Amore e dating app: contatti online o contatto fisico?
Negli ultimi anni sembra stia cambiando il modo in cui si cerca l’amore.
Nella società di oggi, sempre più frenetica, spesso pensiamo di non aver più tempo per nulla, e questo ci preclude di aprirci a nuove esperienze e a nuove conoscenze.
Soprattutto per gli over 40, il lavoro occupa gran parte della giornata, poi ci sono gli impegni in casa, la spesa; il tempo libero si finisce per passarlo con gli amici di sempre.
Questo però non significa che non ci sia voglia di innamorarsi e di trovare la persona giusta, anzi! Il matrimonio sembra essere ‘tornato di moda’.
Secondo gli ultimi dati ISTAT aumentano le unioni civili del 32% e i matrimoni di quasi il 5%.
Il desiderio di costruire una famiglia, dunque, resiste al tempo e ai mutamenti della società, ma cambia il modo in cui ci si innamora.
Quelle che vengono ormai indicate come Internet Couple, cioè, coppie che sono nate in rete, stanno diventando sempre più numerose.
Secondo alcune stime, infatti, nel 2037 gli e-bebè, cioè i figli di queste coppie, rappresenteranno la metà delle nascite in tutto il mondo.
Come si relazionano le coppie al giorno d’oggi? Come vivono i giovani, e non solo, il mondo delle dating app?
Amore e relazioni sentimentali: il fenomeno delle dating app
La ricerca di momenti e luoghi di incontro è diventata sempre più difficile, soprattutto nella nostra società sempre più dominata dall’individualismo e dall’isolamento, complice anche la recente pandemia di Covid-19.
Le tradizionali associazioni culturali, organizzazioni politiche e club sembrano essere un ricordo del passato.
“Tuttavia, rimane sempre un profondo bisogno di connessione e appartenenza, che è stato amplificato dall’isolamento forzato e questo spiega la crescente socializzazione attraverso internet, sia tramite piattaforme come email, messaggi istantanei e social media, per soddisfare questo innato bisogno. Non dimentichiamoci che la socialità è cruciale per il benessere individuale, favorendo lo sviluppo personale e il senso di appartenenza“, spiega Giovanna Crespi, Psichiatra e Presidente dell’Associazione Anna e Luigi Ravizza.
Tuttavia, le dinamiche della socializzazione diretta e quelle dei social media differiscono notevolmente.
In particolare, l’avvento delle app di incontri ha rivoluzionato il modo in cui cerchiamo l’amore e costruiamo connessioni sentimentali, offrendo una vasta gamma di scelte e permettendo alle persone di interagire in base a interessi comuni e preferenze personali.
“L’assenza di contatto fisico diretto può portare a interazioni più superficiali e a valutazioni rapide basate sull’aspetto esteriore o su poche informazioni. La mancanza di segnali non verbali come il linguaggio del corpo e l’espressione facciale può compromettere la comunicazione emotiva. Senza contare che le dating app possono creare aspettative irrealistiche e favorire una cultura di incontri ‘usa e getta’, spesso caratterizzata da una visione distorta della realtà. Nonostante ciò, esistono anche casi in cui le dating app hanno portato a relazioni significative e durature, dimostrando che il modo in cui cerchiamo l’amore è in costante evoluzione, influenzato dalla tecnologia e dalla società moderna”, aggiunge l’esperta.
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“La vergogna o il disagio nel comunicare di aver incontrato il proprio partner online può essere analizzato attraverso il contesto della percezione sociale e dell’autostigma. Secondo la teoria dell’autostigma del sociologo Erving Goffman, le persone internalizzano gli stereotipi negativi associati a determinati gruppi o comportamenti e possono provare vergogna o disagio nel riconoscersi come parte di quei gruppi. Nel caso degli incontri online, l’autostigma potrebbe derivare dalla percezione sociale che gli incontri online siano associati a una mancanza di abilità, disperazione o scarsa qualità dei rapporti. Inoltre rivelare di aver incontrato il proprio partner online potrebbe essere percepito come un segno di deviazione dalle norme sociali tradizionali o come una minaccia al proprio status sociale all’interno di determinati cerchi sociali”, commenta Crespi.
Amore e dating app: conta più una foto o l’affinità tra due persone?
Molti di noi conoscono il meccanismo sul quale si basano la maggior parte delle dating app. Dopo essersi iscritti e aver creato un profilo, si iniziano a visualizzare i profili degli altri utenti, indicando con un sì, o con un no, se ‘l’altro/a’ può risultare di nostro gradimento.
Tuttavia, ciò su cui possiamo basarci, è molto spesso qualche semplice foto accompagnata talvolta da una breve descrizione.
Sappiamo bene che ormai tutti conduciamo vite frenetiche, in cui sentiamo di non aver tempo per nulla. Anche la soglia dell’attenzione si è abbassata notevolmente (alcuni studi la fissano ad appena 8 secondi).
Queste condizioni portano a naufragare moltissime chat, poiché non si ha abbastanza tempo da dedicare al proprio match (l’utente che ci interessa e che ha ricambiato), a scegliere i giusti temi di conversazione per mantenere il dialogo vivo ed interessante.
Per molti utenti, soprattutto donne, un altro freno è dato dalla paura di imbattersi in qualcuno troppo insistente e che non sia in grado di accettare un rifiuto.
Una dating app innovativa
Alla luce di tutto ciò, PhaseApp ha creato un sistema di interazione assolutamente nuovo per le app di dating in cui non si creano connessioni a partire da foto profilo, ma basate sull’affinità.
La conoscenza è affidata a una batteria di domande, suddivise per fasi, che vengono sottoposte ai due utenti. Nelle prime fasi si tratta argomenti più generici per iniziare la conoscenza, in quelli successivi si va sempre più sul personale, fino ad arrivare alle fantasie e ai desideri sessuali.
La domanda successiva viene posta solo dopo che entrambi hanno risposto, creando così un clima di attesa, e proseguendo solo se tutti e due lo desiderano.
“Si tratta di un modo innovativo per fare conoscenze, evitando di perdere tempo a chattare con chi poi scopriamo non avere nulla in comune con noi. Grazie ad un team di esperti, siamo riusciti a creare dei gruppi di domande mirate, sempre interessanti e mai banali, che permettono di conoscere se stesso e l’altro in modo più approfondito. Questo permette di capire più velocemente se l’altro fa per noi. Inoltre, da quando abbiamo aggiunto la possibilità di invitare a questo ‘duello di domande’ anche persone che già si conoscono, sono sempre di più le coppie già formate che usano la nostra app per mettere un po’ di pepe nel rapporto o approfondire la conoscenza“, commenta Marco Ciarlante, responsabile marketing e comunicazione di PhaseApp.
Il commento della psichiatra alla nuova dating app
“Tra i motivi per cui questo approccio potrebbe essere efficace c’è quello delle risposte alle domande, che possono fornire una maggiore profondità e comprensione della personalità e degli interessi di una persona rispetto a una semplice foto del profilo. Questo può facilitare la creazione di connessioni più significative e durature e, perché no, anche l’amore. Eliminando l’aspetto fisico come criterio primario di selezione, si riduce la tendenza alla superficialità e al giudizio basato sull’aspetto esteriore. Rispondere alle stesse domande può creare un terreno comune e favorire la conversazione iniziale tra due persone, rendendo più facile avviare una connessione”, commenta Crespi parlando della nuova App.
Pro e contro delle dating app
È importante considerare che le risposte alle domande potrebbero non essere esaustive nel definire completamente una persona e che c’è sempre il rischio di falsificazione o presentazione di sé in modo non autentico.
“Spesso si basano su testo e immagini statiche, il che significa che manca l’espressione non verbale, come il linguaggio del corpo e l’espressione del viso, che può trasmettere molte informazioni durante un incontro. Vedere una persona significa coinvolgere tutti i sensi, mentre le dating app sono limitate principalmente alla vista (e al testo ovviamente). Di contro, le dating app favoriscono la comunicazione scritta, il che può portare a una maggiore riflessione e articolazione delle idee rispetto alla comunicazione verbale spontanea. Inoltre non dimentichiamoci che filtrare le corrispondenze in base a preferenze specifiche, come età, interessi, può facilitare la ricerca di persone compatibili”, spiega Crespi.
Cambiano anche i tempi di risposta poiché le dating app consentono agli utenti di dare un riscontro ai messaggi quando è più comodo per loro, il che può portare a conversazioni più meditate e pianificate rispetto agli incontri dal vivo.
Ma perchè al giorno d’oggi si ha sempre più timore di conoscersi, e quindi mostrarsi, dal vivo?
“Il rischio più comune è che le persone possano sviluppare aspettative irrealistiche su come dovrebbero essere, generando ansia nel mostrarsi dal vivo dove invece non ci si può nascondere dietro filtri o ritocchi. Incide anche la paura del giudizio, soprattutto in questo periodo in cui la critica viene spesso esaltata dai social media e dall’iperconnessione. Questo tipo di interazioni può rendere le persone riluttanti a uscire dalla propria ‘comfort zone’ per incontrare persone dal vivo: è più facile controllare l’ambiente e gestire le interazioni online, rispetto agli incontri che possono essere imprevedibili e meno controllabili”, aggiunge Crespi.
Amore e relazioni: attenzione a non ‘oggettificare’ l’altro/a
La società in cui viviamo promuove spesso valori materialisti e superficiali, in cui si enfatizza e valorizza l’aspetto esteriore.
Può portare a valutare gli altri in base a criteri esterni e materiali, riducendoli a oggetti da possedere o consumare piuttosto che individui con sentimenti, desideri e bisogni.
“Tendiamo a presentare le nostre vite online in modo selettivo, mostrando solo i momenti migliori e magari ritoccati, creando così aspettative irrealistiche su come dovrebbero essere gli altri e come dovrebbero essere le relazioni. Per esempio, le donne spesso subiscono un’eccessiva ‘oggettificazione sessuale‘ e vengono giudicate in base al loro aspetto fisico, mentre gli uomini in base al loro successo lavorativo. In contesti in cui esiste una disuguaglianza di potere, come nel caso del sessismo, del razzismo o di altre forme di oppressione, l’oggettificazione dell’altro può essere utilizzata come strumento per perpetuare il controllo e la dominazione su determinati gruppi”, conclude la psichiatra.
Prima Foto di Andrea Piacquadio: https://www.pexels.com/it-it/foto/elegante-femmina-adulta-utilizza-lo-smartphone-sulla-strada-3774903/
Seconda Foto di Edward Eyer: https://www.pexels.com/it-it/foto/mare-tramonto-spiaggia-amore-18112492/
Terza Foto di Vera Arsic: https://www.pexels.com/it-it/foto/donna-e-uomo-seduto-sul-banco-di-legno-marrone-984949/