncogene che come soppressore tumorale, a seconda del contesto cellulare.

“Visto che anomalie nell’espressione o nel numero di copie di E2F1 sono stati correlati a diversi tumori, abbiamo mirato a studiare il numero di copie germinali di E2F1 in donne con cancro al seno.

Al fine di chiarire meglio il loro contributo come fattore predisponente a questo tumore”, spiega Carlo Foresta, professore presso l’Università di Padova.

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Il ruolo della proteina prodotta dal gene E2F1

La proteina prodotta dal gene E2F1 è un regolatore chiave del ciclo cellulare, la cui alterazione può indirizzare le cellule verso una proliferazione incontrollata.

E2F1 è un attivatore trascrizionale che promuove la proliferazione, a seguito di stimolazione mitogenica, o apoptosi, come risposta al danno al DNA.

“Nella normale costituzione genetica le copie del gene sono 2.

Quindi, la presenza di più copie comporta una maggiore produzione della proteina che svolge un ruolo importante nei meccanismi di replicazione cellulare”, dice Carlo Foresta.

Carcinoma mammario: lo studio

Studiando le basi genetiche del tumore al seno su un campione composto da 222 donne italiane con carcinoma mammario, i ricercatori hanno scoperto che il 4,5% delle pazienti con questo cancro ha un numero di copie maggiore di 2 del gene E2F1 e di conseguenza della proteina da esso prodotta.

Nell’ambito delle alterazioni genetiche associate al carcinoma mammario, quella che è stata riscontrata dal gruppo di ricerca padovano appare essere una delle più frequenti.

“Sulla base di queste recenti scoperte, questi dati assumono quindi un significato rilevante per le campagne di prevenzione”, dicono i ricercatori.

Inoltre, un’altra scoperta dei ricercatoti è stata quella di avere identificato più copie del gene E2F1 principalmente nelle donne con una storia di tumori all’interno del proprio nucleo familiare.

Questo dimostra quanto sia importante la componente genetica come fattore predisponente al cancro.

“La scoperta di più copie del gene nelle donne con cancro al seno oggi assume un importante significato soprattutto nel campo della ricerca di biomarcatori tumorali.

Negli ultimi anni infatti, è al centro dell’attenzione nella lotta contro il cancro e ha come obiettivo quello di arrivare ad una diagnosi precoce e alla produzione di nuovi farmaci antitumorali per un approccio terapeutico sempre più personalizzato”, conclude Foresta.

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